Economia

Portualità e demanio marittimo a Ponza (4)

di Vincenzo Ambrosino

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Continuazione dalla puntata precedente (i link di rimando a fondo pagina)

In questa breve sintesi di fatti, ormai storici che riguardano le attività nautiche balneari, saltano agli occhi diverse cose:

  • In un’isola le attività principali si sviluppano sul mare, quindi prima la pesca e oggi il turismo nautico. Senza queste attività non c’è sviluppo economico.
  • L’offerta nautico balneare è stata pensata e attuata dai ponzesi e quando questa era regolamentata dalla Capitaneria nessuno aveva niente da dire, c’erano meno polemiche e meno tensioni; da quando la delega è passata al Comune sono arrivati i problemi, i sequestri e le revoche di concessioni. Il consiglio che posso dare è che la materia deve essere governata con molta cautela dall’amministrazione pubblica.
  • L’improvvisazione commerciale individuale dei ponzesi che si è adattata bene nell’isola degli anni sessanta e settanta e poi proseguita fino ad oggi non può più andare bene. Ci serve un’altra organizzazione;
  • La proposta sul riordino delle concessioni demaniali è una opportunità per una nuova organizzazione tra gli operatori della nautica.

Oggi non possiamo più stare fermi, parliamo sia dei privati imprenditori ma anche e  soprattutto dell’Amministrazione comunale che non può fermarsi all’istruttoria delle istanze private ma deve prendere in mano con coraggio e lungimiranza le sorti dello sviluppo nautico dell’isola.
La legge sulla concorrenza che impedisce il rinnovo automatico delle concessioni, impone sia agli imprenditori, sia all’Amministrazione di trovare soluzioni per salvare un patrimonio economico-commerciale sviluppato dai ponzesi e prospettare una nuova convivenza commerciale ed economica. Ma per arrivare ad una scelta condivisa gli imprenditori ponzesi devono abbandonare

il loro individualismo e cominciare a pensare insieme nuovi sistemi organizzativi per essere uniti a difendere, non solo  gli interessi di categoria ma addirittura  di tutti i ponzesi.

L’amministrazione Comunale ha una opportunità storica per fare una proposta forte di nuova gestione del attività nautiche balneari sia all’interno del porto di Ponza che a Cala Dell’Acqua che oggi può e deve essere compresa da tutti.

Andiamo a conoscere la Bozza di Proposta del riordino concessioni demaniali
Come è noto il Consiglio di Stato ha annullato la proroga al 2033 delle concessioni demaniali disposta dalla legge 135 del 2018 e ha imposto al legislatore di riassegnarle entro i prossimi due anni attraverso gare pubbliche. Oltre a questa sentenza sul settore balneare incombeva una sorta di infrazione da parte di Bruxelles che già nel 2020 aveva inviato una lettera di messa in mora del nostro Stato. Per cui il governo Draghi ha proceduto!

Contenuti di questa riforma

  • Introdurre l’assegnazione dei titoli tramite gare pubbliche per adeguarsi al diritto europeo
    Quindi i comuni dovranno eventualmente disciplinare la materia tramite bandi entro la fine del 2023
  • Come saranno queste gare pubbliche?
    Bisogna vedere se il governo tiene in conto della professionalità e dell’esperienza acquisita per cui chi ha già operato negli stabilimenti balneari ha un punteggio. Saranno privilegiati i progetti che hanno attenzione alla sostenibilità ambientale, accessibilità e anche che dimostreranno standard di qualità attraverso certificazione. I futuri bandi dovranno privilegiare quei concessionari che nei precedenti cinque anni hanno avuto unica fonte di sostentamento per sé e per la famiglia appunto la concessione demaniale.
  • Il concessionario uscente dovrà ricevere dal concessionario entrante un indennizzo
    Non solo per gli investimenti non ancora ammortizzati ma anche relativi al valore aziendale della sua impresa.

Intanto il Governo ha commissionato una mappatura di tutte le concessioni demaniali ed alla fine è venuto fuori che delle coste italiane le aree in concessioni sono al di sotto del 40%. Per quanto riguarda le isole Ponziane solo la zona portuale e quella di Cala Feola sono interessate a concessioni.

Su questo dato poi la politica trarrà le sue deduzioni e quindi le sue strategie.
I Sindacati Balneari stanno al tavolo delle trattative e tra l’altro continuano a presentare ricorsi contro l’ordinanza del Consiglio di Stato che annullava la proroga delle concessioni fino al 2033.

