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Sono giorni d’inferno. Per l’ossessione del caldo. Che imperversa anche nel venticello.
E tuttavia… è un calore che può essere goduto.
Goduto? Sì, goduto se ci si spoglia a dorso nudo, e in pantaloncini.
Sentire l’aria calda che circonda il corpo come un vestito. La corrente d’aria calda sale dal mare. Lungo la falesia di roccia bianca si gonfia ancor più di calore, e sale. Al limite del ciglio si adagia sulla collina e scende. Ricca di profumi di erba e di foglie prostrate. Per la siccità che ne piega il vigore e le inclina alla terra.
Sul motoscafo l’aria si fende con la velocità e il corpo trae refrigerio sensuale. Per l’intero percorso a mare il vento caldo, franto dall’impeto, inturgidisce il corpo. Non c’è goduria più ambita. No, forse c’è. E’ quella che offre la liquidità del mare.
Il motore spento, l’àncora a fondo, la parete della montagna alle spalle, e il mare che attende, sornione.
Compagno di giochi, di incontri, di stimolo ai pensieri: settembre incombe con gli impegni di lavoro e la quotidianità. Ma il mare è lì che solleva, e che culla.
Di nuovo in barca l’aria calda asciuga la pelle. E tutto tende a riprendere il suo posto nell’abitudinario.
Così non è. Il sole infiamma, l’aria ribolle, il corpo mugugna con sudore… ma l’attimo in cui tutto si è dissolto e il corpo ha goduto del piacere… quell’attimo è depositato nel fondo dell’animo. Fa da rifugio cui aspirare, e in cui perdersi.
Al calare dell’astro giallo quando si tinge di rosso per il riposo dietro Palmarola, un venticello agita. E il corpo nudo ne assapora la tiepidezza. Quasi l’assorbe prima che con le ombre si impregni di umido. Adesso è ancora gradevole e si spalma sulle membra.
La campana coi rintocchi dà un segno. Quale ?
E chi può mai interpretare i milioni di significati impliciti in quel suono ? Ogni uomo e ogni donna lo adatta a sé. L’adolescente saluta in fretta i suoi e scende in piazza. Lì c’è chi lo aspetta per condividerne la compagnia. Il vacanziere alza gli occhi al cielo, come a imprimere quel che vede. Domani mattina lascerà l’isola. Tutto sarà un ricordo. Un altro che l’estate dona.
Luisa Guarino
17 Agosto 2024 at 15:07
Bello questo approccio finalmente diverso e assolutamente poetico del nostro Franco nei confronti del caldo interminabile di queste settimane, che peraltro sembra destinato a finire. Non è per niente scontato che una persona non più giovane (tra noi ce lo possiamo dire, neh?!) abbia questa visione, e sappia trasformare quello che per tutti gli altri è semplicemente un inferno in momenti di piacere, di godimento; perché a lenire l’arsura c’è l’abbraccio del mare, e perfino un piccolo alito di vento è un dono.