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E’ venuto a mancare oggi pomeriggio a Senago (Milano) Candido Musella.
Candido era mio cognato, aveva 89 anni. A distanza di due anni da sua moglie Silvia, mia sorella.
In gioventù abitava sopra al Montagnone, a Le Forna. Figlio di Antonio Musella, da Ventotene.
Antonio, forse qualcuno lo ricorda, morì tragicamente nella miniera di bentonite a metà anni sessanta.
In gioventù Candido era stato pescatore in Sardegna e in Toscana. Aveva poi fatto diversi imbarchi su navi che andavano fino all’altra parte del mondo; ritornano alla mente i racconti di quei viaggi.
Casualmente in Toscana incontrò, in un porto dell’isola d’Elba, un ingegnere milanese, alto dirigente dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano.
Salvò la vacanza di quel signore riparando il motore del suo yacht e incassò un biglietto di sola andata per Milano.
Lavorò per il resto della sua vita in quell’ospedale come tecnico della centrale termica, forte del suo libretto da motorista.
Nel tempo si specializzò e chiuse la sua carriera lavorativa come capo della centrale. I primi anni li passò a Milano da solo, senza la moglie, ma quando maturò la convinzione che quella scelta poteva andar bene portò con se anche Silvia.
Negli anni successivi sono arrivati i figli Anna e Antonio.
E poi nel tempo i nipoti: Claudia, Giulia e Marco.
Candido non ha mai, comunque, interrotto il suo legame con Ponza e con il mare.
Le vacanze sue e della sua famiglia erano nella casa che aveva costruito prima di sposarsi sopra al Montagnone.
Il suo tempo a Ponza lo passava andando a pescare o in compagnia degli amici di sempre.
Questo fino a quanto un male invalidante lo ha fermato una ventina di anni fa.
E’ rimasto lucido fino alla fine.
Fai buon viaggio, caro Candido.