Botanica

Informazioni sulla storia di Ponza dalla dendro-cronologia?

di Luigi Dies

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Buongiorno alla redazione e ai Lettori di Ponzaracconta.
L’autunno, le ricorrenze, i ricordi. Melanconia e nostalgia. Forse è solo vecchiaia…
Già mi sento i commenti: Lascia sta’… N’ce penza cchiù’.
L. D.

Forse penserete chill’ è malat’i capa, come si dice da noi, ma io continuo a pensare a quell’albero che non c’è più, separato dal gemello che ancora, anche se “orribile visu” storpio e deforme per “atti impuri” subiti, svetta, e sembra piangere la sua sventura.
Si sta male quando si resta soli non quando si lascia la valle di queste lacrime.
Quelle foglie sempreverdi e longeve, svolazzanti e leggere che, ondeggiando in sintonia sul proprio ramo, facevano il solletico al torrino del tempio tanto ad far temere che potessero sfondarlo con il peso del ciuffo paragonato ad un urto come se venisse dal tronco centenario del fusto… Quelle foglie non ci sono più. Amen.
Ma allora di che parliamo?
“Chi ha avuto ha avuto ha avuto… e chi ha dato ha dato ha dato“.
“Cosa fatta capo ha”, consola il proverbio
E va bene così!… – Diceva Gianni Morandi.
Quindi arriviamo al dunque. Abbiamo avuto ad un certo punto, tra le mani, un libro di storia isolana che nessuno ha pensato di provare a leggere.

La dendrocronologia (1) ci racconta, ci poteva e forse ancora ci può raccontare cento anni di storia climatica, e non solo, della nostra isola e di tutto l’arcipelago delle isole “Ponze” come le chiamava il Tricoli, Borbone doc, e non Ponziane (ma questa è un’altra storia (2).
Il tronco reciso credo ancora sia con il suo ceppo “a pelo d’acqua” lì emergente all’angolo dove un dì insidiava con le sue radici il pavimento del casino parrocchiale. Non e che a qualcuno può frullare per la testa la malsana idea di , “avventurarsi in una avventurosa” analisi retrospettiva?
Sarebbe bello riascoltare la storia di Ponza, che per tanti versi molti conoscono anche bene, raccontata questa volta da un albero.
Mi viene da aggiungere una ulteriore considerazione. Anche se non fosse al momento fattibile questa indagine, nulla impedisce di prelevare un disco di legno dal tronco e conservarlo per, chissà, una futura indagine. Ci si può pensare o è del tutto improponibile?
Vabbè, era una fantasia.

 

Note

I cerchi dell’albero di Araucaria abbattuto (foto gentilmente fornite da Biagio Vitiello). Per chi si vuole divertire… noi ne abbiamo contati tra i 95 e i 100…

(1) La dendrocronologia è un sistema di datazione a scala fluttuante, basato sul conteggio degli anelli di accrescimento annuale degli alberi. Il metodo è stato messo a punto dall’americano Andrew Ellicott Douglass nel 1906, ma il primo ad accorgersi della formazione annuale degli anelli degli alberi fu Leonardo da Vinci (1452-1519) (fonte: Wikipedia)

(2) –  A proposito di isole Ponze, Pontine, e Ponziane, il primo termine l’ho trovato e si legge nel libro del P. Mattej. Il nostro è di Formia, dove gli abitanti vengono chiamati Formiani e non Formiesi. Il Mattej non facendo un grande sforzo, lui e altri come lui, credo sia andato per, diciamo, allitterazione.

(*) – Sull’albero abbattuto (2021), sul sito, i primi dei tanti articoli (a cura della Redazione):

https://www.ponzaracconta.it/2021/11/21/ponza-abbattuto-un-albero-secolare-accanto-alla-chiesa/

https://www.ponzaracconta.it/2021/11/24/lettera-aperta-sullalbero-abbattuto/

 

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