proposto da Sandro Russo
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Completamento della canzone per la domenica n° 300: leggi e ascolta qui
Torniamo a Spoon River.
È molto chiaro che la rubrica settimanale “Una canzone per la domenica” rappresenta un bell’intreccio tra letteratura e musica, a volte più evidente, a volte meno. Non son solo canzonette! Certo che no. Questo numero 300 ne è il miglior esempio.
Siccome é stato uno dei motivi dell’agnizione, la serie di casualità e coincidenze che mi ha spinto a scegliere questi pezzi per la settimana musicale, pubblico qui di seguito l’epitaffio n° 126 dal libro di Edgar Lee Masters: Jonathan Swift Somers. Si tratta, ho letto da qualche parte, di un giudice, e non a caso ho trovato il testo sul web in in sito “di legge”:
Jonathan Swift Somers
Quando vi sarete arricchiti l’anima
il più possibile,
con i libri, la riflessione, il dolore, la conoscenza degli uomini,
la capacità d’interpretare sguardi, silenzi,
le pause nei grandi mutamenti,
il genio della divinazione e della profezia;
sicché vi parrà a volte di tenere il mondo
nel cavo della mano;
allora, se per l’affollarsi di tanti poteri
entro il cerchio della vostra anima,
l’anima prende fuoco,
e nell’incendio dell’anima
il male del mondo è illuminato e reso intelligibile –
siate grati se in quell’ora di visione suprema
la vita non v’inganna.
“Caratteristica tra le principali della poesia è rendere l’essenziale, cogliere l’intimità, chiarendo senza semplificare ma, anzi, mantenendo avvertibile la complessità. Tra le “rappresentazioni”, la meno simbolica e la più profonda.
Così, nell’epigrafe in cui Jonathan Swift Somers, giudice del villaggio di Spoon River, racconta se stesso attraverso le parole di Edgar Lee Masters, si ritrovano i fondamentali dell’esercizio della giustizia, ovviamente quella processuale: lo studio, l’osservazione, l’esperienza, la responsabilità, infine il dovere-potere di emettere una sentenza, in nome di un patto sociale.
Senza alcuna certezza che il percorso compiuto, umano e processuale, verso la comprensione di persone e fatti, non abbia ingannato, tradendo verità e giustizia” [(mp) – Fonte: http://www.tribunaledisorveglianza.venezia.it/per-concludere-una-poesia/ ].
Sul mitico album di Fabrizio De André. “Non al denaro, non all’amore né a cielo…” ho trovato ‘imperdibile’ un video su YouTube di Emiliano Visconti (*) – dura circa 25 minuti -, che analizza tutto quel che c’è dietro e intorno alle canzoni.
https://www.youtube.com/watch?v=IhNl8uYkYJ4
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Per chi è sopravvissuto all’esegesi, un’altra perla di Fabrizio De André – la sublimazione in poesia e musica della brutta avventura del sequestro patito in Sardegna insieme alla compagna Dori Ghezzi – , che dà un’idea di cosa abbiamo perduto con lui… e di quanto ci manca… Parlo soprattutto per me, ma penso di essere in buona compagnia.
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Nota
(*) – Emiliano Visconti, dal suo profilo Fb: Di Roma, vive a Cervia. Direttore artistico presso Intermittenze e Emilia Romagna presso Rapsodia Festival; precedentemente: La Bellezza delle Parole e Giulio Einaudi Editor.
Ha studiato Musica presso Alma mater studiorum Università di Bologna (ha frequentato dal 1993 al 1999)
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Appendice del 4 giugno 2024 (cfr. Commento di Fabio Lambertucci)
La foto inviata da Fabio:
Fabio Lambertucci
4 Giugno 2024 at 09:29
Molto buona la scelta del grande disco di De André.
Mille grazie, è uno dei miei Autori preferiti da sempre.
Invio una schermata di alcuni dei suoi album, tra quelli da me più amati.
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Immagine allegata in appendice all’articolo di base, a cura della redazione