Attualità

E’ arrivata… la Corte dei Conti

di Tonino Impagliazzo

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La Corte dei Conti nei giorni scorsi, precisamente il 28.12.2023, ha emesso, e successivamente notificato al Comune di Ponza, un’ordinanza riguardante il riequilibrio finanziario dell’Ente, con la quale chiede, in merito al disavanzo dello stesso, chiarimenti e integrazioni documentali concernenti:
a) – la quantificazione della massa passiva effettiva;
b) – l’attendibilità delle previsioni di Entrate e di Spesa;
c) – le modalità di raggiungimento dell’ equilibrio complessivo all’interno del Piano.

Il riscontro dovrà essere fornito entro 30 giorni dalla ricezione dell’ordinanza.

La lettura del documento mi ha riportato in primis al post di Natale del sindaco Francesco Ambrosino quando riferisce che “l’enorme impegno finanziario si affronta solo se il Comune riesce a generare nuove entrate in modo da non gravare sulle tasche dei già tartassati cittadini”.
Ma gli atti conseguenti vanno – almeno finora – in altra direzione e su altre scelte, ed è qui che mi ritorna alla mente la frase di Francesco De Luca quando nel suo articolo “Paradosso isolano” (leggi qui) afferma che il paese è ricco e il Comune è povero.

È noto a tutti i cittadini che alcuni lavori legati al mare hanno una capacità di produrre reddito, in milioni di euro, che supera ogni previsione.
Gli attuali Amministratori, delegati alla gestione della “cosa pubblica” del Comune di Ponza, sembra che non abbiano l’appropriata conoscenza dell’esistenza di questa potenzialità che potrebbe essere utilizzata per un riequilibrio economico-finanziario dell’Ente e che non si adoperino per una gestione condivisa (pubblico/privata) delle attività legate al mare.
Il dissesto finanziario dell’Ente Comune può essere scongiurato in buona parte se valutato sotto l’aspetto di una pari dignità tra Ente pubblico e imprenditoria privata dell’isola, nell’ottica di un rilancio economico-turistico e in aderenza con le straordinarie potenzialità del territorio.

Nei giorni scorsi di vacanze natalizie mi sono dilettato a leggere l’ottimo lavoro di Vincenzo Ambrosino, pubblicato su Ponza Racconta, su Portualità e Demanio Marittimo (leggi qui) e l’invito che lo stesso, con saggezza e lungimiranza, rivolge ai cittadini affinché siano ridotti gli eccessi dei pochi con recupero a favore della collettività.
Lo stesso suggerisce che l’Ente Pubblico rimuova quella condizione che lo vede impegnato unicamente nella gestione della spesa ordinaria della “cosa pubblica” e divenga soggetto attuatore, coordinatore e gestore di un piano economico generale e complessivo dell’isola.
I rimedi per il risanamento finanziario, se individuati e attuati con tempestività, saranno in grado di dare adeguato respiro economico all’Ente per un riequilibrio del Bilancio, allontanando ogni iniziativa anomala che può provocare solo danni.
Il Comune di Ponza si candidi ad essere soggetto richiedente degli specchi acquei e delle Concessioni, allo scopo di evitare interferenze e infiltrazioni anomale.
È necessaria da parte del sindaco un’apertura al colloquio per la ricerca di soluzioni di livello più elevato che lascino intravedere un futuro più consapevole.

Economia sommersa   
Prima di svendere i “gioielli di famiglia” appartenenti al patrimonio della collettività sarebbe opportuno, più correttamente, parlare in primis di economia sommersa e adoperarsi per farla emergere.
Mi riferisco, in particolare, al mondo degli affitti immobiliari, settore i cui numeri relativi agli immobili offerti per i fitti estivi, sia da parte delle Agenzie immobiliari che su iniziative di privati, non sono, a tutt’oggi, ben definiti. E quei numeri difettano, anche per via di un’inefficiente legislazione riscontrabile a livello nazionale, di tutte quelle unità immobiliari non regolarmente accatastate.
Tanto per cominciare un rimedio potrebbe essere valutare la possibilità di introdurre l’imposta di soggiorno accompagnata da una verifica puntuale dei “beni immobiliari”, oggi utilizzati per l’affitto estivo a vario titolo. Non dovrebbe essere molto difficile effettuare un censimento delle unità immobiliari ricettive che il territorio nella realtà mette a disposizione. Basterebbe fare il confronto tra le presenze turistiche rilevate in occasione delle punte massime e i posti letto disponibili dichiarati e resi ufficialmente noti.

