di Luisa Guarino
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Magari non è proprio il momento giusto. Siamo a pochi giorni da Ferragosto, la gente è in vacanza, vuole riposarsi e divertirsi, ascoltare motivi allegri e spensierati. Invece a me, complice anche la ricorrenza dei trent’anni dalla scomparsa di Domenico Modugno (6 agosto 1994), è venuto in mente proprio questo brano qui, “Notte di luna calante”, che il Mimmo nazionale cantava nel 1950, e che certamente è tra quelli meno conosciuti, nella sua produzione vasta ed esaltante.
Modugno ha scritto e cantato canzoni che hanno rivoluzionato i moduli tradizionali, il suo “Nel blu dipinto di blu” è diventato una specie di inno nazionale, e tanti altri suoi brani sono inconfondibili, spaziando tra corde sentimentali e romantiche, altre di impegno sociale e civile, ma anche indulgendo in motivetti allegri e ironici: pensate a “Musetto” o a “La donna riccia” per esempio. Oltre all’indimenticabile Vecchio frac, che già abbiamo nell’archivio musicale di Ponzaracconta.
Soffermandomi ancora su questa mia scelta, mi rendo conto che “Notte di luna calante” è fuori tempo, fuori fase, sì, anche fuori fase lunare. In questo preciso momento del mese infatti la luna è crescente, tant’è vero che il 19 ci sarà il plenilunio. Vabbè, ormai la scelta è fatta: e se è venuta come una sorta di colpo di fulmine non resta che assecondarla. Del resto andare controcorrente per me non è mai stato un problema.
https://www.youtube.com/watch?v=oUppLsqXdqc
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Ma guardiamola più da vicino, questa canzone malinconica e struggente. Cercando in rete sue notizie mi sono imbattuta anche in diversi commenti. Tra questi uno mi ha colpito più di tutti, quello che la definiva “la più bella canzone di Modugno, un capolavoro assoluto”: sottoscrivo. Ho anche scoperto che almeno altri due cantanti ne hanno fatto una versione personale: Lucio Dalla nel 1997 e Jovanotti nel 2019. Il brano di Dalla fa parte di un “omaggio a Domenico Modugno” eseguito con la Gap Band ed è una versione jazz con il suono di tanti strumenti in ‘solo’ che si rincorrono, ricco dei vocalizzi caratteristici dell’artista bolognese. Mentre il cantautore e rapper romano ne fa una versione lentissima e rarefatta, quasi una nenia.
Il testo è molto malinconico, l’abbiamo già detto: parla di “ultima notte d’amore” di “spiagge deserte” e conclude inesorabilmente “quando col vento l’autunno ritornerà, nulla di noi resterà… “, il tutto alternato a vocalizzi, e c’è perfino un fischio, modulato naturalmente, in perfetto stile Modugno.
La canzone parla di un amore estivo, che si conclude così come cala la luna: e un amore estivo è bello proprio per questo, anche e proprio perché finisce. Chi vive o è vissuto a Ponza lo sa bene, almeno lo spero per lui/lei. Ci sono però anche amori estivi che non finiscono. Ma questa è tutta un’altra storia… non chiedete a Modugno.
Buona domenica e Buon Ferragosto.
PS – Avevo già preparato questa mia canzone per la domenica, poi ho letto lo scritto di Bixio, che si lega non solo al titolo della canzone ma anche alle mie considerazioni finali: “Chi vive o è vissuto a Ponza lo sa bene…”. Proprio così.
Lucia Simone
17 Settembre 2024 at 08:31
A Riomaggiore, ispirata da Modugno , un haiku:
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un mare nero
piove argento dal ciel
è luna piena