proposto da Sandro Russo a seguito di un invio di Franco Sbano
Grazie a Franco Sbano che mi ha inviato questa foto presa ieri da casa sua, sul lago di Trevignano:
“Guarda un po’ che cosa si è visto ieri sera da casa mia! Le luci bianche del paese che si vedono al di à del lago sono di Anguillara”.
Apprendo dal giornale di oggi che non è stato uno spettacolo solo locale, ma ha interessato molta parte dell’Italia.
Qui il relativo articolo da la Repubblica (frontespizio e pag. 17 anche in file .pdf a fondo pagina).
Chissà se qualcuno l’ha fotografato a Ponza?
Tempesta solare da record
Il cielo colorato di viola E l’Italia si gode lo show dell’aurora boreale
di Matteo Marini – Da la Repubblica del 12 maggio 2024
Tutta l’Italia, davvero tutta, sorpresa, meravigliata, con gli occhi rivolti a nord, ad ammirare uno spettacolo rarissimo nei cieli settentrionali, figuriamoci a Sorrento, in Calabria o Sicilia. L’aurora della notte tra il 10 e l’11 maggio è stata qualcosa di storico, per la sua estensione e la sua intensità. E potrebbe non essere finita qui.
Quelle che chiamano “luci del nord” questa volta si sono prese metà dell’emisfero. Hanno dipinto di rosa le bianche nevi dell’arco alpino, dalla Val d’Aosta a Cortina fino al Friuli, immortalate dalle webcam sulle cime.
Lo stupore correva sui social, un passaparola entusiasta alimentato da scienziati e divulgatori che invitavano a uscire e fermarsi al cospetto del Cosmo che per una volta bussava alle porte del nostro cielo.
Twitter e Facebook sono stati invasi da commenti di sorpresa, finanche commossi, che accompagnavano le foto di pennellate di luce su Torino e la collina di Superga; Alessandro Marchini, direttore dell’Osservatorio astronomico dell’Università di Siena, ha ripreso il bagliore che svettava sulla Torre del Mangia. Si riusciva persino a intuirne le forme in cieli flagellati dall’inquinamento luminoso come quello di Roma o della costa romagnola.
In Puglia, sempre più bassa sull’orizzonte, ha incantato a Ostuni e Matera. Nello Ruocco, dell’Osservatorio Inaf di Sorrento, ha pubblicato i suoi scatti esclamando «E chi lo avrebbe mai detto!». Non lo avrebbero mai detto in Calabra e Sicilia, eppure, obiettivo alla mano (bastava un cellulare) lo provano le immagini postate da Coccorino e da Patti. L’Italia come il resto del mondo, milioni di persone unite dalla stessa gioia inaspettata. In Canada e Finlandia certe visioni appartengono quasi all’ordinario, non è certo così per chi abita la costa del Golfo del Messico: Louisiana, Alabama e Mississippi. Le “luci del sud”, all’estremo opposto, hanno rischiarato il cielo di Christchurch, in Nuova Zelanda. E c’è chi ha esultato persino da una delle province nel nord dell’India.
Il Noaa, l’Agenzia statunitense che monitora anche il meteo spaziale, aveva previsto una tempesta geomagnetica importante. Numerose eruzioni solari si sono scatenate nei due giorni precedenti, dirette verso la Terra. Le previsioni si sono rivelate però sottostimate: da intensità G4 sono passate a G5, il massimo, e in anticipo. Le bolle di plasma eruttate dal Sole hanno raggiunto la Terra come cavalloni di un oceano in burrasca. E non è finita. Nuovi fenomeni hanno continuato a investirci ieri. «È un fine settimana che passerà alla storia — Spiega Daria Guidetti, dell’Inaf, responsabile del programma Sorvegliati spaziali — una tempesta estrema, la prima dalla “serie di Halloween” del 2003. Arriva da una regione che resterà sul disco solare altri cinque giorni prima di tramontare. Potrebbero arrivarne altre».
