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Una persona cara – come può essere una madre, un padre, un fratello, una moglie, un figlio, un amico, un’amica – dovrebbe vivere in eterno. Come si fa a vivere senza una madre, senza un padre oppure un fratello. Come si fa a vivere ancora e continuare ad accettare con tranquilla rassegnazione che su questa terra purtroppo si nasce, si cresce, ci si riproduce e si muore.
Tutti dobbiamo morire ma la morte ci coglie sempre impreparati.
E’ difficile scrivere parole in questi momenti e poi a chi le scriviamo queste parole? Certamente non a chi ci lascia che non ci può più ascoltare, per cui se anche io oggi sto a scrivere lo faccio per me stesso e per chi resta in vita, per esorcizzare quel vuoto che lascia la persona cara: quel vuoto incolmabile deve pure avere un senso.
E allora in questo momento, quando siamo soli con il nostro dolore incolmabile, ripensiamo a quello che è stato e ci chiediamo: “Come ho vissuto il tempo che mi è stato concesso di vivere con quella persona cara? Come ho utilizzato quelle ore in cui potevo ascoltare la sua voce, godere del suo sorriso, capire le sue paure, le sue preoccupazioni? Come ho partecipato alla sua vita? Che cosa ho fatto io per rendergli/le la vita più lieta, meno dura?”.
L’altra sera quando la notizia della morte di Assunta è arrivata era buio e io mi trovavo in piazza e ho visto occhi lucidi e anche delle persone che cercavano di nascondere le lacrime. Ho visto un giovane allontanarsi dal gruppo, sparire dietro un albero per dare sfogo al suo immenso dolore.
Quando muore una persona cara noi piangiamo e non capiamo perché altri esseri viventi non piangono del nostro stesso pianto. Non riusciamo a capirlo eppure è morto un uomo, oppure un bambino, oppure una donna che era una madre, una sorella, un’amica che riempiva ore e ore della vita di qualcuno con la sua semplice esistenza.
Intorno a noi ogni giorno muoiono persone, che sono care persone per alcuni e ognuno di loro lascia un vuoto incolmabile che va comunque riempito cercando di trovare la forza e la ragione di vivere con altre persone e sperando che queste diventeranno altrettante care persone per noi.
E’ solo una speranza trovare vero conforto oggi su questa terra?
Assunta era una cara persona per tanti di noi e oggi che lascia questo vuoto incolmabile ci dobbiamo chiedere: Come ho vissuto il tempo che ho condiviso con Assunta?
Penso che questa sia una riflessione che va fatta oggi, proprio perché è finita la vita di una donna amata da tutti.
E ci dobbiamo chiedere: Perché Assunta era amata da tutti?
La risposta è facile: perché era buona, era saggia, era altruista, era coinvolgente.
Se vogliamo veramente onorare la morte di Assunta dobbiamo cominciare ad imitare Assunta nel suo modo di affrontare l’esistenza e il rapporto con gli altri.
Assunta ha avuto un tempo a disposizione e l’ha speso bene.
Assunta aveva solo amici
C’era il cerchio di amici e amiche che gli sono stati sempre vicini. Quelli che cucinavano con lei e poi la sera stanche dopo il lavoro parlavano con lei delle cose da fare il giorno dopo. Ma poi questo gruppo di amici e amiche si mescolava con quello più grande della compagnia teatrale, e il cerchio diventava ancora più grande con altri amici per l’organizzazione del presepe e delle feste patronali e sempre più grande con quelli che credevano nell’impegno politico per costruire un avvenire migliore per l’isola.
E poi c’era l’intera comunità isolana con cui Assunta è riuscita a scambiare una parola, un sorriso, un augurio. Io forse faccio parte di quest’ultimo gruppo di amici di Assunta ma se oggi sto a scrivere qualcosa, lo faccio proprio per ricordare a tutti noi, che abbiamo ancora tempo, che Assunta lascia tanto a tutti noi, anche a noi che l’abbiamo vissuta con meno assiduità.
Io penso che Assunta cercava l’amicizia e si offriva ogni giorno per dare amicizia. Penso che Assunta cercava la concordia e offriva sempre una parola per smussare gli angoli alla ricerca di pace, ed era felice quando riusciva a creare intorno a sé armonia. Penso che Assunta cercava di dimostrare che si può lavorare per vivere ma si deve farlo senza prevaricare gli altri.
Penso che Assunta ha cercato di insegnare – con il suo teatro, le sue azioni nel sociale, nell’organizzazione di sagre e feste religiose – che le tradizioni sono le nostre radici che vanno portate avanti, insegnate e difese perché senza radici si è come una barca senza governo: “Se non si sa da dove si viene, non si ha niente da donare agli altri”.
Penso che Assunta cercava amore per cui tutto ciò che ha fatto nella sua breve ma intensa vita l’ha fatto con amore, con passione, con generosità.
Assunta lascia un vuoto enorme ma tutti noi, che abbiamo ancora del tempo a nostra disposizione su quest’isola, possiamo ricordare e onorare la sua memoria cercando di imitare in qualche modo, il suo modo di essere e di esistere su questa terra.
Assunta non ci lasci un vuoto, ci lasci un insegnamento. Grazie Assunta di essere vissuta.