Racconti

La mia Zannone

di Biagio Vitiello

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C’ero anch’io nel periodo in cui viveva a Zannone la famiglia  di “Alfonsino”. E non c’era  solo il Casati. L’isola a quel  tempo era frequentata  da altri nobili milanesi (ricordo il conte Mosca che, quando insieme a Pompeo Scotti, portavamo del pesce (pescato in eccesso dai fanalisti) ai “signori”, ci rimpinzava  di cioccolato.
L’ isola era affittata a una società di nobili milanesi: La Faggiana, proprietaria  di una grande azienda  agricola, diventata poi Parco del Ticino (ivi si trovano documenti importanti, soprattutto sul passo degli uccelli a Zannone).
Sono stato anche io compagno di giochi di Alfonso. Ricordo che nella villa “i signori”, lasciavano i fucili carichi e incustoditi sotto il muretto  del portico e per poco Alfonsino non fece un bel guaio, tirando il grilletto di un’arma per farmi vedere come funzionava. Fortunatamente io ero chino a raccogliere le cartucce vuote, per poi giocarci, e la fucilata mi passò vicino.

Ora il faro di Zannone è tenuto dai Carabinieri  Forestali, in perfetto stato  di conservazione; un solo piccolo appartamento è in uso al Comando Zona Fari.
Spero che Giupponi torni a Ponza per fare un bel video su Zannone, dove ognuno di noi figli di fanalisti possa raccontare, di quel che ha vissuto in quel luogo, la sua parte di storia.
Io ho ancora tanto da raccontare…



C’è anche il famoso leccio classificato in un primo momento (erroneamente) come Quercus ilex virginiana 

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