di Gianni Sarro
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Due brevi note su film che compiono sessant’anni: Per un pugno di dollari e Il dottor Stranamore.
Sessanta e non li dimostra. È il 1964 quando Sergio Leone gira Per un pugno di dollari: è l’inizio dell’epopea degli spaghetti western, ossia del western all’italiana. Leone dilata i tempi, rende i dialoghi rarefatti e sfrutta al meglio le composizioni di quel genio musicale che è Morricone. La pellicola, insieme a Qualche dollaro in più e a Il buono, il brutto e il cattivo, costituisce “la trilogia del dollaro”, dove è evidente che al centro della narrazione l’unica etica conosciuta è quella dei soldi, il bottino, il tesoro, e sono spariti ‘gli ideali’.
Protagonista assoluto Clint Eastwood, che interpreta lo straniero senza nome, un individuo misterioso, senza passato e senza futuro.
Capolavoro atemporale. Da guardare e riguardare, tanto non annoia mai.
Il dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba (Dr. Strangelove or: How I Learned to Stop Worrying and Love the Bomb), noto più semplicemente anche come Il dottor Stranamore.
Il film più caotico di Stanley Kubrick. La parola usata come barriera protettiva, non svela l’anima di chi la pronuncia. La razionalità sovradimensionata dell’uomo si scontra contro una Volontà che impone il caso (e il caos) come autentica forza motrice dell’universo. La War Room come rappresentazione dell’Io e delle zone più oscure della psiche. Centralità del montaggio usato come significante (la forma rinvia al contenuto). Il corpo di Stranamore simbolo della dualità umana.
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Appendice del 20 gennaio (cfr. Commento Sandro Russo/Gianni Sarro)
L’allegato inviato da Gianni: Il Dottor Stranamore_Sequenza tagliata
Sandro Russo propone un invio di Gianni Sarro
20 Gennaio 2024 at 08:17
Probabilmente Gianni (G. Sarro, il nostro ‘Maestro’ di cinema) è in pieno trip kubrickiano, perché nei giorno scorsi ci ha mandato un file .pdf tratto da uno dei suoi famosi e ‘misteriosi’ libri (gli investigatori hanno scoperto che va a scovarli nelle più nascoste “Biblioteche di Roma”), con una sequenza soppressa (non inserita nel film uscito nelle sale) del dott. Stranamore, il film di cui si celebra appunto il ’60 anniversario.
E’ una specie di comica finale, a torte in faccia (!) – tutto il film è da ridere, ancorché tragicissimo, visto che mette in scena la fine del mondo! – e la cosa buffa è che a leggere lo scritto, di pugno dello sceneggiatore del film, ho avuto la sensazione di averla vista, tanto è vivida la descrizione e emblematica dell’atmosfera che pervade tutto il film (…capolavoro assoluto!).
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L’allegato in file .pdf, così come l’ha mandato Gianni, nell’articolo di base: due paginette e mezza che chi è interessato deve andare ‘volontariamente’ ad aprire. Vedrete che ne sarà valsa la pena
Gianni Sarro
22 Marzo 2024 at 22:36
L’anniversario del giorno –
Il 22 marzo 1921 nasceva Nino Manfredi, uno dei cinque grandi del cinema italiano del dopoguerra, insieme a Gassman, Mastroianni, Sordi e Tognazzi.
Dopo l’accademia, Manfredi entra nella compagnia teatrale di Vittorio Gassman. Il primo grande successo lo deve alla tv, partecipando a “Canzonissima” del 1959, grazie al personaggio di Bastiano il barista di Ceccano. Nello stesso anno recita in L’audace colpo dei soliti ignoti, diretto da Nanni Loy. La strada è ormai tracciata e Manfredi si afferma come uno degli attori più bravi in circolazione.
Deve il suo successo ad una precisione maniacale e ad una cura del dettaglio rara, oltre al talento innato. Osservate la mimica del suo sguardo: vale più di cento parole.
Tra i tanti successi, segnalo Straziami ma di baci saziami, Operazione san Gennaro, Nell’anno del Signore. Negli anni ’70 raggiunge lo zenith, contribuendo a rendere capolavori senza tempo Le avventure di Pinocchio dove interpreta un insuperabile Geppetto cinematografico e l’epocale C’eravamo tanto amati di Ettore Scola. Ancora una grande interpretazione da ricordare è quella disegnata in In nome del Papa Re (1977, diretto da Luigi Magni).
Manfredi è e rimarrà un monumento del nostro cinema.
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