di Luisa Guarino
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Sonia Testa, scrittrice pontina conosciuta e stimata, ha ricevuto di recente un prestigioso riconoscimento internazionale, la menzione di merito al Premio Dostoevskij, per il suo racconto “La caduta da cavallo dell’abate Ruggero Caetani e il miracolo di San Nonnoso”: un successo che proietta la nostra terra e le sue affascinanti storie su un palcoscenico mondiale.
Testa infatti ha saputo dare nuova vita a un episodio poco noto della storia locale, ambientato nello scenario dell’abbazia di Valvisciolo (Sermoneta) il 7 agosto 1664. Attraverso un linguaggio evocativo e coinvolgente l’autrice trasporta i lettori in un tempo lontano, facendo rivivere l’emozione di un miracolo e la fede incrollabile di un’intera comunità.
Ma l’ambizione di Sonia Testa va ben oltre il semplice racconto di una leggenda: con il suo lavoro lei desidera far conoscere al mondo bellezze e tradizioni del territorio pontino, spesso nascoste e dimenticate. Le sue parole diventano un ponte tra il passato e il presente, invitando a riscoprire la memoria storica.
“Raccontare storie significa dare voce al nostro territorio, alle persone, alle tradizioni – afferma l’autrice -: spero che il mio racconto possa stimolare la curiosità dei lettori e invitarli a scoprire di persona i luoghi che ho descritto”.
Con il suo impegno dunque Sonia Testa cerca di riaccendere i riflettori sulla festa in onore di San Nonnoso (500 – 560) celebrata a Valvisciolo per la prima volta il 2 settembre 1665, con un altare a lui dedicato. Tale ricorrenza era legata al miracolo riguardante l’abate Ruggero Caetani, avvenuto sul sagrato dell’abbazia, e rappresentava un momento di grande devozione e partecipazione per l’intera comunità e per quelle limitrofe. Inoltre il santo, originario del Monte Soratte (Roma), reso celebre dalle Odi di Orazio, veniva spesso invocato per le guarigioni dalle febbri malariche.
“Riproporre questa festa oggi – conclude Sonia Testa con un suggerimento e un invito – significherebbe non solo onorare la memoria di San Nonnoso, ma anche riconnetterci con le nostre radici e valorizzare un patrimono culturale di inestimabile valore”.
Sonia Testa. Anche il disegno ispirato al fatto di cui si parla è anche suo