Editoriale

Epicrisi 497. Le domande e le risposte

di Sandro Russo

 .

Eccoci a presentare e a trovare un filo agli articoli della settimana sul sito che stavolta ha volato molto alto, con temi come la morte, il senso della vita, l’amicizia…
Un mistero come si selezionino – spesso, anche se non sempre – delle affinità tematiche, come se la lettura di un articolo ne richiamasse altri che fanno loro eco, da parte dei vari contributori o dei redattori che li scelgono e li ordinano.
La morte
Ha aperto inconsapevolmente l’argomento la Canzone per la Domenica, il commosso ricordo di un figlio per la morte del padre: Quando la musica ci accompagna nel dolore.
E poi: Il triste addio ad Andrea e i commenti correlati.
La Morte è anche il grande rovello di Bixio, che in relazione alla sua ineluttabilità e onnipresenza, in un certa stagione dell’esistenza, si interroga intorno al significato della vita: I grandi misteri di Bixio (e di tutti).
Non è meno in tema il pezzo da Venezia di Lorenza su Almodòvar e il suo film ‘La stanza accanto’.

Ho fatto da poco un’escursione sull’isola di Gorgona, la più piccola e a Nord dell’Arcipelago toscano, l’ultima isola penitenziario in Europa – noi di Ponza e Ventotene storicamente ne sappiamo qualcosa…
Ebbene, durante il trekking ci siamo imbattuti nel minuscolo cimitero dell’isola che insieme ai defunti residenti in passato, ospita anche alcuni morti in detenzione. Che impressione vedere due tombe a terra, sormontate da una croce di ferro, senza nome per espressa volontà del defunto: quale disprezzo per la vita e per la propria, in particolare! Passing away senza voler lasciare un segno, foss’anche solo un nome sulla tomba.

L’ingresso al cimitero di Gorgona

In modo ben più drastico di quanto, poeticamente, è espresso su quest’altra tomba. Ma di questa noi sappiamo che è di John Keats (al cimitero acattolico di Roma).

“Questa tomba contiene i resti mortali di un GIOVANE POETA INGLESE che, sul letto di morte, nell’amarezza del suo cuore, di fronte al potere maligno dei suoi nemici, volle che fossero incise queste parole sulla sua lapide: “Qui giace uno il cui nome fu scritto sull’acqua”.

E parliamo allora, sempre implicito nello scritto di Bixio, del senso della vita; di fatto, insieme a quello della morte, il più dibattuto di sempre – per dire, anche la questione dell’esistenza di Dio è incluso nei due già enunciati -, su cui si è già scritto di tutto e di più:

Questo libro – di Zoë Sallis del 2006 – raccoglie tanti punti di vista, sul “senso della vita”

 C’entreranno qualcosa anche “le 10 cose per cui vale la pena vivere”, enunciate da Woody Allen in Manhattan (leggi qui, in note).

Comunque, tema tanto abusato da essere tentato  di “buttarla in caciara”, alla ‘nazional-popolare’, napoletana maniera – che per quanto greve, non è priva di profondità -, ricordando il sesso e la riproduzione che le citazioni più colte abitualmente passano sotto silenzio. Così:

’A vita è na brioche: è n’araput’e cosce, è ’na trasut’e pesce, ’a panz’ che cresce, ’o figlie che nasce, ’o pesce s’ammosce… e tutt’ fernésce.

E in questo approccio dissacratorio – perché continuare a parlarne con compostezza se in secoli e millenni non si è arrivati a nessuna definizione accettabile come universalmente valida? – non posso esimermi dal citare un film precisamente con questo titolo: Il senso della vita (Monty Python’s The Meaning of Life) (1), un film iconoclasta come pochi, che ricordo per la più monumentale scena da/di vomito mai vista al cinema, quando un gigantesco grassone, dopo aver mangiato tutto il menù del ristorante, accetta una mentina ‘digestiva’ offerta dal cameriere e, a causa di questa, esplode imbrattando il ristorante di vomito e interiora.

Per essere ‘più seri’– il tema malgrado tutto lo richiede – collego il senso della vita alle opere di grandi pensatori e a un convegno importante che si sta tenendo a questi giorni a Lucca: ne riparleremo nelle cronache dei prossimi giorni.
Molto influenti sul mio modo di affrontare la questione sono state le teorie di Alfred Adler (1870 – 1937) (2) psichiatra e psicoanalista austriaco trasferitosi in America con l’avvento del nazismo; e più recentemente le letture di Emanuele Severino  (3).

