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I medici e la maternità surrogata

due articoli segnalati da Sandro Russo, rispettivamente di Elena Stancanelli e Concita De Gregorio, da la Repubblica del 22 ottobre 2024

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La lettera scarlatta
di Elena Stancanelli – Da la Repubblica del 22 ottobre 2024

La ministra forse vorrebbe mettere ai bambini nati con la surrogata una tutina con ricamata sopra una S scarlatta come quella del romanzo di Nathaniel Hawthorne

La ragione per cui la ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella ha sentito il bisogno di dire quell’enormità — che i medici dovrebbero denunciare alla Procura i pazienti sospettati di aver fatto ricorso alla maternità surrogata — suscitando, ovviamente, la preoccupazione dei medici stessi che non solo per Codice deontologico ma per quel che sta scritto nella nostra Costituzione hanno il dovere di curare e non di denunziare, è che i bambini e le bambine nati con questa pratica medica sono indistinguibili dagli altri. Se qualcuno non li segnala, rischiano di passare per bambini normali. Così come i genitori, sono proprio genitori normali, uomini o donne che siano, in qualsiasi formazione si presentino. Fastidiosamente indistinguibili, ha ragione la ministra, per questo devono essere braccati con indefesso accanimento. Hanno gli occhi, hanno le mani, gli organi, le membra, sensi, affetti e passioni, come gli altri. Si nutrono dello stesso cibo, sono feriti dalle stesse armi, sono soggetti alle stesse malattie, sono curati e guariti dagli stessi rimedi, sono scaldati e raggelati dallo stesso inverno e dalla stessa estate. Se li pungiamo versano sangue, se gli facciamo il solletico si mettono a ridere, e se li avveleniamo muoiono.

Proprio come noi, i buoni, quelli nati come si deve. Mi perdonerà Shakespeare per aver messo in prosa, come si diceva a scuola, il monologo di Shylock. Che era ebreo e rivendicava la sua uguaglianza con qualsiasi cristiano, e il diritto allo stesso trattamento. Mi perdonerà, ma purtroppo i toni che abbiamo sentito usare ieri da una ministra della Repubblica rimandano proprio a quello, non credo di essere l’unica ad averlo pensato. La delazione, la soffiata sul vicino nascosto in soffitta, la colpevolizzazione dei bambini e il loro allontanamento dalla scuola sulla base del tipo di famiglia da cui provengono. E ancora i personaggi dei romanzi di Milan Kundera perseguitati dall’occhio del comunismo, la Stasi, la psicopolizia di “1984” di Orwell… Toni che, in un paese normale, prevederebbero le dimissioni.
Ma questo, forse, non è più un paese normale se un altro ministro può chiamare “cani e porci” persone che sbarcano in Europa scappando da persecuzioni, guerre, fame… Metto insieme le due cose perché mi pare provengano dalla medesima stortura di pensiero: noi siamo i buoni, e quelli che non sono come noi sono i cattivi, li scoveremo ovunque, li perseguiteremo fin quando non si arrenderanno. Non credo che sia questo il modo in cui prendersi cura di una democrazia. La democrazia, la più fragile ma la migliore delle forme di governo (o qualcuno ha da obiettare anche su questo?) si fonda sulla pluralità e sul rispetto, persino nei confronti di chi ha compiuto un reato, figuriamoci verso chi, fino a ieri, pensava soltanto di aver messo al mondo un figlio, in un paese nel quale figli non ce ne sono e i figli di chi è arrivato da fuori non li vogliamo regolarizzare, e adesso si ritrova criminale, autore di un crimine di gravità pari al genocidio, la tortura e poco altro credo, in quanto reato universale. O verso chi è sbarcato miracolosamente da una nave sfondata sulle nostre coste, innocente di qualsiasi cosa anche soltanto per non avere avuto il tempo di delinquere.

