di Tano Pirrone
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Ricevo con la posta del mattino una poesia “post-elettorale” dell’amico Tano, insieme con il ritaglio immagine di un articolo da la Repubblica di oggi
S. R.
Non era artrosi
Credevo fosse l’artrosi
a impedire che lesto
il braccio s’alzasse
a pugno chiuso
come con orgoglio una volta
Credevo fosse il rigore
dell’arto a impedire
alle dita di serrarsi
nel saluto al compagno
caduto o perduto
Era invece il sopore dei tempi
il grigiore degli anni piovosi
l’assenza di orgoglio
il desiderio ormai spento
dei giorni più giusti
Ora torna potente
il necessario esibirsi
della voglia istintiva
del primordiale bisogno
di vivere insieme
e
insieme combattere
vincere o morire
vincere e morire
coi pugni serrati
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Da un articolo di S. Cappellini su la Repubbl. 11.06.24. pag.11
Luigi Narducci
12 Giugno 2024 at 15:54
Bella davvero. Non era quindi l’artrosi (metafora di tante altre ingiurie del corpo e della mente) a fermare il gesto elettorale, ma una combinazione letale di pigra rassegnazione e la meteorologia non collaborativa. Il potere sovversivo della pioggia è forse sottostimato. Un po’ di nostalgia e di sofferta retorica possono ancora risvegliare il vecchio spirito combattivo. Chissà, forse è tempo di prescrivere un bel temporale elettorale per tutti!
Tano Pirrone
14 Giugno 2024 at 18:45
Che piova, dunque e porti via il lercio strato di sterco che tutto ricopre.
Grazie, Luigi