Racconti

Confessioni & confidenze. Il punto del cavallo

di Giuseppe Mazzella di Rurillo

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Moltissimi anni fa – forse trenta – lessi su “La Stampa” un’intervista ad Emilio Colombo.

Avevo nel mio ufficio stampa, alla provincia di Napoli, ogni giorno 19 giornali per confezionare la rassegna stampa per il presidente ed i 12 assessori. La mia attenzione era riservata soprattutto alla cronaca di Napoli ed alla regionale. Ma dovevo anche porre in rilievo la politica nazionale.
Il presidente Amato Lamberti – che fu a capo della provincia dal 1995 al 2004 e fu il primo presidente eletto direttamente dal popolo con la riforma Segni del 1993 – mi chiese di aggiungere alla mazzetta dei giornali anche “Le Monde” per uno sguardo alla stampa estera.

Lamberti era un sociologo ed un giornalista e prestava molta cura alla stampa. La mazzetta di giornali ogni giorno mi permetteva un enorme arricchimento culturale e politico e di acquisire una dimensione internazionale dei problemi che comunque vivevamo nella complessa realtà della metropoli di Napoli, la terza d’Italia dopo Milano e Roma, con 92 comuni ma con un comune egemone che era Napoli ed oscurava i piccoli comuni.

Lamberti era attento a tutto ed a tutti.
Misi l’intervista di Emilio Colombo in Rassegna perché mi colpì un passo. Una frase. Una citazione. Colombo viveva una fase di declino. Ultimo dei cavalli di razza della DC era anche l’ultimo membro vivente dell’assemblea costituente. Era al tramonto della sua lunghissima carriera politica. Non era ottimista sul futuro. Ma non si rammaricava per questo ruolo marginale ormai nella seconda repubblica senza più la DC alla quale aveva dedicato oltre 50 anni della propria vita. Non aveva più potere, lui che era stato decine di volte ministro ed anche presidente del consiglio incontrando i più grandi statisti del mondo.
La frase che mi colpi fu questa: “Diceva Hobbes che non si può stare per sempre sullo stesso punto del cavallo”.
Thomas Hobbes (1588-1679) se ne intendeva di filosofia politica. Il mondo cambia per rimanere se stesso.

Ho interpretato la frase di Hobbes citata da Colombo come una lezione di vita.
Così come non si può stare cavalcando sullo stesso punto del cavallo, nella vita pubblica non puoi avere la stessa valenza, peso, considerazione. Sulla via del tramonto o del contesto diverso dei tempi non puoi avere la stessa considerazione di un tempo. Se hai discusso con alti statisti che hanno avuto stima di te, non puoi rammaricarti se chi oggi ha il potere ti considera uno scarto, o un residuato bellico che non trova udienza.
É il segno dei tempi.

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