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Lavoro nero (5). Li avremo incrociati anche noi…

segnalato dalla Redazione

 .

Non demorde Concita De Gregorio e ci spiega quanto persistono le notizie sui media, prima di essere dimenticate. Con un provocazione – prendendo le mosse da un articolo dell’Huffington Post –  se davvero qualcuno volesse fare qualcosa.

Lavoratori indiani in bici nella zona dell’Agro pontino (Maria Feck/laif/Contrasto) – Immagine da Huffington Post

Per l’ultimo articolo pubblicato sul sito su questo tema, leggi qui; poi seguire i link per gli altri articoli 

Invece Concita
A che ora e dove trovarli
di Concita De Gregorio

In bicicletta all’alba verso il niente o in attesa dei caporali

Giorno numero tredici. La morte di Satnam Singh è scomparsa da giornali e tg da almeno tre giorni, e così le inchieste e i report di dati e statistiche sul caporalato. L’ultimo sussulto è stato quando la premier lo ha ricordato in aula invitando i suoi due vice ad alzarsi, ma già lì si stava parlando d’altro: di rapporti politici (e di prontezza di riflessi, ma direi meglio di intenzioni) fra le forze che compongono la maggioranza. Si può dunque dedurre, a futura memoria, per studiosi ed eventuali dottorandi, che l’emivita di una notizia pur gravissima è di cinque giorni.
Dopo cinque la sua vitalità si dimezza, dopo dieci si esaurisce.

Ottima l’eccezione del racconto di Angelo Mastrandea sul Post intitolato “Le mattine dei lavoratori indiani a Latina” e pubblicato l’altro ieri (leggi qui). Niente che non abbiano già fatto in tanti cronisti, in queste settimane e direi nei decenni – penso in specie alla dedizione di certi giovani giornalisti calabresi, al loro lavoro ostinato su Rosarno.

Niente che non sia già noto, intendo dire: ma raccontato bene, in modo semplice e piano, con dovizia di dettagli, senza aggiungere enfasi e aggettivazione dolente a una materia già di per sé sufficiente a desolare.
Racconta che da Borgo Hermada, provincia di Latina, gli indiani escono in bici alle 4.30 del mattino, quando è buio. A volte qualcuno di loro viene investito e ucciso da una rara macchina, perché non si vedono.
I primi a uscire, dice, sono quelli che non hanno proprio niente, né documenti né contratti né nessuno che li porti ai campi.
Alle 5 escono quelli che aspettano i caporali, che li scelgono e li portano col pulmino.
Quando si fa giorno escono quelli che hanno contratti più o meno regolari e non hanno bisogno di intermediari. Vanno al lavoro con bici elettriche.
Alle 6.30 sono tutti nei campi.

L’ho trovato interessante perché se qualcuno volesse andare a controllare, non so, magari un giorno, un’ispezione, chissà, saprebbe non solo dove trovarli, ma anche a che ora.
Intanto, il risultato dell’autopsia: Satnam Singh è morto per dissanguamento. Se fosse stato soccorso subito si sarebbe salvato.

[Di Concita De Gregorio. Da la Repubblica del 2 luglio 2024]

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