Lo show è stato offerto da un gruppo di macchie solari che, insieme, misurano 16-17 volte il diametro della Terra, visibili addirittura a occhio nudo, con le adeguate protezioni. Da lì continuano ad accendersi violenti brillamenti, il picco di attività della nostra stella si avvicina: «Il massimo sarà quest’anno ma non è ancora arrivato — conclude l’astrofisica — anche se non siamo in grado di fare previsioni, penso che ci sarà da divertirsi».
L’attenzione resta alta perché la meteorologia spaziale è ancora imprecisa e le tempeste geomagnetiche più potenti possono danneggiare i satelliti e colpire gli astronauti (ma per ora nessun problema è stato registrato per gli equipaggi in orbita sulla Stazione spaziale internazionale, ha detto la Nasa) così come gli aerei lungo le rotte polari. Il Noaa, ha parlato di problemi ad alcune reti elettriche e al segnale Gps, Elon Musk ha scritto su X che i satelliti Starlink sono «sotto grande pressione, ma stanno reggendo». Durante la grande tempesta solare del 1989, in Canada milioni di persone restarono senza luce elettrica fino a 8 ore.
Il commento
Se la natura cambia abito all’improvviso
di Marco Belpoliti
Rosso, viola, blu, porpora, rosa. Di che colore è l’aurora boreale? Di colori ne possiede tanti e per molte ragioni, come ci spiegano gli scienziati. Ma la prima cosa riguarda proprio noi umani, dal momento che il colore là fuori lo produciamo attraverso la nostra attività cerebrale. Nel cielo ci sono solo radiazioni elettromagnetiche che interagiscono con la materia, molecole che cozzano e rimbalzano in un vorticare continuo. Siamo noi che riusciamo a trasformare tutto questo in valutazioni cromatiche. Il rosso è in alto, tra i 300 e i 400 km d’altezza per via degli atomi di ossigeno; poi c’è il verde più in basso prodotto dai medesimi corpuscoli sottili, che vengono scossi e shakerati; più sotto, intorno ai 100 km, stazionano gli atomi di azoto, che turbati appaiono rosa; infine ci sono il blu e il viola, figli di idrogeno e elio, che riusciamo appena a cogliere con i nostri occhi.
Come ha asserito un maestro del colore, Narciso Silvestrini, è il nostro sguardo che feconda il mondo e lo rende colorato, come in questa abbacinante apparizione cui diamo il nome di aurora boreale.
L’enorme potenza di questi cieli tinti nelle gamme per noi più inconsuete e sfumate risiede nel fatto che crediamo la Natura si mostri in modo così eclatante, mentre in realtà, come asseriva Eraclito, essa ama piuttosto nascondersi. Il colore più presente intorno a noi nel mondo è il verde, in realtà un non-colore. Sono le radiazioni che le piante non assorbono e respingono per cui, se potessimo osservarle con altri occhi, diversi dai nostri, le vedremmo rosse. Con questo evento, che dipinge i cieli come se fossero una tela di Rothko, il Nord sembra calare verso Sud. Grazie al vento solare il nostro cielo si veste d’abiti inusuali, là dove invece nel meridione la gamma dei blu e degli azzurri è lo stigma abituale.
Gli antichi abitatori del Nord interpretavano questi spettacoli meravigliosi attraverso la presenza di divinità padrone delle luci. Non solo il colore è apparenza, fenomeno ottico, ma anche spettacolo del lontano polo settentrionale, in cui l’aurora di mezzanotte si manifesta in modo quasi abituale. Qualcosa di inafferrabile, sfuggente e insieme di cangiante come quei meravigliosi colori che oggi cerchiamo di catturare con i nostri dominanti occhi elettronici.
In formato .pdf.: Il frontespizio e la pag. 17. di Repubblica di oggi, 12 maggio 2024