Ma ritorniamo ai nostri problemi…

Nell’attesa che l’iter statale, regionale porti a decidere come assegnare le concessioni bisogna che noi cerchiamo delle soluzioni organizzative che oltre a salvare l’attuale sviluppo socio-economico-organizzativo dell’isola prospetti soluzioni che vedano diventare il Comune imprenditore tra imprenditori.

Idee per una strategia politico-organizzativa

  • Portare a termine l’iter del Piano Regolatore Portuale;
  • Nuovo PUOC per fotografare la situazione attuale e prospettare nuove soluzioni organizzative;
  • Dare soluzioni alle questioni demaniali di Le Forna;
  • Organizzare in Associazione e Consorzi l’offerta degli imprenditori locali.

1) Portare a termine l’iter del Piano Regolatore Portuale;

Il Porto di Ponza che è classificato “porto rifugio” (ex prima categoria), è di competenza statale.

Il progetto di PRG è stato redatto dal Genio Civile Opere Marittime di Roma ed i relativi elaborati tecnici sono stati approvati dall’Amministrazione Comunale di Ponza con D.C.C. n° 1 del 13/02/2003.

Questo passato parte dal 1957 per arrivare al 2003 ma  oggi, siamo costretti ad accorgerci che quelle soluzioni previste nel Piano Regolatore Portuale adottato nel 2003 non sono adeguate allo sviluppo nautico-diportistico prodotto dai ponzesi a partire dagli anni settanta.

Quel Piano prevede:

  • di preservare il porto Rifugio, per cui sgombero dalle attività private: quindi solo servizi leggeri nel Porto Borbonico;
  • lo sgombero delle zone di Giancos e Sant’Antonio dalle attività nautiche;
  • lo spostamento delle navi dalla banchina Santa Lucia nella zona Giancos (dove c’è oggi il depuratore;
  • la costruzione di due scogliere per bloccare i venti di levante.
  • la costruzione di un antemurale davanti alla scogliera per proporre una nuova offerta nautica.

Si capisce che questo piano regolatore è precedente al nuovo sviluppo nautico-diportistico – nel frattempo sviluppato dai ponzesi.

Quel piano non tiene in nessuna considerazione che nella zona che va dalla Caletta a Santa Maria, oggi fino alle Grotte Azzurre, si sono sviluppate, nel frattempo, innumerevoli attività nautiche: dalla locazione, al noleggio con conducente, al traffico interno, all’ormeggio, ai pontili, alla pesca professionale, alla pesca sportiva, al diporto dei residenti.
Tutte queste attività convivono con il traffico commerciale e turistico prodotto dalle navi traghetto e unità veloci private e pubbliche, servizio di polizia e di sicurezza in mare effettuato con le imbarcazioni militari di Capitaneria, Finanza e Carabinieri, servizi di approvvigionamento gasolio e benzina con relativo distributore per i pescatori, e due per i diportisti.

Questo movimento di mezzi e attività – coesistenti da anni nell’attuale struttura portuale, malgrado la inadeguata capienza e insicurezza – ha prodotto l’attuale offerta commerciale, turistica, balneare che oltre a produrre reddito per gli operatori del settore, da sola traina l’indotto economico-commerciale dell’intera isola.

Tra l’altro, quel Piano Regolatore è superato anche da una nuova infrastrutture (quella del depuratore in zona Giancos) che occupa lo spazio necessario per lo spostamento delle navi previsto nel Piano stesso.

Quindi il Piano Regolatore non è più adeguato alle esigenze isolane ma comunque è l’unico strumento che può dare:

  • un’organizzazione giuridicamente stabile a tutti gli operatori pubblici e privati;
  • un ampliamento dell’offerta nautica;
  • sicurezza e continuità temporale all’ormeggio all’interno dell’ambito portuale.

Che fare?
Certo non possiamo stravolgere il Piano Regolatore Portuale che ha superato già molti passaggi burocratici. Manca a quel progetto la Valutazione di Impatto Ambientale (VAS) alle scogliere, ma due rimangono i problemi da risolvere:
– Inserire nel Piano Regolatore le modifiche organizzative e strutturali sviluppatesi nel tempo a Ponza.
– Lo Stato ha i soldi per costruire le scogliere? Se non li ha chi costruirà le necessarie scogliere?

