.
15 febbraio. Per la presentazione della serie, leggi qui.
Ciclo di incontri organizzati da Gianni Sarro, in collaborazione con Tano Pirrone e Francesco Bono
Presso la Biblioteca Europea inizia una serie di incontri gratuiti per raccontare il rapporto tra la settima arte e la scrittura.
Quante volte abbiamo detto di un film “il libro era più bello”?
Oppure abbiamo pensato che la pellicola avesse tradito il testo da cui era tratta?
E se invece tra opera cinematografica e opera letteraria intercorresse una “relazione amorosa” più complessa e a volte travagliata fatta di un dialogo con linguaggi molto simili ma anche totalmente diversi?
Per questo primo appuntamento ci sarà un ideale “corpo a corpo” tra Thomas Mann e Luchino Visconti (La morte a Venezia / Morte a Venezia), Arthur Schnitzler e Stanley Kubrick (Doppio sogno / Eyes Wide Shut) e tra Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos e Milos Forman (Le relazioni pericolose / Valmont).
La serata del 15/2 in libreria
Inizia Tano con la lettura dell’incipit dal libro Doppio sogno di Schnizler (la favola del principe letta dalla/alla bambina) seguita dalle scene dell’inizio del film Eyes wide shut di Kubrick con il commento di Gianni.
Proprio nelle scene iniziali Alice e Bill / la coppia anche nella vita Nicole Kidman e Tom Cruise, si preparano per andare a una festa elegante.
E c’è un nudo della bellissima Nicole nel bagno e allo specchio (già che c’è, fa anche pipì).
Il libro però comincia come ha letto Tano, con la favola del principe. E allora?
Gianni fatica un po’ a riportare l’attenzione della sala dalla Kidman nuda alla trasposizione che ha fatto Kubrick del libro.
L’ha forse ignorato del tutto?
Nooo!
La favola all’inizio del libro evoca due colori: il rosso del mantello del principe e il blu del cielo… e si può constatare che si ritrovano dappertutto nel film… L’ambientazione nel periodo di Natale fornisce il pretesto alla moltiplicazione delle decorazioni luminose, i colori sono quelli di una fiaba in cui il blu in particolare svolge un ruolo importante… Blu è lo sfondo su cui vediamo muoversi all’inizio Bill/Cruise, poi subentra il rosso delle tende che incorniciano Bill e via dicendo).
Originale modo per introdurre il discorso più generale delle storie “scritte e girate”. Il regista sceglie di prendere dalle pagine quel che più lo attira – se il regista è un genio come Kubrick il modo è ancora più interessante -, ma il libro torna e ritorna, nel film, anche in forme inaspettate… in questo caso, ci ha detto Gianni, attraverso i colori.
E è ovvio, a pensarci… – é un discorso che torna anche alla fine dell’incontro, con quel che dice Francesco Bono – perché il libro comunica con le parole, il film attraverso le immagini. Questo è un bel modo per farlo capire Elementare Watson!
La serata prosegue, tra letture e scene di film viste sullo schermo, con un ampio approfondimento centrale da parte di Francesco Bono, che sommarizza (e poi approfondisce) alcuni punti:
– Riduzione, con tanti esempi e tante varianti… Uno per tutti: da un romanzo molto lungo (di Lev Tolstoj pubblicato nel 1877), Anna Karenina, si sono tratti un primo film del 1997 diretto da Bernard Rose, di 108 min., e un secondo (del 2012 diretto da Joe Wright, con Keira Knightley e Jude Law) di 130 min.
– Adattamento – attraverso l’esempio di Psyco del 1960, di Alfred Hitchcock (dal romanzo di Robert Bloch, del 1959) è tutt’altra cosa rispetto al libro. Di quel libro non si ricorda più nessuno; il film è entrato nella storia del cinema.
– Trasposizione – anche la più fedele, è sempre una trasformazione ma… non leggeremo mai più allo stesso modo quelle pagine (es. la seduta dal barbiere del prof. von Aschenbach in La morte a Venezia di Thomas Mann, dopo aver visto la scena del film di Visconti Morte a Venezia (1971)– (la lettura della pagina viene fatta da Tano in contemporanea con lo svolgersi della scena sullo schermo).
– Fedeltà / infedeltà del film al libro. E qui gli esempi sarebbero tantissimi, da poterne parlare per ore. Ne riporto qualcuno… il regista può prendere dal libro solo “l‘ispirazione”, un’idea. Come per Apocalypse Now (1979 di Francis Ford Coppola), “liberamente ispirato” al romanzo di Joseph Conrad, Cuore di tenebra (1899), Heart of darkness): l’angoscia, le tenebre, gli abissi dell’animo umano vi sono scandagliati e per quanto possibile descritti, ma le due storie sono sostanzialmente diverse: è stato uno dei film più incisivi contro la guerra americana in Vietnam, di quegli anni. Molto probabilmente sono più quelli che hanno letto il libro dopo aver visto il film, che il contrario.
Tra libro e film si istaura una doppia sfida: il cinema cambia la letteratura, ma anche al contrario, un libro non sarà più letto allo stesso modo dopo che se ne è fatto un film (riuscito).
Altri esempi: L’Angelo azzurro, film del 1930, diretto da Josef von Sternberg. Chi si ricorda più del libro e del suo titolo (Professor Unrat di Heinrich Mann), dopo che ne è stato fatto un film ‘mito’ con Marlene Dietrich?
E le storie dei più famosi film non fatti?
La Recherche di Proust che Visconti non fece;
il Napoleon di Stanley Kubrick;
Il viaggio di G. Mastorna, di Fellini… e per restare al “Maestro”, quando parleremo della sequenza finale di Fellini 8 e 1/2, girata e non inserita nel film (come quando e perché) che sembrava perduta, poi si sono viste le foto e sembra che sia stata anche ritrovata la pellicola.
Cinema e letteratura – La scrittura e lo sguardo.
Leggiamo storie e vediamo storie… La nostra attenzione è, con entrambi i mezzi espressivi, focalizzata sulla trama, su quel che succede.
La fruizione ideale sarebbe quella di leggere le parole, e vedere le immagini. Un obbiettivo da porci, uno sforzo da fare, anche se rimaniamo per inerzia e abitudine ancorati alla trama.
Insomma, ce ne sarà da parlare ai prossimi incontri!
Francesco ha detto di aver letto per caso, sulla locandina, che questo era il primo appuntamento di una serie. Ha detto che non sapeva se esserne contento o terrorizzato.
Noi contenti!
Alle prossime!