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Avevo cominciato a mettere un commento breve alla poesia di Monica Conversano per Sbaffo “che ha passato il ponte” e pur avendo ampio materiale personale – se un difetto hanno, i gatti, è di avere una durata media di vita da 7 a 10 volte minore rispetto agli umani, per cui ciascun amatore può annoverare diverse ‘perdite’ nel corso della sua esistenza – mi sono accorto che c’erano troppi articoli importanti sui gatti, sul sito, per farne “solo” un commento.
Infatti l’anima del sito è decisamente animalista, con una certa prevalenza degli amatori dei gatti sui cani, ma “se la battono”.
La direttora è per i gatti, Martina è famosa (anche) per un gatto, Faro, portato a esempio di gatto migrante (da Lanuvio a Roma); Enzo Di Fazio “pende” per i cani e tende a scrivere di essi. Sandro Russo convive con 5-6 gatti; Enzo Di Giovanni era più conosciuto come “compagno” di Pluto, che per se stesso; infatti, scomparso Pluto è rimasto un po’ in ombra… Sandro Romano quando abitava a Ponza, con cortile e giardino a disposizione, aveva 13 gatti; inoltre fino all’anno scorso sul suo balcone al 7° piano, a Latina, aveva nidificato un falco pellegrino, e per fargli portare a termine la nidiata, aveva sbarrato il balcone. Una protezione civile espansa, senza limiti di specie.
E non parliamo dei collaboratori esterni del sito…
Il sito ho ospitato spesso scritti sui gatti, che rispetto ai cani sono soggetti più letterari” (e più zen).
Sul gatto una poesia zen che mi piace citare è questa:
Un essere nato uomo
E un altro nato gatto
Camminano insieme
Per la via rugiadosa
(Katō Shūson, 1905-1993)
Serenella Iovino ha scritto articoli molto belli sulle interazioni tra esseri umani e animali; in particolare su gatti e cani
https://www.ponzaracconta.it/2022/10/07/gatti-solo-per-amatori/
https://www.ponzaracconta.it/2022/10/26/il-nostro-amico-cane/
Screenshot for Serenella Iovino
E anche la poetessa polacca premio Nobel, Wislawa Szymborska li amava molto e le conosceva bene, tanto che spesso ha messo gatti, nei contesti straniati delle sue poesie…
Superata la difficoltà della digitazione corretta del nome, con la schermata dei titoli è facile risalire ai suoi articoli
Il gatto in un appartamento vuoto
di Wisława Szymborska
Morire – questo a un gatto non si fa.
Perché cosa può fare il gatto
in un appartamento vuoto?
Arrampicarsi sulle pareti.
Strofinarsi tra i mobili.
Qui niente sembra cambiato,
eppure tutto è mutato.
Niente sembra spostato,
eppure tutto è fuori posto.
E la sera la lampada non brilla più.
Si sentono passi sulle scale,
ma non sono quelli.
Anche la mano che mette il pesce nel piattino
non è quella di prima.
Qualcosa qui non comincia
alla sua solita ora.
Qualcosa qui non accade
come dovrebbe.
Qui c’era qualcuno, c’era,
poi d’un tratto è scomparso
e si ostina a non esserci.
In ogni armadio si è guardato.
Sui ripiani si è corso.
Sotto il tappeto si è controllato.
Si è perfino infranto il divieto
di sparpagliare le carte.
Che altro si può fare.
Aspettare e dormire.
Che lui provi solo a tornare,
che si faccia vedere.
Imparerà allora
che con un gatto così non si fa.
Gli si andrà incontro
come se proprio non se ne avesse voglia,
pian pianino,
su zampe molto offese.
E all’inizio niente salti né squittii.
Traduzione di Pietro Marchesani
da La gioia di scrivere (tutte le poesie (1945-2009), Adelphi, 2010
E per concludere – i gatti scappano fuori da tutte le parti -, c’è la minaccia di una “Canzone per la Domenica” da parte di Tano Pirrone che ha tenuto oggi una applaudito incontro insieme a Gianni Sarro e Francesco Bono sul tema “Scritti e girati” alla Biblioteca Europea di Roma (leggi qui l’annuncio dell’incontro). Dove ha spiegato come un gatto chiamato ‘gatto’ – ‘cat’ (senza nome proprio), è centrale nella novel Breakfast at Tiffany’s (1959) e quanto è diverso il suo ruolo nel film omonimo di Blake Edward (1961).
La famosa scena finale del recupero di ‘gatto’ tra i bidoni della spazzatura, sotto la pioggia
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…Ma basta con tutte queste chiacchiere!
Tano Pirrone
21 Giugno 2024 at 06:08
Holly, la protagonista del romanzo di Truman Capote, ha un gatto, che chiama gatto perché il nome è un vincolo speciale che definisce un vincolo certo accettato definitivo: il gatto di Holly è un bel gatto rossiccio che è lui, quel gatto, ma è anche il “doppio” della sua bella e fiera padrona (no, padrona, no!), dell’Umana che le offre ospitalità, l’Ospite Umana, sì! Ma Holly è, a sua volta, il “doppio” di Truman Capote, lo straordinario scrittore americano (1924-1984). Ecco cosa ne scrive Capote: “Stava ancora coccolando il gatto. ‘E’ una piccola seccatura, il fatto che non abbia un nome. Ma io non ho il diritto di darglielo, dovrà sperare fino a quando non apparterrà a qualcuno. Ci siamo incontrati un giorno per caso vicino al fiume, non apparteniamo l’uno all’altra; e lui è indipendente come me. Non voglio possedere niente finché non avrò trovato un posto dove io e le cose faremo un tutto unico. Non so ancora precisamente dove sarà, Ma so com’è.” Sorrise e lasciò cadere il gatto sul pavimento.” (Truman Capote, Colazione da Tiffany, La Biblioteca di Repubblica, 2002.
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Bella serata e tutti soddisfatti: modulo azzeccato, professionalità e amore per la materia… ecco la formula magica! Dimenticavo: anche un po’ di fondoschiena nel trovare interlocutrici come Fiorella Virgili, capataz dell’Europea.
Grazie Gianni e grazie Francesco.
Gianni Sarro
21 Giugno 2024 at 08:49
Condivido ogni parola, sono stato fortunato io ad aver trovato due incursori intelligenti e curiosi, oltre che preparati come Tano e Francesco. Evviva Fiorella
Patrizia Maccotta
21 Giugno 2024 at 16:48
Grazie! Delizioso!
Baudelaire adorava i gatti.
“Dans sa fourrure blonde et brune
Sort un parfum si doux, qu’un soir
J’en fus embaumé, pour l’avoir
Caressé une fois, rien qu’une.”
(Le Chat – Spleen et Idéal)
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“Viens, mon beau chat, sur mon coeur amoureux:
Retiens les griffes de ta patte.
Et laisse-moi plonger dans tes beaux yeux,
Mêlés de métal et d’agate.”
(Le Chat, altra poesia, stesso titolo).
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Colazione da Tiffany, film e libro, magistralmente presentati ieri alla biblioteca Europea.
E visto che di gatti si parla, al cinema, nei libri e nella vita, che fine farà il gattino che Chiara/Marcello Mastroianni poggia su un scalino davanti alla Fontana di Trevi dopo averlo portato via, lontano dal prato dove viveva? (Caro Marcello.2024).