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Siamo un po’ in ritardo, con il resoconto della riunione ai lettori di Ponzaracconta, ma non siamo stati privi di notizie al riguardo, perché già il giorno dopo, mercoledì 21 abbiamo pubblicato un comunicato dal notiziario della Regione Lazio in cui l’assessore al Bilancio, alla Programmazione economica, all’Agricoltura, alla Sovranità alimentare, alla Caccia e alla Pesca e ai Parchi e alle Foreste della Regione Lazio, Giancarlo Righini valuta positivamente l’opera: “«Il progetto del nuovo porto di Cala dell’Acqua a Ponza, messo a punto dal Cnr insieme all’Università La Sapienza e previsto nel piano regionale approvato in giunta, è in assoluta coerenza con le linee di governo regionale in tema di sostenibilità (leggi qui).
Notizia riverberata il giorno successivo da Latina Oggi (leggi qui).
Questo in buona sintesi quel che si è detto e sentito alla riunione.
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Una folta presenza, oltre le ottanta persone (molti anche fuori dalla sala), fa ben sperare gli addetti ai lavori sul forte interesse della popolazione al tema trattato.
La riunione è iniziata puntuale con una breve introduzione dell’ingegnere Aprea che ha sottolineato come il Comitato Samip, da anni si batta per la riqualificazione del comparto 13 e per la costruzione del porto, tanto da aver partecipato anche ad una delle prime conferenze di servizio.
Prima di passare la parola a Guido del Gizzo, rappresentante della società Marina di Cala dell’Acqua, ho speso anche io due parole, per ringraziare la popolazione partecipante e stimolare al dialogo e al dibattito, perché il silenzio può far uscire solo “brutte sorprese”; in questo caso, provando a “svelare tutte le carte” si potrebbe non solo dimostrare alla popolazione di voler far sul serio e non chiacchiere da campagna elettorale, ma andando ad interloquire con chi effettivamente procederà alla costruzione e gestione del porto vuol dire mettere subito in chiaro il ruolo che vuole svolgere la popolazione fornese.
Del Gizzo ha preso parola illustrando per sommi capi la situazione, dall’inizio del suo coinvolgimento fino a oggi. Ha spiegato che della vecchia proprietà azionaria di Marina di Cala dell’Acqua, non c’è più nessuno e che in ogni caso all’iter precedentemente avviato ci sono state delle integrazioni rispetto alle richieste dalla Regione Lazio in conferenza di servizi. Inoltre che nel progetto c’è anche una partecipazione dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma, con l’idea di sviluppare sull’isola di un laboratorio d’innovazione (procedimento aperto con Ferraiuolo sindaco, ma ancora oggi non reso operativo).
Dopo questa lunga spiegazione si è passati alle domande dei presenti a partire dall’incertezza del Comune di Ponza a proseguire il progetto, inclusi il ricorso al TAR e all’eventualità di quello Consiglio di Stato. Qui Del Gizzo ha ripetuto tranquillamente cose che già sono state scritte su queste pagine; inoltre, che se il Comune (che ha già perso il TAR) andasse al Consiglio di Stato perdendo anche quel ricorso, si sarebbe perso solo tempo prezioso, ma il porto ancora si potrebbe fare. Ma il Comune di Ponza dovrebbe pagare, in ogni caso la Società per quanto speso in progettazioni e impegno fino ad oggi. D’altra parte, chiudendo la procedura, si vedrebbe sfumare definitivamente il porto per almeno i prossimi 10 anni.
Da alcuni presenti è stata sottolineata tutta la questione relativa al Comparto 13 stralciato dal Piano Regolatore, rimarcando per l’ennesima volta la volontà di dare una giusta collocazione e direzione all’area ex Samip ormai abbandonata al proprio destino e diventata deposito (o peggio discarica abusiva) da cinquant’anni!
Ci sono state domande relative alla possibilità di un “Porto chiuso per pochi eletti” o un “Porto aperto a tutti”; della sistemazione delle varie attività commerciali del luogo…
Del Gizzo ha spiegato che gli introiti della società saranno per lo più relativi ai posti barca, quindi, ci sarà sicuramente spazio per tutti; per le varie attività commerciali ovviamente dovrà pensarci il Comune, per il momento c’è piena disponibilità da parte della società. È stato fatto l’esempio di un solarium nel lato esterno della diga foranea che potrebbe essere tenuto da chi lo gestisce anche adesso nella medesima zona.
Si è parlato di cantieri e della possibilità di far confluire e collaborare i maestri d’ascia locali in quella che sarà la zona cantieristica del nuovo porto.
Non ultima per importanza, la questione posta più volte dalla consigliera di minoranza Lucia Vitiello e sollecitata anche da me, di capire il ruolo del Comune di Ponza in questa costruzione. Ovvero cosa ci ricaverebbe il Comune di Ponza se, come si dice, “sta dando a un ‘forestiero’ un pezzo di se!”.
