di Guido Del Gizzo
Altri tempi, altra leggerezza…
Il Giro del Mondo in 80 Giorni (“Around the World in 80 Days”) – film del 1956 diretto da Michael Anderson, liberamente tratto dal romanzo Il giro del mondo in 80 giorni (1872) di Jules Verne – è molto più di un bel film d’avventure, vincitore di cinque premi Oscar nel 1956, tra cui quello alla miglior colonna sonora, a Victor Young, che oggi presentiamo.
È, al tempo stesso, l’apoteosi del cinema come luogo del sogno possibile e dell’immaginazione – oltre che del viaggio esotico, in un mondo che, all’epoca, era ancora grandissimo e fuori portata – e una celebrazione dell’industria cinematografica americana, che si offre con una serie di “cameos” ( letteralmente “cammei”, cioè piccole apparizioni di personaggi famosi, che impreziosiscono la pellicola) che coinvolgono grandissimi interpreti dell’epoca, da Marlene Dietrich a Frank Sinatra, da Buster Keaton a Gilbert Roland, con due vetturini del calibro di Fernandel e John Mills, e ancora John Carradine e Peter Lorre… e molti altri.
David Niven, in questo film, interpreta il ruolo che rimarrà come “cifra” della sua recitazione, in tutti i suoi personaggi, quello del perfetto gentiluomo inglese: semplicemente perché è ciò che era nella vita. Al punto che, ai suoi funerali, la più grande corona funebre proveniva dai facchini dell’aeroporto di Heathrow, arrivata con una nota che diceva: “Al miglior gentiluomo che abbia mai camminato attraverso queste sale. Ha fatto sentire un portiere un re”.
Shirley Macleine, in questo film, è un’ottima spalla.
La composizione di Victor Young è davvero all’altezza del compito.
Si era già dimostrato grande compositore di musiche da film con “Scaramouche” e “Un Uomo Tranquillo”, nel 1952: ma questa, che è la sua ultima colonna sonora, rappresenta in modo magistrale l’eleganza e la leggerezza della fantasia, una dote di cui c’è sempre, disperatamente, bisogno.
Trailer del film da YouTube (in inglese). Adattamento della novella di Jules Verne su un gentiluomo dell’Inghilterra vittoriana che scommette di poter compiere, con i nuovi mezzi di locomozione, navi a vapore, treni e altre diavolerie… quello che dice il titolo!
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E questa è la colonna sonora originale
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Note (a cura della Redazione)
Un film è “liberamente tratto” o “ispirato” da un’opera letteraria quando le idee generali sono ispirate al romanzo, ma c’è una certa licenza artistica da parte del regista e/o dello sceneggiatore al fine di creare una storia più interessante e divertente, o visivamente attraente. Riconosciuto che cinema e letteratura sono mezzi espressivi diversi e che un grande valore aggiunto del film è stata la scelta degli attori per i personaggi delineati da Verne, le più importanti differenze tra il film e il libro sono:
- Nel film Fogg e Passepartout seguono un itinerario indicato dalla compagnia di viaggi Thomas Cook, nel romanzo è Fogg che decide l’itinerario con le tappe da seguire.
- Nel film il rientro a Londra dei protagonisti è fissato per il 21 di Settembre mentre nel libro è il 21 di Dicembre.
- I protagonisti del film viaggiano in mongolfiera, mezzo di trasporto assolutamente non menzionato nel romanzo.
- I protagonisti del film fanno tappa in Spagna, nel libro invece fanno tappa in Italia.
- Nel romanzo attraversano gli Stati Uniti in inverno e raggiungono New York, porto d’imbarco del piroscafo China in slitta. Nel film invece, dopo il salvataggio di Passepartout rapito dai Sioux, viaggiano su una draisina ferroviaria ad azionamento manuale a leva (con l’aggiunta di una vela) (fonte Wikipedia).
Riconoscimenti
- 1957 – Premio Oscar
- Miglior film a Mike Todd
- Migliore sceneggiatura non originale a James Poe, John Farrow e S. J. Perelman
- Migliore fotografia a Lionel Lindon
- Miglior montaggio a Gene Ruggiero e Paul Weatherwax
- Miglior colonna sonora a Victor Young
- Candidatura Migliore regia a Michael Anderson
- Candidatura Migliori costumi a Miles White
- Candidatura Migliore scenografia a James W. Sullivan, Ken Adams e Ross Dowd
- 1957 – Golden Globe
- Miglior film drammatico
- Miglior attore in un film commedia o musicale a Cantinflas
- Candidatura Migliore regia a Michael Anderson