Scrittori

La fatica di vivere, secondo Céline

proposto da Carlo Secondino

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Da Carlo, amico del Liceo e per sempre, ricevo e condivido con i lettori.
È più di un commento alla mia ultima epicrisi – leggi qui -; sembra scritto per Bixio, o per Tano!
Céline è un grande della scrittura, anche se spesso indigesto.
S. R.

Caro Sandro,
più di una volta ti avrò detto che apprezzo Ponzaracconta, per ricchezza di spunti, varietà di argomenti, e dunque per gli stimoli che comunica. Per la tua epicrisi di domenica scorsa ti esprimo qui i miei complimenti, tra i nostri amici del liceo, che saluto e che esorto a leggere quelle riflessioni sulla morte. Ricordi Adler, Severino. Sul ‘senso della vita’ parli del film: aggiungerei il rumeno Cioran.
Se non è tardi, e se ritieni di pubblicarlo, ti invierei un passo di L. Ferdinand Celine, dal suo “Viaggio al termine della notte”: sulla morte, naturalmente…
L’avevo trascritto nei miei appunti, su una vecchia agenda del 2009, mentre ero in Kenya, nel corso della rilettura di questo libro di Celine.     

Ti abbraccio, con tutti gli amici.  👋
Carlo

Il mondo ci lascia molto prima…
Il mondo ci lascia molto prima che ce ne andiamo per davvero. Le cose alle quali tenevi di più, ti decidi un bel giorno a parlarne sempre di meno, devi fare uno sforzo quando ti ci metti. Ne hai le scatole piene di ascoltarti cianciare… Tagli via… Rinunci.
E’ da trent’anni che stai a cianciare… Non ci tieni più ad avere ragione. Ti molla la voglia di tenerti anche il posticino che t’eri ricavato tra i piaceri… Ti viene lo schifo.
Basta ormai mangiare un po’, scaldarsi un po’ e dormire più che si può sulla via del nulla assoluto.
Bisognerebbe, per ritrovare degli interessi, inventarsi delle nuove smorfie da eseguire davanti agli altri… Ma non si ha più la voglia di cambiare il repertorio.
Farfugli. Cerchi ancora dei trucchi e delle scuse per restare con loro, gli amici, ma la morte è lì anche lei, fetente, al tuo fianco, tutto il tempo adesso e meno misteriosa di un mazzo di carte.
Ti restano preziose solo le pene minute, quella di non aver trovato il tempo, finché era vivo, d’andare a trovare il vecchio zio a Bois-Colombes, con la sua canzoncina che s’è spenta per sempre una sera di febbraio.
E’ tutto quello che hai conservato della vita. Questo piccolo rimpianto atroce, il resto l’hai più o meno vomitato lungo la strada, con molti sforzi e pena.
Non sei altro che un vecchio lampione di ricordi all’angolo di una strada dove non passa già quasi più nessuno.

Da “Viaggio al termine della notte”  (pag. 437 nella mia edizione, in fondo)

 

Gli articoli di Carlo Secondino sul sito:

N.B. Indicazioni pratiche (ndr)
Gli articoli si possono visualizzare su qualunque motore di ricerca, digitando:  Ponza racconta  + titolo dell’articolo

1 Comment

1 Comments

  1. Bixio

    11 Ottobre 2024 at 21:37

    C….! Quel Celine l’ha azzeccata: “il mondo ci lascia molto prima!”
    Proprio così..!
    Se fosse ancora vivo sarebbe da andare a stringergli la mano!

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