Per cui bisogna procedere con cautela e intelligenza: bisogna predisporre una nuova zonizzazione del Porto di Ponza che fotografi l’attuale sviluppo nautico – turistico- ricreativo e soprattutto la zonizzazione di tutte le concessioni deve conservare tutte la attività economiche sviluppate dai ponzesi e trovare soluzioni alle esigenze di ormeggio dei diportisti residenti.

2) Nuovo PUOC per fotografare la situazione attuale e prospettare nuove soluzioni organizzative

Fotografia della attuale situazione portuale

Caletta

  • concessioni diportisti
  • Concessione locazione barche Marta De Luca
  • Concessione ormeggio imbarcazioni Lucia Ronca
  • Cooperativa Barcaioli, imbarcazioni da traffico

Punto 1

Calcolare il numero di diportisti e controllare quanti sono residenti tutto l’anno.

Punto 4 note

La cooperativa barcaioli è un’ottima realtà organizzativa. Occupa di fatto uno spazio riservato in testata Molo Musco. Sono tutte barche da traffico e fanno gite turistiche. In concorrenza con Paradise si occupano del trasporto a Frontone che però sviluppano a Molo Santa Lucia e su questa molo hanno anche un “punto d’ombra che utilizzano per biglietteria per Frontone”. A nostro avviso la testata Molo Musco deve essere data in autorizzazione a tutte le imbarcazioni da traffico:  tutti i servizi devono essere svolti in questa zona.

Molo Musco

  • Zona di manovra unità veloci (nelle ore compatibili tale zona è utilizzata come ormeggio imbarcazioni da diporto. A regolare l’ormeggio ci pensa la Capitaneria e gli ormeggiatori di porto. In tale zona compatibilmente si effettua anche il rifornimento gasolio barche da pesca.
  • Zona militare

Punto 4 note

Dopo l’ultimo attracco dell’unità veloce in tale zona c’è un importante ormeggio di imbarcazioni anche di grandi dimensioni, (oltre i 20 mt.).  Si occupano di questo attracco gli ormeggiatori del porto. Questo ormeggio potrebbe essere organizzato dal comune o da nuova organizzazione pubblico-privata.

Mamozio

  • Concessione Locazione barche Tritone
  • Concessione Associazione diportisti Pesca Mare Sport
  • Concessione Consorzio Mamozio locazione natanti (Azzurra, Arcobaleno, Bebé, Coco)
  • A terra: concessione Au bord de l’eau, autorizzazione Tritone, Spaccio birra, Bebé, Curcio Anna.

Banchina Di Fazio

Divisa in 3 zone, 2 senza concessione e 1 con concessione

1^ zona coesistono: imbarcazione con conducente, imbarcazione da traffico, 1 imbarcazione di base sub
2^ zona:  Pescatori Professionali ormeggiati ad una catenaria
3^ zona: Pontile galleggiante di Sette Mari

1^ zona note

La sovrapposizione di varie tipologie di attività (con conducente, traffico, imbarcazione base Sub) crea molta tensione fra gli operatori. Di questi operatori bisogna sapere:

  1. quante imbarcazioni hanno in possesso;
  2. per cui che tipologia di attività svolgono;
  3. Se la quantità di queste imbarcazioni e la mescolanza di queste attività, la compresenza è compatibile in tale zona.

Stabiliti questi punti va regolamentato il modo di ormeggiare; ordinato il sistema  di imbarco e sbarco passeggeri ecc.

Non si può più permettere che il sistema di fare turismo venga imposto da atteggiamenti individuali provocatori, prevaricatori assolutamente da non far continuare.  

Scalo di alaggio Santa Lucia

  • noleggio barche Lupo di Mare
  • A terra: 1 concessione Winspeare, autorizzazione Panino da Luli e Lupo di Mare

Nota:
Questo è l’unico scalo d’alaggio utilizzabile per varare i natanti per cui metà di questo scalo deve rimanere sempre libero per tale operazione

 Banchina Santa Lucia

  • Imbarco e sbarco navi di linea
  • Imbarco e sbarco imbarcazioni traffico Frontone
  • Punti d’ombra Cooperativa barcaioli, Settemari