Alfred Adler (1870-1937)

Emanuele Severino (1929 – 2020)

Un libro di Adler tradotto in italiano, Il senso della vita, Newton, Roma, 1997

Adler sostiene che nell’uomo sono presenti due istanze costitutive, variamente intrecciate fra loro: la spinta a superare l’inferiorità  o “volontà di potenza”, e il   “sentimento sociale”, letteralmente “senso di comunità”, bisogno di appartenere, di compartecipare e di comprendere i propri simili. Il senso di comunità può limitarsi al nucleo familiare o al gruppo di origine, ma può estendersi, in modo diverso per ciascuno, alla nazione, alla comunità umana, alla natura, al cosmo
Se la vita è movimento ed il movimento presuppone una direzione verso una meta, allora il senso della vita non può che essere interpretato come un processo volto al superamento di una condizione di inferiorità, limitazione e insicurezza, percepita ogniqualvolta un ostacolo si frappone al raggiungimento dell’obiettivo. Alfred Adler, quindi, sovvertendo la visione scientifica tradizionale che ricerca prevalentemente le cause dei comportamenti, si volge invece ad esplorare la mente ideatrice di un piano di vita, solo in parte cosciente, soffermandosi sulle strategie messe in atto per raggiungere il fine ultimo: la condotta umana viene considerata come una proiezione del Sé nel futuro piuttosto che come esito di eventi preesistenti.
È in parte lo studio affrontato in modo più ampio, allargato anche ai comportamenti animali – dalla Sociobiologia  (4).
Ed è anche, per grandi linee, il tema di un Convegno che abbiamo riportato in evidenza… e ancora avremo da parlarne: Pianeta Terra Festival e  ‘Pianeta Terra Festival’, a Lucca.
A mio modo di vedere è un sovvertimento della visione negativa che abbiamo della specie umana: la peste del pianeta, la potenzialità di autodistruggersi come civiltà e come specie. È questa una visione che ha ragione di porsi da non più di ottant’anni anni (dall’invenzione della bomba atomica in poi); ma uno sguardo retrospettivo all’evoluzione dell’umanità mostra una progressiva crescita e trasformazione basata sul fatto che le capacità associative hanno prevalso su quelle distruttive. Se così non fosse non avremmo la attuale civiltà (pur con tutte le aberrazioni collegate), non sarebbero state possibili le città (altro monstrum, ma innegabilemte l’apoteosi del vivere consociati). L’umanità sarebbe finita prima di arrivare alle realizzazioni che conosciamo (e in fondo apprezziamo anche).
Un dato di fatto, più che una teoria, di cui alla lontana siamo debitori a Menenio Agrippa (494 a.C) – credo che lo ricordiamo tutti fin dalle elementari. L’apologo è tramandato da Tito Livio (59 a.C. – 17 d.C.) che lo ha riportato nel secondo libro degli Ab Urbe condita  (5).

Una scorsa al programma del Convegno di Lucca – voluto e organizzato da Stefano Mancuso – ci permette di renderci conto della cornice generale in cui si muove.
– Il vero motore di una comunità è il mutuo appoggio, il sistema più efficiente per garantire la sopravvivenza di tutti. Se ragioniamo in termini di specie, il mutuo appoggio è un’opzione naturale, ancor prima di diventare una scelta morale” (Stefano Mancuso).
Telmo Pievani metterà alla prova le tante manifestazioni di comportamento altruistico in natura, ponendo la questione se una generosità del tutto disinteressata sia possibile.
Andrea Genre spiegherà nel dettaglio il fenomeno della simbiosi in natura – il modo in cui si chiama oggi il mutuo appoggio – e la sua importanza.
– Dario Fabbri esaminerà della crisi ecologica dal punto vista di una ‘geopolitica umana’, che mette al suo centro la collettività e la sua storia.
 Il neuroscienziato Vittorio Gallese parlerà della nostra natura essenzialmente relazionale e ne scopriremo le ragioni.
–  Michela Marzano ci sorprenderà facendoci scoprire che la scommessa sulla fiducia, ciò che ci tiene insieme, è la più grande e straordinaria scommessa umana.
– Lo storico dell’arte Tomaso Montanari farà vacillare l’individualismo che caratterizza il nostro tempo, smontando il culto rinascimentale del genio. Attraverso l’esame dell’arte anonima, dimostrerà come l’arte, e ogni produzione umana, sia frutto di un lavoro collettivo.
Ivano Dionigi mostrerà come solo ritrovando la parola autentica possiamo rinsaldare il legame che tiene insieme e dà senso a una comunità.
– Maurizio Ferraris e Carola Barbero illustreranno, da un punto di vista filosofico, che un vivere che non comporti il convivere non può essere vita.
Lo scrittore Nicola Lagioia cercherà in testi esemplari della storia della letteratura, a partire dall’Iliade, una spiegazione del nostro ‘cuore di tenebra’, quella attitudine distruttiva e autodistruttiva che vediamo da sempre all’opera.
A farci guardare le minute cose del nostro quotidiano facendocene cogliere il loro carattere sacro ci guiderà il ‘paesologo’ Franco Arminio.
Sono solo alcuni degli argomenti in programma, ma ne definiscono l’impostazione.
E torniamo agli articoli della settimana…

