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L’impoverimento del linguaggio e il quoziente di intelligenza

proposto da Sandro Russo

Mi è stato segnalato da amici questo articolo da un giornale di qualche anno fa (2020), che condivido completamente e partecipo ai lettori di Ponzaracconta.

 .

Il quoziente di intelligenza, che era sempre in crescita, ora sta diminuendo
di Christophe Clavé (1) – Da Italia Oggi (2), dell’11 novembre 2020

Il Quoziente d’Intelligenza (QI) medio della popolazione mondiale è in continuo aumento (effetto Flynn). Questo almeno dal secondo dopoguerra fino alla fine degli anni 90. Da allora il QI è invece in diminuzione… È l’inversione dell’Effetto Flynn. La tesi è ancora discussa e molti studi sono in corso da anni senza riuscire a placare il dibattito. Sembra che il livello d’intelligenza misurato dai test diminuisca nei Paesi più sviluppati. Molte possono essere le cause di questo fenomeno. Una di queste potrebbe essere l’impoverimento del linguaggio. Diversi studi dimostrano infatti la diminuzione della conoscenza lessicale e l’impoverimento della lingua: non si tratta solo della riduzione del vocabolario utilizzato, ma anche delle sottigliezze linguistiche che permettono di elaborare e formulare un pensiero complesso.

La graduale scomparsa dei tempi (congiuntivo, imperfetto, forme composte del futuro, participio passato) dà luogo a un pensiero quasi sempre al presente, limitato al momento: incapace di proiezioni nel tempo. La semplificazione dei tutorial, la scomparsa delle maiuscole e della punteggiatura sono esempi di «colpi mortali» alla precisione e alla varietà dell’espressione. Solo un esempio: eliminare la parola «signorina» (ormai desueta) non vuol dire solo rinunciare all’estetica di una parola, ma anche promuovere involontariamente l’idea che tra una bambina e una donna non ci siano fasi intermedie.

Meno parole e meno verbi coniugati implicano meno capacità di esprimere le emozioni e meno possibilità di elaborare un pensiero. Gli studi hanno dimostrato come parte della violenza nella sfera pubblica e privata derivi direttamente dall’incapacità di descrivere le proprie emozioni attraverso le parole. Senza parole per costruire un ragionamento, il pensiero complesso è reso impossibile. Più povero è il linguaggio, più il pensiero scompare. La storia è ricca di esempi e molti libri [Georges Orwell1984 (3); Ray BradburyFahrenheit 451 (4)] hanno raccontato come tutti i regimi totalitari (5) hanno sempre ostacolato il pensiero, attraverso una riduzione del numero e del senso delle parole. Se non esistono pensieri, non esistono pensieri critici. E non c’è pensiero senza parole.

Come si può costruire un pensiero ipotetico-deduttivo senza il condizionale? Come si può prendere in considerazione il futuro senza una coniugazione al futuro? Come è possibile catturare una temporalità, una successione di elementi nel tempo, siano essi passati o futuri, e la loro durata relativa, senza una lingua che distingue tra ciò che avrebbe potuto essere, ciò che è stato, ciò che è, ciò che potrebbe essere, e ciò che sarà dopo che ciò che sarebbe potuto accadere, è realmente accaduto?

Cari genitori e insegnanti: facciamo parlare, leggere e scrivere i nostri figli, i nostri studenti. Insegnare e praticare la lingua nelle sue forme più diverse. Anche se sembra complicata. Soprattutto se è complicata. Perché in questo sforzo c’è la libertà. Coloro che affermano la necessità di semplificare l’ortografia, scontare la lingua dei suoi «difetti», abolire i generi, i tempi, le sfumature, tutto ciò che crea complessità, sono i veri artefici dell’impoverimento della mente umana.

Non c’è libertà senza necessità. Non c’è bellezza senza il pensiero della bellezza.

Note

Immagine di copertina: il Q.I., Quoziente Intellettivo, misura la capacità della mente di una persona di analizzare la realtà, fisica ed astratta, interpretarla ed elaborare soluzioni ai problemi o creare nuove idee (by Pinterest)

(1)

Cristophe Clavé (cliccare per ingrandire)

(2) – Italia Oggi è un quotidiano economico, giuridico e politico. Nell’edizione in lingua inglese di Wikipedia alla voce “political alignment” viene definito di tendenza “liberal conservatism”.
Direttore attuale : Pierluigi Magnaschi

(3) – Nel sito, su Orwell 1984
Di Vincenzo Ambrosino:
https://www.ponzaracconta.it/2022/05/03/george-orwell-il-profeta-ci-aveva-avvisati/
Di Sandro Russo:
https://www.ponzaracconta.it/2022/05/08/epicrisi-371-george-orwell-1984-2024/

(4) – Fahrenheit 451 (edito in Italia anche con il titolo Gli anni della fenice) è un romanzo di fantascienza del 1953, scritto da Ray Bradbury.
Ambientato in un imprecisato futuro, circa 10 anni dopo la pubblicazione del libro, vi si descrive una società distopica in cui leggere o possedere libri è considerato un reato, per contrastare il quale è stato istituito un apposito corpo di vigili del fuoco impegnato a bruciare ogni tipo di volume. I personaggi del film imparano i libri a memoria e si chiamano tra loro con il nome del libro di cui sono portatori.
Nel 1966 il libro è stato trasposto in un omonimo film per la regia di François Truffaut (con Julie Christie e lo stesso Truffaut) e in un omonimo film TV nel 2018 per la regia di Ramin Bahrani.
Nel 2004 al libro è stato assegnato il premio Retro Hugo come miglior romanzo 1954. (Da Wikipedia, ibidem)

(5) – Per avere dei reali riferimenti storici, basti pensare ai cosiddetti Bücherverbrennungen (in italiano “roghi di libri”), manifestazioni organizzate nel 1933 dalle autorità della Germania nazista, durante i quali vennero bruciati tutti i libri non corrispondenti all’ideologia del Terzo Reich.
Le due foto che seguono sono state riprese da Wikipedia:

Berlin, Opernplatz, Bücherverbrennung

1933 may, Berlin, book burning

1 Comment

1 Comments

  1. Patrizia Maccotta

    11 Luglio 2024 at 16:55

    Sul Quoziente Intellettivo (Q. I.) chi scrive sembra dimenticare che prima tante persone avevano fatto solo tre anni di scuola elementare; e quelle che li avevano fatti sapevano almeno firmare rispetto a chi era costretto a vergare una croce. Si parla di Q.I. riferito alla complessità della lingua pensando ad un élite probabilmente.
    Per tutto, se si pensa alla miseria, alle condizioni di vita e alla mancanza di istruzione, d’igiene e di cure dell’inizio del XX secolo, è meglio ora, anche se si dice che nessuno legge… e bla bla bla..!

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