[Di Elena Stancanelli – Da la Repubblica del 22 ottobre 2024]

Invece Concita
Medici spia e neonati fuorilegge
di Concita De Gregorio – Da la Repubblica del 22 ottobre 2024

Una ministra che non ha mai sentito parlare di Ippocrate

Dicevo qui l’altro giorno, a proposito del governo che si percepisce assediato dalle spie, che dietro ogni sospetto c’è un’abitudine. E difatti non sono passate ventiquattr’ore che la ministra della Famiglia Eugenia Roccella ha chiesto ai medici italiani di denunciare “i casi sospetti” di maternità surrogata, di recente proclamata con sprezzo del ridicolo reato universale. (Come fai tu Italia a decidere che sia reato qualcosa che non lo è in altri Paesi sovrani, per esempio l’America, risulta del tutto incomprensibile oltre che grottesco. La pulce che dà calci – e lezioni di diritto – all’elefante). Ma dicevo dell’invito governativo a farsi spia: invito rivolto all’intera categoria dei medici in spregio, tra l’altro, al giuramento di Ippocrate che li vincola. “Tacerò tutto ciò che io possa vedere o sentire durante il mio esercizio o anche fuori dall’esercizio sulla vita degli uomini, ritenendo tali cose essere segrete”. Al contrario secondo la ministra il medico a cui una persona si rivolge per essere assistita o perché assista il figlio neonato se sospetta – ripetiamo insieme: sospetta – che il suo paziente, uomo donna altro, abbia fatto ricorso alla maternità surrogata dovrebbe correre in Procura e denunciare. Pazienza per il neonato, inconsapevole corpo del reato, fuorilegge alla nascita. Cosa fare dei neonati fuorilegge non è ancora chiarissimo. Carceri nursery? Sottrazione dell’infante alla famiglia? Orfanotrofi dedicati? L’immaginazione scolora.
Per fortuna il presidente dell’Ordine dei Medici Filippo Anelli ha risposto nel giro di mezza giornata: «Non ci pensiamo nemmeno». Si prefigura qui un altro scontro epocale. Governo contro magistratura. Governo contro medici. Essere alla guida del Paese e percepire come nemici il sistema giustizia e il sistema salute non è esattamente tranquillizzante, per i cittadini.
Ci sarebbe anche poi il problema della dispercezione che chi abita il Palazzo ha del mondo reale. Gli ultimi dati Istat mostrano che nel 2023 sono nati 379.890 bambini, il 3,4 per cento in meno rispetto all’anno precedente. I figli nascono sempre più tardi (sopra i 30 anni) e sempre di più fuori dal matrimonio. Se volete fare un decreto anche su questo, prego.

[Concita De Gregorio, da la Repubblica del 22 ottobre 2024]

Note (a cura della Redazione)

La lettera scarlatta (The Scarlet Letter), pubblicato nel 1850, è un classico della letteratura statunitense scritto da Nathaniel Hawthorne. La lettera cucita sulla veste della protagonista è una A, per Adultera.
Al romanzo è “liberamente ispirato” un film, di Roland Joffé del 1995, dal titolo omonimo:  The scarlet letter

The Handmaid’s Tale, conosciuta anche come Il racconto dell’ancella, è una serie televisiva statunitense del 2017, ideata da Bruce Miller e basata sul romanzo distopico del 1985 Il racconto dell’ancella, dell’autrice canadese Margaret Atwood.

Shylock un ebreo veneziano che svolge l’attività di usuraio è un personaggio della commedia Il mercante di Venezia di William Shakespeare, scritto tra il 1596 e il 1598

Del romanzo distopico 1984, di George Orwell, scritto nel 1948 e pubblicato l’anno dopo, abbiamo scritto più volte sul sito (leggi qui)
Orwell 1984 è il film tratto dal romanzo, di Michael Radford. Con John Hurt e Richard Burton

Immagine di copertina. Cover of “1984 by George Orwell; the dramatised audiobook version”

 

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