Usi e Costumi

‘A ciacella

di Francesco De Luca

 

La mente di chi ha anni sulle spalle… tu guarda cosa mi è venuto in mente oggi: ’a ciacella.

Era una parola usuale di Silverio ’u matto. Lo si chiamava così perché in lui la sindrone di Down era manifesta in forma grave. Corporatura e viso come da sindrome, con deficit intellettivo accentuato, difetti di pronuncia e comportamenti atipici: col cappotto in estate e altre stranezze. I compaesani nell’appellativo lo bollavano in modo sbrigativo e feroce. Senza età, viveva, in povertà, col fratello Pasquale, che ricordo burbero e brutto.

Silverio in una foto tratta dal libro ‘Italo Insolera fotografo’

Silverio no… era dolce, affezionato. Passava per le case e gli veniva donato qualcosa da mettere sotto i denti.

Lo si vedeva nelle feste in piazza, appresso alla fanfara. Nessun gesto sconcio, nessun eccesso. Il paese era il suo ospedale, il suo ricovero, la sua casa espansa.

Quando gli si dava  nu culurcio ‘i pane  con la carne allora gli occhi gli brillavano di ringraziamento  e di desiderio. ‘A ciacella… chiamava la fettina di carne. Alla quale si rivolgeva sfrontato: “Temi…? Paua…?” E la mordeva con voluttà. Traduco: tremi…? Paura…? E giù il boccone!

Ho avuto modo di assistere a questa scena, e simili. Non tante e nemmeno eclatanti ma… il ricordo va a scovare nei ripostigli mentali.

Per quale ragione ne riporto le immagini? Per quella tenue carenza affettiva che colpisce gli anziani come me.

Silverio ‘u matto… sono personaggi che oggi non troverebbero accoglienza in paese. La sanità pubblica prevede, per ogni patologia, una cura, un alloggio, il personale adatto che controlla l’andamento.

Ma va… tutte balle. La sanità nazionale è a pezzi perché gestita dalla politica, che è corrotta e opportunista. Manifestazione, questa, di un sentimento sociale divenuto merce.

Per stare bene occorre comprarsi l’assistenza, vendersi alla politica e… soprattutto disprezzare la propria umanità.

L’ideale sociale non è lo star bene con sé e con gli altri, o, almeno, provarci, no, l’ideale è lo star comodi, acquistando privilegi e vendendo correttezza.

 ‘A ciacella la vogliamo, togliendola agli altri. Perché? Perché ‘a ciacella  per tutti c’è, se distribuita fra tutti.  Venendo dietro all’avidità personale si danneggia la socialità e l’ecosistema. Oramai questa lezione è davanti agli occhi: l’autolimitazione, la condivisione, il rispetto dei tempi stagionali, delle culture e degli uomini.

Silverio ‘u matto oggi troverebbe più disagi di ieri. Ed erano tempi di magra!

 

NdR: sul sito troviamo descritta la figura di Silverio ‘u matt’ e raccontato il tempo in cui visse in un ricordo di Enzo Di Fazio (leggi qui)

 

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