di Monica Conversano
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Sedicenne violentata a Ponza, dodicenne stuprata in Salento, i gravissimi atti violenti di questa settimana estiva di luglio sono sulla bocca delle comari di turno.
Non abbiamo visto però nelle strade di Ponza o nei paesini salentini, alcun corteo di coetanei e genitori, sfilare per solidarietà alle minori coinvolte. I paesani non hanno ancora chiesto alle autorità il confronto severo con l’impostazione della società contemporanea che, ancora nel 2024, si esime dall’educare severamente al rispetto “totale” della persona e del suo “spazio vitale”. Non ho sentito nessuno gridare al degrado delle relazioni umane sull’isola pontina, ormai decaduta culturalmente, o in quel del Salento arso dal sole.
Non si punisce sufficientemente l’immaginario sub culturale dei media spazzatura che diffondono la sotto-mercifica cultura sessuale da decerebrati; non si piegano con forza uguale e contraria gli atti di abuso su minori e a volte, perfino il rapimento di bambini a scopo sessuale violento in tutto il mondo, che sono ancora ordinari e quotidiani.
Lo stupro della bambina vicina di casa è solo la punta dell’Everest della bassezza umana che ogni giorno fa sparire centinaia di minori nel mondo a scopo di lucro.
Per cui rimanere alla indignazione di cortile di fronte alle fanciulle abusate, significa essere incoscienti e ignoranti.
La vasta riflessione sull’agire violento verso l’altro, fisico o psichico, è trascurato nell’educazione profonda in ambito scolastico, familiare, carcerario o altrove; è insufficiente e minimo lo sforzo economico utile ad una organizzata cura di questo malanno ereditato dalle società primitive, poi medioevali… e via di seguito.
L’Everest della povertà umana va affrontato col cervello e col dibattito fra tutti noi, in tutti gli ambiti, perché “l’altro siamo noi” (Jung) e di qualsiasi atto violento sia vittima il nostro vicino, è come se capitasse a noi. E su questo non mi pare che i giovani ponzesi e salentini abbiano riflettuto.
Lascio aperto il dibattito, con la speranza che si innalzi un opportuno dialogo, a scavare a fondo, a strappare le radici del male dal cuore di tutti.
Colgo l’occasione per dedicare pochi umili versi alle due fanciulle in fiore, strappate nella profondità dell’essere, che ora, davanti ad un lungo e faticoso percorso di guarigione, cercano la loro pace e il conforto di tutti noi.
Fiori strappati
Sono l’onda d’amore
Il paesaggio di abbracci
nel deserto
Sul velo del mare la foglia
che bacia il tuo cuore
Ero il niente di un sogno per te
La fortezza per l’insulto crudele
Ero l’offesa e lo sgarbo
la palestra del tuo orgoglio brutale
Indosso il vivere senza amore
Vesto la fuga dagli sguardi
ché ho mangiato il tuo orrore
offertomi in sacrificio per te
Luglio 2024, Alicudi
Immagine di copertina. Dalla serie Broken Flowers di Jon Shireman (da https://www.art-vibes.com/photography/jon-shireman-broken-flowers/)