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C’è un settore dell’impiego pubblico per il quale il Governo prevede un incremento di 10.000 unità ed un contestuale aumento della spesa pubblica.
Forse la Sanità, dove mancano i medici?
L’Istruzione, dove mancano gli insegnanti?
Gli addetti ai controlli di sicurezza nelle aziende, dove mancano i controllori?
Pompieri, per fare fronte alle emergenze che dobbiamo aspettarci?
Assistenti sociali, dal momento che molte categorie ‘fragili’ sono a rischio?
Niente di tutto ciò.
Il Ministro Crosetto – peraltro, va detto, forse il migliore della compagine governativa – vuole creare una riserva di militari «attivabile in caso di necessità di guerra tipo quella in Ucraina».
Il Ministro evidentemente dispone di informazioni riservate, altrimenti non si capisce bene chi potrebbe invaderci: l’Austria, per riprendersi il Tirolo, o forse la Svizzera, per prendersi tutto il Cervino ed evitare che un po’ di imbecilli vadano a scavare un ghiacciaio, a 3000 mt di quota, per costruire una pista da sci, poi nemmeno usata?
È stato registrato anche un contestuale cambio nell’abbigliamento (dress code) del Presidente del Consiglio: le donne di casa mia la tengono d’occhio e mi raccontano di tailleur doppio petto sempre più impegnativi, con le spalle molto squadrate, in stile vagamente militare.
Meloni e Crosetto a Udine il 14 maggio 2023 per l’adunata degli alpini (www.agenzianova.com)
Non ho voglia di essere serio anche in occasione della canzone per la domenica, la settimana è stata già pesante di suo e ho deciso di rifugiarmi nella satira e nell’irriverenza.
Da bambino ( sono del 1957) sentivo canticchiare un motivetto che poi ho riconosciuto in televisione: “Il Piccolo Corazziere” di Renato Rascel.
La macchietta, del 1956, diventò un film nel 1960, “Il Corazziere”, diretto da Camillo Mastrocinque.
Il protagonista principale, Urbano Marangoni, ha dei punti in comune con il mitico Primo Arcovazzi, descritto magistralmente da Luciano Salce ne “Il Federale”, dell’anno successivo.
I più giovani, se vorranno perdere tempo a guardare il video, potranno scoprire come la pubblicità attinga a piene mani dai successi del passato… per le passate di pomodoro: https://www.youtube.com/watch?v=djJyhtXViDg
Qui, da YouTube, l’originale e inimitabile:
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Nota del 26 novembre, h. 18,30 (cfr. Commento di Sandro Russo)
“Era meglio morire da piccoli
con i peli del culo a batuffolo
che morire da grandi soldati
coi peli del culo bruciati…”
L’aria su cui veniva cantata nostra la filastrocca era quella sulla base delle cornamuse scozzesi di questo video… Per l’occasione ci ascoltiamo anche le affabulazioni surreali del nostro, che in questi tempi grevi ce le sognamo…
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Tano Pirrone
26 Novembre 2023 at 17:55
Pur avendo le gambe stortissime il nostro piccolo grande corazziere fu personaggio memorabile, esemplare: le sue macchiette, le sue riviste, i suoi film sono ancora godibilissimi e mai spettacoli di semplice intrattenimento e le sue canzoni delicatamente romantiche, con sfumature tenerissime di nostalgia. Ricordo fra tanti lavori due cose: “Il cappotto” da Gogol per la regia di Alberto Lattuada (1952) e la vittoria a Sanremo 1960 con la sua “Romantica” (testi di Dino Verde) insieme con Dallara, Tony Dallara che le diede un taglio più rock. Il nostro piccolo corazziere era proprio un grande, dice bene Guido Del Gizzo.
Sandro Russo
26 Novembre 2023 at 18:25
Ho apprezzato il tono leggero e ironico della proposta di Guido Del Gizzo per “La canzone della Domenica”.
Il “piccoletto” Rascel era un poeta, profondamente anti-militarista… E questo dalla impostazione dell’articolo si coglie!
Tra l’altro leggerlo e ascoltarlo mi ha riportato indietro di “millenni”…
Alle “canzoncine sceme” cantate a voce spiegata nella notte estiva ponzese mentre tutti dormivano… – l’una di notte o anche più tardi… Ebbene sì, eravamo un po’ teppisti a quei tempi – con mio cugino Franco (Zecca), quando tornavamo a dormire dai nonni dopo il pesante lavoro al ristorante (facevamo i camerieri aggiunti (non pagati!) al Zi’ Capozzi.
Rascel era uno dei nostri cavalli di battaglia, lungo tutta la strada dalla Piazza alla via Nuova.
Una che ancora ricordo faceva così, sull’aria delle cornamuse scozzesi dell’audio/video annesso all’articolo di base:
“era meglio morire da piccoli
con i peli del culo a batuffolo
che morire da grandi soldati
coi peli del culo bruciati…”
Franco Zecca
26 Novembre 2023 at 19:24
Ho avuto modo di scrivere del “gigante” Renato Ranucci, in arte Rascel, commentando in una mia ‘Canzone della Domenica’: “Il mondo cambia” (la n° 96)… Dopo aver letto l’articolo molto preciso e interessante relativo alla odierna canzone non posso che essere solidale e pienamente d’accordo con l’autore.
E confermo quanto ricordato da mio cugino Sandro nel suo commento, facendomi la cosiddetta risata sotto i baffi, ancora con tanta tenerezza e nostalgia.