In conclusione, Ponza, con tutte le sue potenzialità, non merita un futuro di promesse fatue e di compromessi nefandi, ma l’apertura ad un orizzonte verso traguardi nuovi e obiettivi autentici per un futuro migliore.
Il “bene comune”, ripete Vincenzo nella pubblicazione su Demanio e Portualità, deve essere riconosciuto (identificato) in primis dagli Amministratori, perché una Comunità quando nasce e governa un territorio in ragione di un “bene comune” non può dimenticare, trascurare o compromettere il suo stesso bene.
E’ opportuno guardare lontano, trasformare l’isola lunata in una macchina da guerra che ritrovi nelle risorse ambientali e naturali, nella qualità e nella quantità dei servizi offerti ai cittadini ed agli ospiti l’insieme delle azioni per rinascere.
Azioni che portino ad una riscoperta della sua storia straordinaria, patrimonio culturale come ricchezza da proporre, e della risorsa mare, patrimonio naturale ed ambientale come altra ricchezza da proporre per un  turismo di livello ma in maniera da essere salvaguardata e utilizzata per il bene di tutti.

Il metodo per realizzare tutto questo porta a identificare nel “soggetto pubblico” una partecipazione graduale, attiva e diretta nella vita economica e sociale dell’isola.
L’attuale debolezza finanziaria sia motivo per il risveglio dell’Ente affinché vengano promosse e stimolate le risorse endogene e quelle della collettività per un tentativo di risanamento non solo economico-finanziario ma anche sociale.

2 Comments

2 Comments

  1. vincenzo

    9 Gennaio 2024 at 11:44

    Noi crediamo nell’importanza della funzione politica del Sindaco

    Caro Tonino non so quante persone hanno letto il mio documento sul demanio marittimo, ma sicuramente tu l’hai letto e per questo ti ringrazio. In quel documento ci sono tanti momenti di riflessione. C’è una storia che dice che le amministrazioni pubbliche, tutte, hanno pensato ad altro ma non a programmare uno sviluppo che la vedesse veramente protagonista.

    E che cosa facevano le amministrazioni: a loro dire amministravano per il bene dell’isola.

    Abbiamo sotto ai nostri occhi, i risultati di queste buone amministrazioni che oggi ci hanno costretto a scegliere tra il dissesto finanziario e il riequilibrio finanziario.

    Tutti i politici tra i due mali avrebbero optato per il secondo cioè il riequilibrio finanziario, ma non è un gioco da ragazzi.

    Il Sindaco Francesco Ambrosino con questa scelta non solo salva la sua funzione politica ma salva la faccia di tutti gli altri amministratori che l’hanno preceduto.
    Infatti la Corte dei Conti è da anni che invia sollecitazione, riscontri, correzioni di rotte. Queste sollecitazioni contabili sono state ignorate.
    Ma questi amministrazioni del passato hanno fatto spese, contratti, accordi con imprese pubbliche e private per quali servizi, quale progetto di sviluppo sociale ed economico?
    La realtà è implacabile e dimostra il fallimento di una intera classe dirigente che ha amministrato negli anni quest’isola.

    I Ponzesi si sentono danneggiati dagli amministratori passati sul Comune? Solo quelli più onesti, quelli che hanno pagato le tasse, quelli che hanno uno stipendio, quelli che hanno attività imprenditoriali di sopravvivenza, solo quelli più consapevoli dell’importanza di amministrare per il bene Comune si sentono danneggiati.

    Oggi io vedo il Sinadaco tentare di arginare una falla enorme e lo sta facendo in piena solitudine. Non c’è dubbio: il Sindaco si sta impegnando nel mettere a punto il piano di rientro e superare gli esami dei controllori che sono molto matematici e poco politici.

    Ma mentre il Sindaco lavora per arginare il male: che cosa fanno e pensano gli imprenditori ponzesi, che cosa fanno e pensano i commercianti locali, gli imprenditori edili, che cosa pensano e fanno i giovani di Ponza?

    Se è vero che i ponzesi danno una delega parziale ai loro amministratori e cioè se è vero che i ponzesi chiedono alle amministrazioni di produrre servizi senza intaccare i loro interessi privati, io penso che i ponzesi non abbiamo capito qual é il momento che stiamo vivendo.

    E chi dovrebbe spiegare – che i tempi sono diversi e che solo un nuovo modo di concepire la vita sociale, civile e soprattutto economica possa dare una speranza all’isola – se non il Sindaco che dovrebbe avere questa consapevolezza?