In lasco collegamento con questi temi ci sono tre articoli sull’Amicizia, argomento non troppo frequentato sul sito per qualche sorta di pudore dei sentimenti; sono capitati tutti insieme questa settimana, per caso o forse no:
Uomini e cani
L’amica speciale
Settembre, Pinuccio


L’antropologia va molto di moda negli ultimi tempi sul sito, forse perché Ponza sarà oggetto di uno studio approvato dall’Unione Europea per il quale una giovane (ed entusiasta) ricercatrice ha già preso contatti per una residenza stabile di sei mesi sull’isola.
Ci mettiamo del nostro:
Il punto di vista dell’antropologo (un’intervista di Daniela Passeri a Tim Ingold da Il Manifesto);
Siamo tutti antropologi! (un articolato commento di Guido Del Gizzo all’articolo precedente);
Non restiamo a guardare (un articolo, di Gabriele Romagnoli da la Repubblica, insieme al trailer di un film, di PIF, con sfumature sociologiche);
Anche due articoli di Franco De Luca girano intorno ai comportamenti umani: La violenza  e  Zoo umano (14). Petrusine ogni menesta.

Questi finora presentati gli articoli della settimana collegati da un filo rosso.
Ma le proposte del sito sono state varie e interessanti anche in altri ambiti.
Li elenco soltanto (in ordine di pubblicazione):

La Villa delle Tortore
Meteo & Foto (192). La settimana da lunedì 30 settembre 2024
Appello al Sindaco e alle farmacie di Ponza
Ponza/Le Forna, le celebrazioni in onore di San Francesco
Qualche novità sul fotovoltaico
Screening vascolare a Ponza
Un altro fiocco rosa, è nata Penelope

Due articoli su Ponza dei giorni scorsi: la storia del Biancolella, le dimissioni di Cardarelli
Dalla stampa odierna: Ventotene, Macioce e ‘Ventotene Open Festival’

La tofa: una conchiglia, la sua voce
Discorso sui minimi sistemi (1). Economia domestica, passato e presente
Iniziative ponzesi: gita Coop. Barcaioli e Censimento alberi monumentali
Inizia domani, 5 ottobre, il ministero pastorale di don Riccardo Spignesi nella comunità di Lenola
Gioacchino da Fiore Superstar (presentazione e trailer di un film historic-fantasy su un personaggio di cui abbiamo più volte scritto sul sito, unitamente a Raniero da Ponza)
Giornate FAI d’Autunno: sabato 12 e domenica 13 ottobre 2024. Con video.

Direi che avete solo l’imbarazzo della scelta: non basterà un giorno!
Intanto buona domenica


Note

(1)Il senso della vita (Monty Python’s The Meaning of Life), film del 1983 diretto da Terry Jones. I Monty Python sono stati un gruppo comico britannico, attivo principalmente dal 1969 al 1983 costituito da Graham Chapman, John Cleese, Terry Gilliam, Eric Idle, Terry Jones e Michael Palin.
I membri dei Monty Python hanno avuto un’istruzione di alto livello (laureati a Oxford o Cambridge, tranne Gilliam, laureato negli Stati Uniti) e la loro commedia è spesso acutamente intellettuale, con uso innovativo di tecniche classiche, autoreferenze e numerosi riferimenti culturali (quindi non siamo nell’ambito del punk – NdA)
Il gruppo era capitanato da Terry Gilliam, unico americano della compagnia (poi naturalizzato inglese) che successivamente si rese autonomo e fu autore/regista in proprio autore di film  “seminali” come Brasil (1985) o L’esercito delle 12 scimmie (Twelve Monkeys, 1995). Paura e delirio a Las Vegas (Fear and Loathing in Las Vegas, 1998), per citarne solo alcuni.

(2) – Alfred Adler è stato uno psichiatra, psicoanalista, psicologo e psicoterapeuta austriaco.
Adler fu contemporaneo di Sigmund Freud da cui dissentì spesso su temi non marginali, fino a formare una sua propria scuola.
Adler condivise la prospettiva sociologica del marxismo come proposta di progresso e benessere per tutti.
Nel 1934, quando la minaccia nazista diviene più incalzante, Alfred Adler decide di trasferirsi con la famiglia negli Stati Uniti, nazione che aveva già conosciuto negli anni precedenti, gli aveva offerto la possibilità, nel 1930, di dedicarsi a quell’insegnamento universitario della Psicologia che la natia Vienna gli aveva sempre negato.

