di Graziella Di Mambro, segnalato da Guido Del Gizzo da Latina Oggi
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Idee
Una piccola barca messaggera di pace nel Mediterraneo
di Graziella Di Mambro – Da Latina Oggi del 5 luglio 2024
La Hormiae Luigi 1946 salperà da Gaeta per la Tunisia e ha un con sé una corona per i migranti morti
Non sarà certo una barchetta di 78 anni di età a restituire la pace nel mondo né a fermare la strage di migranti che annegano nel Mediterraneo. Però ci proverà.
La «Hormiae Luigi 1946», un guscio di legno con una magnifica vela latina, di quelle da sempre utilizzate dai pescatori più poveri, il 18 luglio inizierà un viaggio che parla di pace, speranze, comunione e condivisione di quel piccolo canale del mondo che è il Mediterraneo, un legame, appunto, non un ostacolo.
L’idea, inizialmente considerata folle, è di un collaudatore di barche, Giovanni Di Russo che salperà dal molto Santa Maria di Gaeta tra dieci giorni alla volta di Cartagine, in Tunisia, dove arriverà il 27 luglio dopo un paio di soste molto significative. La prima a Ventotene, l’isola da cui emigrò il maestro d’ascia che quella barca l’ha realizzata in un cantiere di Stintino; lì Di Russo l’avrebbe ritrovata moltissimi anni dopo, in condizioni ancora buone ma bisognosa di restauro, anzi di una resurrezione che la riportasse ad essere il simbolo della vela latina prima e della pace dopo. La seconda tappa sarà a Favignana per prelevare la corona di fiori che la Capitaneria del posto consegnerà all’equipaggio di Hormiae che la getterà in mare nel punto più stretto del canale di Sicilia, in segno di pietas e solidarietà ai migranti morti per raggiungere un luogo migliore.
La barca adesso è ormeggiata nella Base Nautica Flavio Gioia e, durante un sopralluogo, il suo padre putativo, Giovanni Di Russo, racconta lo spirito dell’iniziativa, messa in piedi grazie alla collaborazione di molti enti e privati, in primis la Camera di Commercio, il Comune di Gaeta e Vincenzo Addessi, armatore di «Fra Diavolo» che scorterà la piccola Hormiae per passione e sicurezza, ma soprattutto perché si sappia che i lupi di mare del Golfo di Gaeta hanno cose da dire su pace e migranti, hanno una loro certa idea di mondo e del mare.
«In questa storia ci sono tasselli che si sono messi in fila, date che coincidono, idee che vengono da lontano. – dice Di Russo – Lo sai quando ho trovato Hormiae? Mentre stavo a Stintino appresso al mio lavoro e alla mia passione. E quando mi hanno detto la data di costruzione della barca, ho capito. Era stata messa in mare per la prima volta a febbraio del 1946.
Mio nonno era un pescatore di Formia, nel febbraio del 1946 una burrasca lo sorprese sulla sua barca a vela latina ed è morto in mare, nel suo mare. Ho creduto che Hormiae Luigi stesse a Stintino ad aspettarmi. Non ero io ad averla cercata, ma lei ad avermi trovato. Ho pensato che con quella barca avrei dovuto farci qualcosa di importante, mi girava per la testa un messaggio che dicesse a noi tutti che il Mediterraneo non può essere un luogo di morte poiché, invece, ha sempre rappresentato un mezzo di scambio. I popoli che vivono sulle città che vi si affacciano l’hanno da sempre percorso per incontrarsi, scambiarsi merci, idee, filosofie. Ora arriviamo noi, negli anni 2000, e lo trasformiamo in un cimitero! Così, ho iniziato ad andare in giro per convincere gente, amministrazioni, associazioni a fare questo viaggio: l’otto dicembre 2023 è arrivata la prima vera conferma. Era il giorno dell’Immacolata e io, a mio modo, sono cattolico, ho creduto in quel segno».
Il 18 luglio prima di partire ci sarà una messa privata nella cappella d’oro di Gaeta, dove Pio IX ha scritto l’enciclica sulla definizione del dogma dell’Immacolata.