Del Gizzo è stato più che chiaro su ciò… Ha detto: “Per me il Comune può entrare in parte fino al 20%, ma il Comune di Ponza, non un singolo del Comune di Ponza, perché se siamo qui davanti a tante persone è un impegno preso con tutti e non con uno solo.
Dopo più di un’ora di chiacchiere e dibattito si è ringraziata la popolazione e sciolta la seduta con la promessa di ulteriori incontri e aggiornamenti sul tema; magari anche un dibattito pubblico tra Marina di Cala dell’Acqua e Comune di Ponza, con la speranza che si trovi realmente una quadra e che il Porto non rimanga solo uno specchietto per le allodole da tirar fuori di tanto in tanto in occasione delle tornate elettorali.
Sandro Russo
24 Febbraio 2024 at 12:20
Sono sorpreso, ma neanche tanto, del famoso (abusatissimo ossimoro) “assordante silenzio” seguito all’incontro che si è tenuto a Le Forna qualche giorno fa e al successivo resoconto di Martina su quel che vi si è detto e sentito.
Neanche tanto però, perché per quanto conosco dei ponzesi, di una cosa, un argomento, tanto più è importante e dolente, tanto meno ne parlano.
Per la parte dell’attuale Amministrazione la questione è più complessa… Non si sa come, non si sa chi, ha classificato questo sito Ponzaracconta tra i nemici da combattere, non a viso aperto però, ma con metodi infidi, tra cui anche quello di togliere ad esso il confronto, il bene della parola.
Lode a Vigorelli che almeno ha preso come si dice ‘carta e penna’ e anche se con la sua nota supponenza, ha scritto in Redazione una lettera di “Consigli a Martina” che (poi o contemporaneamente) ha pubblicato sulla sua pagina Facebook. E davanti al nostro rifiuto (a lui motivato) di pubblicargliela, ha scritto di nuovo, sempre avendo risposta dal sottoscritto cui preferenzialmente si rivolge (quattro lettere, andate e ritorno, oltre a quella alla “Cara Martina…”).
Scontro anche aspro, ma rispettoso delle diverse posizioni, a fronte del silenzio ufficiale del Comune, che deve delle spiegazioni… e come!, non tanto al sito [ma questo Commento è personale, non concordato con la Redazione], bensì a tutti i ponzesi.
Credo, immagino – anche Vigorelli lo sostiene -, nella malintesa antinomia (incompatibilità?) tra i lavori di ampliamento del porto di Ponza e il nuovo porto di Cala dell’Acqua. Come se tra le due opere non vi fosse sinergia, piuttosto che competizione: che peraltro è la tesi sostenuta dall’illuminato politico quando promosse il progetto, anche se lavora a più livelli e gioca su più tavoli.
E (come se) lo sviluppo di Le Forna si risolvesse con l’ampliamento del porto borbonico.
Queste, per chiarezza, le posizioni sul tappeto. Mi pare che il silenzio non giovi a nessuno.
Piero Vigorelli
24 Febbraio 2024 at 23:20
Alla redazione, mia rispostina al commento di Sandro Russo sul porto a Cala dell’Acqua
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Da Sindaco e ora da turista, ho sempre lavorato per la messa in sicurezza del porto borbonico (scogliere anti levante) e per la realizzazione del porto turistico a Cala dell’Acqua. Nessuna antinomia o incompatibilità può esserci fra i due obiettivi di sviluppo.
Sul porto borbonico, ho ripreso il dossier e ci sono state varie riunioni con i vertici del ministero dei trasporti. Ma non c’erano soldi a disposizione (quelli stanziati in epoca Porzio, che poi ha bloccato il porto, sono stati spesi altrove).
Non ho notizie di iniziative da parte dell’amministrazione Ferraiuolo per sbloccare la vicenda, mentre ho buone speranze che l’Amministrazione Ambrosino riesca a convincere il governo di centrodestra a finanziare l’opera pubblica (il porto borbonico è statale),
Sul porto turistico, bloccato dall’amministrazione Ferraiuolo, ho scritto come la penso su Facebook, poiché Ponza Racconta ha deciso di non pubblicare il mio testo.
Ho seguito la diretta dell’incontro al ristorante Angelino, e non sono emersi elementi importanti che mi abbiano fatto cambiare idea.
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Risponde per le vie brevi Sandro Russo, senza ricorrere a un nuovo Commento
Ha visto Vigorelli, che quando non insolentisce nessuno a botte di branchi di maialini, la pubblichiamo?
Ma se non c’è incompatibilità e questa volta si presenta la possibilità di mandare avanti entrambi i progetti, a maggior ragione mi chiedo – certo da ingenuo benpensante, ma anche da persona pratica -: che motivo ha il Comune di mettersi di traverso?