di Francesco De Luca
Presento questo articolo con l’audio per una sua ragione speciale
Sarà quest’aria irreale, sospesa in un nuvolame da cui a sprazzi cade una pioggerellina evanescente, oggi, prima domenica di giugno, con già l’estate addosso, e dunque caldo, sudore, animosità, sarà… questa atmosfera intimistica indotta che mi porta all’attenzione che, oggi, la Chiesa celebra il Corpus Domini.
Nel ricordo: era quella festa carica di sole, di preparativi, di attesa. Le scuole stavano per chiudere, mamma mi aveva già fatto indossare i calzoncini corti e dunque la vacanza e il mare e il tempo libero mi attendevano.
Il Corpus Domini era una ricorrenza solenne. Meno eclatante della prossima festa, quella di san Silverio, ma più solenne.
Fra i paramenti sacri veniva ripreso dal ripostiglio il baldacchino che accompagnava, in processione, il parroco con l’ Ostia Santa.
Oddio… tutto questo mi sovviene come una eruzione dal profondo. Eppure la realtà mi pulsa intorno, coi gabbiani che girano all’infinito sul capo, mentre le campane sembrano suonare con più vigore.
E’ forse tutta una mia suggestione. Mia e della mia età che per i tanti anni consumati finisce per imbrogliare le giravolte e portare in evidenza ciò che è lontano nel tempo.
Sia lodato ogni momento
Gesù mio nel sacramento
oggi e sempre sia lodato
Gesù mio sacramentato
O Cuore amabilissimo
del caro mio Gesù
il vostro amor dolcissimo
non voglio niente più
Eccola qui la giaculatoria cantata che si ripeteva come un rosario. Mi balza nella mente e la ricanto.
Il parroco, vestito col piviale, il più solenne che c’era, il più ricco. Noi chierichetti… uno teneva il lembo destro e uno il sinistro. Avanti a noi il turiferario (era Silverio che agitava il turibolo) spandeva l’aroma profumato dell’incenso.
Il baldacchino, ne tenevano le aste i più grandi… il cancelliere Giosué, Silverio bersagliere, Peppino Di Monaco, Ninando.
Cosa è accaduto? Come mai nulla più c’è di tutto questo?
Sono cambiati i tempi… certo non c’è più quel trasporto religioso e nemmeno quella carica di devozione che saziava ogni motivazione.
La secolarizzazione è dominante, nella società e di conseguenza nella famiglia, ancor più nei fanciulli, attratti da altri simboli, altre malìe.
Non voglio preconizzare nessun ritorno al passato. Questo è stato superato, ma non è morto, tant’ è vero che questo articolo ne è la prova.
Che ciascun tempo abbia il suo afflato!
Il Corpus Domini, in chi ne ha goduto il fascino come me ha la sua caratteristica. Non storica, no, semmai romantica. Come la sto testimoniando.
E’ più forte di me, non riesco a trovare distacco da quel verso:
il vostro amor dolcissimo – non voglio niente più.
E’ un fatto emotivo, di puro sentimento perché di quell’amore non ho avuto sentore immediato. L’ho cercato… come la risoluzione di ogni mio mancamento umano.
Ecco qui… qui si disvela la forza della religione. Che non unisce per raziocinio ma per affinità sentimentale.
Non è la carica di verità la sua forza, e nemmeno la sacralità, è la carica d’amore.
Questo è l’audio
NdR: l’immagine di copertina è una foto della processione del Corpus Domini di qualche anno fa