di Francesco De Luca
Aniello Aprea ci ha preso gusto. Vedere pubblicati i suoi ricordi lo riporta indietro, a quando da professore delle Medie a Le Forna, rappresentava la ‘ didattica alternativa, quella che cerca di impattarsi con gli alunni attraverso le esperienze reali.
Lui ha incarnato appieno il professore che insegna usando il linguaggio del ‘fare’.
Aveva capito che gli alunni si interessavano alla Scuola se questa non disdegnava la vita pratica.
La sua didattica era infarcita da escursioni, esperienze dal vivo, con merende all’aperto, bagni e giochi.
Così, con gli alunni di 3^, era stato deciso che la domenica si sarebbe andati a Zannone. Domenico Musco avrebbe messo a disposizione il gozzo. Ma, si sa, Zannone è luogo infido perché non ha attracchi sicuri. A meno che si sia propiziati dal tempo buono.
Ma, quella domenica il tempo non lo permetteva. E’ palese per tutti, sì, ma non per gli alunni che si erano preparati per la gita. Erano entusiasti, e l’aspettativa era incontenibile. Tanto che tutta la classe si presentò a casa del professore Aniello.
Sia chiaro: si era in giugno e dunque il sole e il mare mandavano il loro richiamo appetibile ma… l’attracco allo ‘scalo’ di Zannone, solo quello, era l’impedimento maggiore.
Cosa si fa? I ragazzi, zaino in spalla, erano tutti lì, in attesa della decisione del Professore. Che, vista la parata, sceglie di andare su Piana d’ Incenso. Lì c’è la casa di Scarogni, di cui l’alunno Fiasco ( Antonio Avellino ) ha la chiave.
Il pianoro possiede le qualità per garantire ai ragazzi ore di serenità, di spensieratezza, di divertimento.
Al momento opportuno la casa di Scarogni avrebbe offerto l’opportunità di sedersi tutti a tavola e godere delle prelibatezze che i ragazzi erano riusciti a farsi preparare dai genitori.
Mariangela sembra che abbia portato un ‘primo’ da leccarsi i baffi. Altri si diramano per le case vicine e recuperano acqua, vino e frutta.
Insomma, quella che doveva essere una escursione didattica è diventata una scampagnata. Con una nota finale. In casa c’è dello spumante. Il padrone è assente ma Fiasco si fa garante: prufessò, dimane ce ha mecco io na buttiglia chiena.
La garanzia è ritenuta fondata per cui lo spumante chiude in bellezza il convivio.
Che è ricordato ancora da tutti. Per l’eccezionalità dell’evento.
Aniello infatti ci tiene che i nomi e i cognomi siano espressi, affinché il ricordo dia a tutti il sorriso. In questi tempi di preoccupazione, il sorriso sia il compagno della primavera.
Aniello Aprea narra, Francesco De Luca scrive.