Banchina Nuova

  • Pontile Ponza Mare concessione
  • Pontile Ciccio Nero concessione
  • Locazione La Kambusa srl. concessione
  • Locazione Tre Stelle concessione
  • Locazione Di Maio Roberta concessione
  • Locazione Paradise concessione
  • A terra Banchina Nuova:
    – Biglietterie navi e mezzi veloci (concessione)
    – Bar Chalet (concessione)
    – Ponza Mare motorini (concessione)
    – Benzinaio (concessione)
    – Ristorante discoteca Kambusa (concessione)
    – Ristorante La Pergola (concessione + autorizzazione)
    – Ristorante Banchina 23 (autorizzazione)
    – Ristorante La Scogliera (concessione + autorizzazione)
    – Gelatomania (concessione)

Spiaggia Sant’Antonio

  • Club S. Antonio concessione Diportisti
  • Locazione Serto Lucio concessione
  • Locazione Emanuela Siciliani concessione

Nota:
Davanti alle suddette concessioni ci sono ormeggiati diportisti con imbarcazioni di media grandezza che si sono uniti in associazione per chiedere una concessione. Ormeggiata anche la imbarcazione di Ciccio Nero utilizzata per recupero imbarcazioni.

  • Locazione/ormeggio Giovanni Feola concessione
  • Ormeggio Ponzamare (antistante Giovanni Fela) concessione
  • Locazione Giancarlo Valeri/ Locazione Stefania Errante (2 concessioni)

Nota:
Antistanti alle concessioni di Giovanni Feola, Errante Stefania sono ormeggiati imbarcazioni di Paradise e gozzi di diportisti

  • Ormeggio Marcella Silvestri concessione
  • Ristorante Gennarino a Mare concessione

Nota:
Tra la concessione di Silvestri e la palafitta di Gennarino a Mare sono ormeggiati diportisti con natanti piccoli che si sono uniti in associazione per chiedere una concessione.

Davanti alla scogliera sono ormeggiati natanti e imbarcazioni di Gennarino a Mare e altri.

  • Pontile Gennarino a Mare concessione

Sulla spiaggia sono posizionati tre punti d’ombra (Siciliani passerella, Valeri e Silvestri), mentre sul marciapiede sono posizionati quattro punti d’ombra (Serto, M/B Rossella, Siciliani e Giovanni Feola-krisonde) ed il ristorante Rifugio dei naviganti.

Spiaggia Giancos

  • Zona destinata a Balneazione
  • Pontile la Fenice di Kaled conc.

Nota
A Giancos c’è un’attività di noleggio lettini e ombrelloni. Anche nella piccola spiaggia di Giancos c’è un’attività di noleggio ombrelloni.

Bar Enros, Bar Levante, attività di giochi per bambini.

Zona Spiaggia Santa Maria

  • Pontile Serto Lucio concessione
  • Pontile cantieri Parisi concessione
  • Pontile Fratelli Porzio concessione
  • Campo boe Porzio concessione
  • Locazione Albatros concessione
  • Locazione Gian Maria Maltese concessione

A terra punto d’ombra Gian Maria Maltese

Sulla spiaggia di Santa Maria

  • Cantiere Serto
  • Cantiere Parisi
  • Ristorante pensione Silvia
  • Cantieri Porzio
  • Bar Zanzibar
  • Ristorante OreRock

Sulla spiaggia autorizzazione OreRock.

Problematiche da analizzare e risolvere

  • Porto Rifugio (Caletta, Molo Musco, Molo Banchina di Fazio, Molo Santa Lucia)

Coesistono nello stesso specchio acqueo: navi e mezzi veloci di linea passeggeri, commerciali, mezzi militari, pescatori, diportisti, locatori e noleggiatori.

  • All’esterno del porto rifugio nell’ambito portuale (Banchina Nuova, Spiaggia Sant’Antonio, Spiaggia Giancos, Spiaggia Santa Maria)

Coesistono: approvvigionamento carburante, ormeggio a pontili, piccolo ormeggio, noleggio, locazione, diportisti residenti, imbarcazione all’ancora in rada.

Problematiche  comuni:

– insabbiamento progressivo del porto rifugio e degli specchi acquei soprattutto nei pressi della Banchina Nuova e Spiaggia S. Antonio;
– Insicurezza dell’ormeggio in caso di mareggiate del versante di levante;
– Dare uno specchio acqueo ai residenti diportisti;
– Dare sicurezza e continuità agli imprenditori già operanti anche in vista del terremoto Bolkestein;
– Creare nuovo opportunità di lavoro
– Creare un nuovo modello organizzativo turistico commerciale relativo all’economia nautico/balneare.