(3) – Il pensiero filosofico di Emanuele Severino (1929 – 2020) intende collocarsi oltre tutta la storia della filosofia occidentale, che secondo Severino è permeata dal nichilismo. Secondo Severino il pensiero di Giacomo Leopardi, Nietzsche e Giovanni Gentile è l’apice della follia del nichilismo. Severino considera questi tre filosofi come i tre più grandi geni che hanno portato all’estremo la concezione greca del Nulla.
Buona parte del lavoro speculativo di Severino (specie quello della prima fase della produzione) è incentrato sull’essere; ma nel suo pensiero non c’è posto per il Dio comunemente inteso; da qui il contrasto insanabile con la Chiesa Cattolica
Con il libro La gloria (2001), Severino giunge, tra le altre cose, alla dimostrazione necessaria dell’esistenza degli “altri” (ibidem da una trattazione molto ricca su Wikipedia, per chi vuole approfondire)

(4) – Sociobiologia. Il termine sociobiologia fu utilizzato da John P. Scott e da Charles F. Hockett nell’immediato secondo dopoguerra, per descrivere una scienza interdisciplinare collocata a metà strada fra la biologia e la sociologia, fra le scienze della natura e quelle umanistiche.
Gli individui più “adatti” avranno maggiori chance per riprodursi: la selezione non è più legata all’idea di lotta, bensì all’idea di adattamento all’ambiente circostante.
Mentre con Darwin e Herbert Spencer l’evoluzionismo era applicato soltanto alla biologia, con le nuove teorie il suo impatto viene esteso anche alla sfera del comportamento quotidiano e all’interazione tra individui (comportamento sociale).

(5) – Menenio Agrippa spiegò l’ordinamento sociale romano metaforicamente, paragonandolo ad un corpo umano nel quale, come in tutti gli insiemi costituiti da parti connesse tra loro, gli organi sopravvivono solo se collaborano e, diversamente, periscono.
« Olim humani artus, cum ventrem otiosum cernerent, ab eo discordarunt, conspiraruntque ne manus ad os cibum ferrent, nec os acciperet datum, nec dentes conficerent. At dum ventrem domare volunt, ipsi quoque defecerunt, totumque corpus ad extremam tabem venit: inde apparuit ventris haud segne ministerium esse, eumque acceptos cibos per omnia membra disserere, et cum eo in gratiam redierunt. Sic senatus et populus quasi unum corpus discordia pereunt concordia valent »
“Una volta, le membra dell’uomo, constatando che lo stomaco se ne stava ozioso [ad attendere cibo], ruppero con lui gli accordi e cospirarono tra loro, decidendo che le mani non portassero cibo alla bocca, né che, portatolo, la bocca lo accettasse, né che i denti lo confezionassero a dovere. Ma mentre intendevano domare lo stomaco, a indebolirsi furono anche loro stesse, e il corpo intero giunse a deperimento estremo. Di qui apparve che l’ufficio dello stomaco non è quello di un pigro, ma che, una volta accolti, distribuisce i cibi per tutte le membra. E quindi tornarono in amicizia con lui. Così senato e popolo, come fossero un unico corpo, con la discordia periscono, con la concordia rimangono in salute”.

 

3 Comments

3 Comments

  1. Flora Bianchini

    6 Ottobre 2024 at 10:50

    Lettura sito/epicrisi per circa due ore… Mai sentito questo Adler, neanche molti dei relatori del Convegno di Lucca… Te li scegli su misura!? Ma bravo! Ricchissima epicrisi, “sapienziale”, con molti spunti… Bisogna prendere appunti, mentre si legge.
    Carta e penna… et voilà!

  2. Vincenzo Padiglione

    6 Ottobre 2024 at 13:00

    Sandro caro, oggi da ingordo qual sei, ti sei superato anche sul tema della morte
    Grazie

  3. Patrizia Maccotta

    9 Ottobre 2024 at 09:20

    Caro Sandro,
    leggo nella tua epicrisi “…che impressione vedere due tombe a terra, sormontate da una croce di ferro, senza nome per espressa volontà del defunto: quale disprezzo per la vita e per la propria in particolare”.
    Non è la mia impressione: Silvio non ha voluto neppure la tomba. Io stessa vorrei che le mie ceneri si unissero alla terra. Un amore per l’universo credo, invece, un desiderio di perdere il proprio io terreno legato alla materia corporale per raggiungere la materia, l’energia immensa dell’universo.
    Punti di vista

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