    Quando il Sindaco dice: “dobbiamo fare una operazione di rientro senza mettere le mani nelle tasche dei ponzesi” dice una bella cosa ed è in linea con la delega che questi ponzesi hanno dato gli amministratori.

    Ma già quando questa estate l’amministrazione ha scelto di fare i parcheggi a pagamento le critiche e il malcontento sono saliti alle stelle. E lo stesso è successo per il cambio degli orari di Laziomar.

    Invece a mio avviso bisogna far crescere la consapevolezza degli imprenditori, dei commercianti, dei cittadini che le cose sono molto serie e che o si cambia o arriverà comunque il dissesto finanziario e il commissario a dettare la matematica e non a fare scelte politiche.

    Ma questa chiacchierata tra paesani deve partire dal Palazzo, a cominciare da un nuovo rapporto tra maggioranza e opposizione.

    A Ponza ci sono 300 famiglie d’inverno e diventeranno sempre di meno se continua questa lenta agonia.

    Io sento persone che oggi, si lamentano dei trasporti marittimi. Dopo averli ascoltati io dico: “amici questo non è niente le cose sono destinate a peggiorare visto il sistema in cui siamo collocati, dove i privati diventano ogni giorno più arroganti rispetto alla politica quindi agli interessi pubblici e sociali.
    Ho fatto un esempio ma tutti i servizi diventeranno sempre più scadenti.

    E allora, qual é la speranza?
    E’ un nuovo modo di pensare la comunità che vive sullo stesso territorio.
    E in questo territorio c’è un interesse collettivo: quello di salvaguardia del bene comune (Territorio e Ambiente) e quello dello sviluppo sociale ed economico equilibrando gli interessi pubblici e quelli privati.
    L’ho detto diversi anni fa: il Sindaca deve predicare il nuovo vangelo che prevede la costituzione di una società locale organizzate in associazioni economiche e commerciali, culturali, consorzi tra imprenditori.

    E’ su questo che ci troviamo d’accordo io e Tonino.
    Negli anni gli imprenditori hanno dettato le regole e quelli più forti hanno creato cultura sociale, economica e politica. Se non riusciamo a fermare questo corto circuito rimarremo solo a gestire interessi economici privati ed interessi politici personali.

    Noi valutiamo di fondamentale importanze la figura politica del Sindaco, per questo a lui ci rivolgiamo dicendogli che senza una visione politica di questo genere, ogni azione amministrativa non può che prolungare l’agonia ma alla fine porterà comunque al fallimento.

  2. Guido Del Gizzo

    9 Gennaio 2024 at 16:52

    “DECRETO N.3 DEL 09/01/2024 – DELEGA ALLA FIRMA PER LE CARTE D’IDENTITÀ E FOTO AUTENTICATE
    in pubblicazione dal 09-01-2024 al 24-01-2024 (reg. 24/2024)”

    Alle 15:30 del 9 gennaio 2024, questa è l’ultima notizia pubblicata sull’Albo Pretorio del Comune di Ponza: dell’Ordinanza Istruttoria della Corte dei Conti, invece, neanche l’ombra.

    Se è prevista una sanzione per questo genere di comportamenti, spero che i Ponzesi chiedano al Sindaco di pagarla di tasca propria.

    Tuttavia, voglio tranquillizzare Vincenzo Ambrosino: anch’io, come la maggior parte delle persone civili, credo nelle forme di rappresentanza democratica, elezioni municipali incluse.

    Questo non significa, però, che gli amministratori eletti siano tutti, e sempre, delle persone per bene.

    E’ perfettamente lecito dubitare che la situazione finanziaria prospettata dall’attuale amministrazione sia attendibile e che le scelte di risanamento prospettate rispondano ad interessi di pubblica utilità.

    Anche i sassi – oltre a tutti i consiglieri eletti – sanno, a Ponza, che il progetto di intervento a Chiaia di Luna, l’area di Cala dell’Acqua e una grossa fetta del PNRR interessano un solo, unico soggetto, la SEP che, per inciso, ha un rapporto privilegiato con il vice sindaco.

    Non dico tanto, ma un minimo, di decenza, imporrebbe di trovare delle alternative dignitose e se queste venissero provocate dall’intervento della Corte dei Conti – che si occupa d’altro – non ci troverei proprio niente di male: per prudenza, intanto, potremmo rimandare di qualche mese la scelta del soggetto cui affidare la predicazione del nuovo vangelo etc, etc, etc… e concentrarci sul Comitato per Ponza, da lui proposto e che, mi sembra, si sia un po’ perso per strada..

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