Zonizzazione da sviluppare

Le categorie coinvolte in questo piano sono le attività di noleggio, ormeggio, locazione e traffico ma anche la Pesca professionale e il diporto per i residenti.
Abbiamo di fatto “fotografato” le ubicazioni delle singole attività fin qui sviluppate e che vanno   riportate nel grafico.

  1. il piano da elaborare dovrà avere l’intento di regolamentare e includere tutte le attività fin qui sviluppate ma è chiaro che la volontà pubblica dovrà essere quella di trovare un livello di organizzazione superiore che passi anche dall’eliminazione di tutti i contenziosi tra gli operatori vicinali e concorrenti per cui nel piano si prevedono degli spostamenti che comunque devono essere condivisi e accettati dagli interessati.
  • Nel Piano di zonizzazione vanno previste delle corsie di sicurezza e manovra per le singole attività;
  • nella zona dove c’è il depuratore va prevista una zona di interesse pubblico; lasciare questa zona libera per vedere se è ancora possibile sviluppare il pontile per l’attracco delle navi;
  • per lo stesso motivo, per motivi di sicurezza ma anche commerciali, la zona a sinistra dell’allineamento Scoglio Ravia-Punta Giancos delimitata in estate da boe rosse, è opportuno che rimanga punto di ormeggio di imbarcazioni all’ancora, regolamentato dal Comune;
  • riteniamo che le zone ai pescatori professionali, come quelle per i rifornimenti gasolio e movimento delle navi e aliscafi debbano essere mantenute come oggi, senza il rilascio di nuove concessioni.
  • Dare uno specchio d’acqua ai diportisti nella zona S. Antonio.
  • Solo dopo la costruzione delle nuove scogliere – che ampliano la sicurezza dell’ambito portuale – si può parlare di delocalizzare alcune attività e concessioni nelle nuove zone protette.

    Questa zonizzazione del porto deve essere inserita nel Piano Regolatore Portuale


Dare soluzioni alle questioni demaniali di Le Forna

Il Porticciolo a Cala Feola
Il P.R.G. prevede la realizzazione di una strada che colleghi il porto di Cala Feola alla viabilità ma ormai questa idea sembra essere stata abbandonata per le caratteristiche orografiche della zona e anche per lo sviluppo edilizio che si è si verificato negli anni.

Ma in questo porticciolo c’è l’attuale sviluppo nautico di Le Forna. In questa Cala, sulla spiaggia vi sono attività di noleggio ombrelloni, e anche di ristorazione. Antistante alla spiaggia c’è una concessione data ai diportisti del luogo. Più avanti vi sono vari specchi acquei dati ai noleggiatori di barche.
Sulle Piscine naturali vi sono due attività di noleggio ombrelloni e anche due postazioni di ristorazione. Nella zona denominata “la Caletta” c’è una’attività di noleggio ombrelloni, un baretto e un attività di noleggio materassini e giochi d’acqua.
Ricordiamo che tutta la zona è sottoposta al Pai, infatti per arrivare a queste zone “sicure” spesso bisogna attraversare zone rosse.

Che fare di Cala Feola?
Riteniamo che il destino economico, turistico e ambientale di Cala Feola e delle Piscine sia molto legato al destino di Cala Dell’Acqua.

Per questo porticciolo va trovato il giusto equilibrio tra le esigenze dei noleggiatori di barche, i diportisti, i pescatori e quelle di una sicura balneazione, in parte trovato con le nuove autorizzazioni ai noleggiatori e la delimitazione con boe galleggianti della zona destinata alla balneazione. Queste esigenze devono coesistere anche in assenza di una prospettiva portuale seria rappresentato dallo sviluppo della zona ex miniera.

In questo contesto va censito e bloccato l’attuale sviluppo nautico, rappresentato dai locatori di barche, pedalò, ormeggiatori natanti, associazione diportisti. Questo censimento deve portare a produrre una mappa dell’attuale sviluppo nautico della zona e quindi un regolamento.

Cala dell’Acqua
Su questa zona ci giochiamo il futuro di una offerta complementare a quella già sviluppata in altre zone dell’isola, quindi il riequilibrio socio-economico-ambientale di Le Forna forse è per questo che la politica locale non si decide a ricercare una iniziativa definitiva che convinca tutti.
Ma sembra logico che qualsiasi iniziativa pubblica o privata si voglia attuare, questa debba essere preceduta da un Piano particolareggiato della zona ex miniera. Senza strumento urbanistico assisteremo solo a improvvisazioni, abusi e operazioni monche che non potranno avere consenso e successo.

