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Nella seconda metà degli anni ’60 la mia famiglia si era trasferita in Belgio, ma rientravamo sempre a Natale, a Pasqua e l’estate. I rientri natalizi a Salerno, città natale di tutta la famiglia, erano una festa, dopo il freddo, il grigiore e la mancanza di profumi centro-europei.
Oltre al Vicolo della Neve e Pantaleone, mio padre faceva tappa fissa da un suo compagno di scuola, che aveva un negozio di dischi: a Natale del ’68 tornò a casa con un doppio vinile della Durium, che era appena uscito.
Lo abbiamo ascoltato fino a consumarlo.
Era una raccolta delle canzoni del Café chantant napoletano per antonomasia, il mitico Salone Margherita.
Armando Gill, al secolo Michele Testa, è stato il maggior rappresentante di una scuola di cantautori come Bovio, Maldacea, Pasquariello molto ironici e mai volgari.
La cancel culture moderna, sui temi dell’emancipazione femminile, li relega in una dimensione di oblio, prossima alla scomparsa: sarebbe un peccato e una sciocchezza.
La canzone è del 1926 e l’interpretazione di Roberto Murolo, come quasi sempre, è impeccabile (il testo è allegato al video su YouTube).
Buona domenica
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Luisa Guarino
22 Gennaio 2024 at 18:03
Il brano “E allora? (perché è di questa canzone che si parla) interpretato da Roberto Murolo è uno dei più famosi di questo sfizioso genere musicale da Café Chantant che ha imperversato per tanti anni a Napoli. E’ uno dei classici pezzi in cui a chi canta fa da spalla il pubblico, con quell’interrogativo sempre più incalzante: “E allora?”. Dopo l’ennesima richiestra la canzone si conclude così: “E allora ebbi la prova di una grande verità: ch’a via vecchia, p’a nova, non s’adda mai cagna’”. Come si può appunto ascoltare su YouTube.