Turismo

Ponza, l’isola che non vorremmo

segnalato dalla Redazione

 

Facciamo i conti in questi giorni con una Ponza che non riconosciamo più, una Ponza che per essere di tutti rischia di farsi emarginare. Emergono, così, in una estate rovente quasi come fosse il sole a surriscaldarli, i mali di un’isola che continua a puntare tutto su tre mesi senza aver mai dedicato abbastanza tempo alla possibilità di un turismo alternativo e spalmato su tutto l’anno

da La Repubblica dell’11 luglio 2024:

Stupri e turisti in fuga, Ponza ha perso il sorriso. “Ci sentiamo insicuri”
dall’inviato Marco Carta

Ponza — Un bengalese carico di rose è appena approdato sulla banchina. Accanto, una liceale, figlia di un avvocato, pianifica la gita in barca con le amiche. Di fronte al porto un uomo in bermuda bestemmia dopo aver preso una multa con il motorino, a suo dire ingiustificata: «Siete infami. Io so’ di Aprilia, vedete come vi insegno a campare».

Stupro di Ponza, rilasciato dopo la violenza sulla sedicenne si fa i selfie mentre balla in spiaggia

La Ponza dei sogni, l’isola felice di pariolini e vip, amata da Naomi Campbell e Michael Douglas, non esiste più. Al suo posto è rimasta la versione discount di un piccolo paradiso del Mediterraneo, con camere a 70 euro in pieno luglio, dove ricchi, meno ricchi e comitive di adolescenti si ritagliano giornate da sogno, tra barche, ristorantini vista mare, calette mozzafiato e notti in discoteca, dove le ragazze immagine si fanno desiderare proponendo bottiglie da centinaia di euro, anche nei fast food.

Un po’ Ischia, un po’ Ponte Milvio, un po’ linea A della metro di Roma: nei giorni più caldi si affacciano anche le gang di borseggiatrici. «Qui venivano quelli della Magliana. Veniva pure Carminati e non ci sono mai stati tutti questi problemi» ironizza Sergio, storico ristoratore del porto, che scuote la testa di fronte all’ultimo fenomeno: il caporalato turistico, emerso in tutta la sua drammaticità quando un lavoratore stagionale romano di 34 anni, Manuel L., ha violentato una ragazza di 16, figlia di due camerieri, poi è tornato alla sua vita. Tra selfie in spiaggia e serate in discoteca. «Manca personale — denuncia il sindaco Franco Ambrosino — Si reggeva tutto sul passaparola, ora sono entrate in scena le agenzie interinali e la situazione sta degenerando perché non sai chi portano. Le segnalazioni di atteggiamenti bulleschi e provocatori sono continue».

È grazie a un’agenzia che il 34enne Manuel L., è sbarcato a Ponza, nonostante un curriculum non proprio invidiabile. Precedenti di ogni tipo, voleva guadagnare qualche soldo come buttafuori. «L’ho cacciato dopo due giorni perché aveva palpeggiato due clienti», racconta Mario Coppa, che gestisce uno dei 36 ristoranti sul porto. A proporgli il 34enne, che a breve potrebbe essere arrestato dalla procura di Cassino, era stata l’Alma Group di Latina con un contratto da addetto delle pulizie. Uno stratagemma per abbattere i costi, proposto a molti imprenditori dell’isola. «Queste agenzie affittano una casa per 4 persone — confida un agente immobiliare — e ce ne mettono 8/10».

Risultato: appartamenti pollaio, con i lavoratori ammassati nei letti a castello. Poi delinquenza, risse, pestaggi in strada, soprattutto di notte. «Ponza è stata sempre il paese della libertà — si rammarica Umberto De Maio, a capo della nautica Ciccio Nero — Era l’isola della pace, ora è l’isola della paura. Quel signore è a piede libero. Speravo di prenderlo io, avremmo chiuso la storia».

II problema dell’assenza di controlli c’è: «Dopo le 20 non ci sono più vigili», ammette il sindaco Ambrosino, che tuttavia precisa: «Siamo un’isola turistica e dobbiamo dare risposte ai turisti. Non possiamo diventare un villaggio per anziani». Ma la preoccupazione che proprio il turismo possa risentirne è concreto. Anche perché la violenza sulla 16enne segue un altro episodio che aveva scosso Ponza: la morte di Gianmarco Pozzi, il 28enne campione di kickboxing che nell’agosto 2020 fu trovato senza vita tra le intercapedini di due abitazioni. Probabilmente dopo un pestaggio, come emerso anche grazie alle indagini della famiglia, con l’avvocato Fabrizio Gallo. «Aspettiamo giustizia, ci siamo trovati di fronte un muro di omertà», spiega Paolo, il padre di Gimmy, che a Ponza era andato a lavorare nello stesso locale di Manuel.

Una delle tante coincidenze nell’isola dove, grazie al turismo, vivono poco più di 3mila persone, ma il reddito pro capite è il più basso di tutta la provincia: 14mila euro all’anno. Non è un caso che i Casamonica, come i clan di Nettuno, Anzio e Latina, si siano affacciati per investire. «La mia famiglia negli anni ‘70 è stata la prima ad avere la licenza di affittacamere. Era tutto diverso — ricorda Biagio Vitiello, storico medico in pensione — Ora d’estate viene la feccia. Ponza è diventata un richiamo per chi vuole arricchirsi con la droga».

 

L’articolo di Repubblica in formato .pdf: Stupri e turisti in fuga

Nota: la foto di copertina è di Rossano Di Loreto

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Integrazione notizie del 13 luglio (cfr. Commento della Redazione)

Supplemento di notizie sulla vicenda dalla pagina dell’edizione odierna de Il  Messaggero:
In ritaglio immagine (cliccare per ingrandire):

 

2 Comments

2 Comments

  1. Guido Del Gizzo

    12 Luglio 2024 at 09:59

    Non aggiungerò commenti inutili alla vicenda, né al fatto che quell’essere è attualmente libero di andare in spiaggia e mandare in giro selfie on line.
    Però provate a immaginare quale sarebbe stata la reazione, se il violentatore fosse stato un immigrato di colore e la vittima italiana.
    Un minimo di solidarietà con quella ragazza e, aggiungo, di senso di civiltà da parte dell’amministrazione comunale, sarebbe la dichiarazione, da parte del Sindaco, della volontà del Comune di costituirsi parte civile contro il violentatore.
    Come dire: “Ti siamo vicini, noi non siamo quella bestia lì”.
    Che aspetta, Francesco Ambrosino?

  2. la Redazione

    13 Luglio 2024 at 12:53

    Supplemento di notizie sull’incresciosa vicenda della ragazza stuprata. Meraviglia che l’indagato sia in stato di libertà, e a chiederselo è ora un magistrato. Ernesto Carbone, consigliere del CSM, invia una richiesta per verificare l’azione della Magistratura di Cassino. Dall’edizione odierna de il Messaggero: Consigliere del Csm: “Indagato libero fare chiarezza sullo stupro di Ponza”, in calce all’articolo di base

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