«Spero che Hormiae porti davvero un messaggio di fratellanza tra i popoli. Il giorno che getteremo la corona in mare verranno lette una preghiera cattolica e una musulmana, su Hormiae sara issata la bandiera italiana e quella tunisina. La nostra traversata sarà seguita in diretta sui canali i social in molte delle sue fasi e spero che possa contribuire, nel suo piccolo, a dire basta a questa guerra che già riguarda il Mediterraneo».
Vista da vicino la barca a vela della pace è davvero minuscola, apparentemente fragile, potrà contare sul gigante Fra’ Diavolo ma dovrà comunque affrontare un tratto di mare imponente.
Porterà con sé molti simboli: alla partenza sarà benedetta dall’arcivescovo di Gaeta, monsignor Luigi Vari, tra i più entusiasti di questa idea e infatti celebrerà anche la messa per i marinai al mattino; da Gaeta a Ventotene viaggerà con l’equipaggio di Hormiae anche il sindaco di Gaeta, Cristian Leccese, che avrebbe voluto andare fino in Tunisia se non ci fosse stato un impegno istituzionale di mezzo; e poi ci sarà una copia del manifesto di Spinelli che verrà consegnato dal sindaco di Ventotene perché sia portato nelle mani delle autorità tunisine, un «invito dell’Europa ai nostri dirimpettai».
Dietro quella che appare in effetti una bella e solidale avventura c’è quasi un anno di lavoro tecnico, di studio e preparazione degli uomini che condurranno Hormiae e di coloro che la seguiranno per garantire sicurezza e supporto materiale. E poi c’è una collaborazione tra città italiane e tunisine, capitanerie di porto e amministrazioni, Chiesa, che si è mossa in un silenzio imposto probabilmente dalla solennità del messaggio. «Basta migranti morti», dirlo adesso non è facile. Solo una barchetta può fare il miracolo.
Link: a Latina Oggi:
https://www.latinaoggi.eu/gallery/attualita/301842/una-piccola-barca-messaggera-di-pace-nel-mediterraneo.html
Note (a cura della Redazione)
* Il toponimo Formia potrebbe essere derivato dal greco Hormiae, Όρμιαι, approdo, a indicare la tranquillità del riparo fornito dal golfo (fonte Wikipedia).
** Per la prima volta il titolo tricolore di Vela Latina arriva nel Lazio
Comune di Formia – 27 set 2022
https://www.comune.formia.lt.it/articolo/formia-campione-ditalia-prima-volta-titolo-tricolore-vela-latina-arriva-nel-lazio
Formia è campione d’Italia: per la prima volta il titolo tricolore di Vela Latina arriva nel Lazio. L’imbarcazione formiana “HORMIAE LUIGI 1946” riesce in un’impresa storica, vincere il Campionato italiano di Vela Latina che si è svolto a Bolsena.
Hormiae Luigi 1946 va col vento
L’imbarcazione Fra’ Diavolo, una barca di 18,47 m. di prua e di poppa:
Il Mylius 60 Fra Diavolo in regata a St. Marten
integrazione del 1° agosto 2024 (cfr commento Redazione)
Dall’edizione del 31 luglio di Latina Oggi: La barca della pace torna a casa
Sandro Russo
7 Luglio 2024 at 08:39
Belle storie e brava Graziella Di Mambro ad averle scovate e saputo raccontare.
Se capisco bene, Luigi era il nonno pescatore morto in mare, di Giovanni Di Russo? E il 1946? La data di quella morte e della messa in mare della barca? Certo neanche il navigatore-ideatore attuale è un giovanotto! Un bel messaggio – tra gli altri – per quanti pensano che a quell’età la vita sia finita.
la Redazione
1 Agosto 2024 at 06:59
La barca della pace torna a casa. Si conclude, con il ritorno a Gaeta, il viaggio di Giovanni Di Russo iniziato il 18 luglio, navigando a vela fino a Lampedusa per lasciare un messaggio di pace nel Mediterraneo, tomba di tanti disperati in cerca di lavoro e libertà.
Un articolo dell’edizione di ieri di Latina Oggi in calce all’articolo di base