Ricordiamo solo le aspettative generali che un porto a Cala Dell’Acqua deve soddisfare:
–  riequilibrare lo sviluppo socio-economico tra Ponza e Le Forna (?)
–  riservare Cala Feola alla totale balneazione per cui il nuovo porto deve garantire posti e spazio attrezzato ai diportisti e noleggiatori da trasferire da Cala Feola(?)
–  risanare la zona ex-miniera e prevedere nuove strutture che completino l’offerta turistica locale (?)

Fino ad oggi nessun progetto ha soddisfatto queste tre opzioni.

Anche per le Forna come per Ponza gli operatori della nautica devono darsi un’altra organizzazione per essere reali protagonisti del loro futuro. 

                                                                                                                                 [Portualità e demanio marittimo(4). Continua]

Gli articoli precedenti
Presentazione, leggi qui
Per la prima parte, leggi qui
Per la seconda parte, leggi qui
Per la terza parte, leggi qui

 

2 Comments

2 Comments

  1. Tonino Impagliazzo

    26 Novembre 2023 at 07:52

    Non ti nascondo, Vincenzo, che la tua opinione la condivido in special modo laddove lascia emergere che le Concessioni Demaniali Marittime possono continuare ad essere un valore aggiunto per l’economia dell’isola e dei suoi abitanti (anche dopo la Bolkestein che impone l’obbligo del Bando Pubblico), a condizione che il richiedente abbia prevalente interesse pubblico.
    E’ indispensabile la costituzione di un Comitato Ponza, come fase preliminare e luogo di scambio per opinioni e proposte, simile a quello che già venne attuato in precedenza tra cittadini, maestranze tecniche, imprenditori, operatori commerciali ed operatori economici vari (pescatori, contadini, artigiani ed altro) e l’Ente Pubblico (il Comune), che potrà pianificare con step graduali strategie di crescita e sistemi operativi funzionali, al fine di consentire, nel breve come nel medio termine, un confronto sereno e positivo tra soggetti privati e l’Amministrazione Comunale.
    Terminata la fase interlocutoria si renderà necessario ed opportuno prevedere la costituzione di un Consorzio che fungerà da stimolo per una rinnovata linfa propulsiva a favore dell’imprenditorialità isolana, dei cittadini e delle attività economiche tutte, diretta a soddisfare una domanda turistica in linea con le nuove esigenze e più qualificata.
    L’iniziativa di una Società mista o Consorzio potrà essere in grado di limitare la presenza di soggetti o gruppi estranei alla vita economica dell’isola e consentire all’Ente Pubblico (il Comune) di concerto con i soggetti privati, di migliorare il proprio “budget economico” e garantire ai cittadini e agli ospiti servizi meglio qualificati e più efficienti.
    Mi perdonerai, Vincenzo, se utilizzo una tua frase per concludere la mia breve nota: “per essere reali protagonisti del proprio futuro”.

  2. Guido Del Gizzo

    26 Novembre 2023 at 13:09

    Art. 41
    L’iniziativa economica privata è libera.
    Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale
    o in modo da recare danno alla salute,
    all’ambiente,
    alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

    Cari Vincenzo e Tonino,
    mi spiace di non aver avuto a disposizione il vostro ultimo scambio per la stesura dell’epicrisi di quest’oggi, perché riguarda davvero il cuore del problema.
    Ho voluto citare la Costituzione non solo perché oggi, 26 novembre 2023, è uno dei pochi punti di riferimento che conservo gelosamente, ma perché è il solo ambito nel quale si possa trovare una soluzione, anche per le concessioni demaniali ponzesi.
    Sono completamente d’accordo con le conclusioni di Tonino e molte persone, a Ponza, possono testimoniare che lo penso realmente e che un “Comitato Ponza” per essere reali protagonisti del proprio futuro è l’unico interlocutore che davvero mi interessi: l’ho detto e scritto molte volte.
    A condizione però di “giocare pulito”, che vuol dire non lasciare indietro nessuno e affrontare il tema ambientale senza prendersi in giro, chiamando le cose con il loro nome.
    L’art. 41 o vale per tutti, o non varrà per nessuno, alla fine.

    Mi sento però di contraddire Vincenzo su una sola affermazione del suo lungo lavoro:
    “Ricordiamo solo le aspettative generali che un porto a Cala Dell’Acqua deve soddisfare:
    – riequilibrare lo sviluppo socio-economico tra Ponza e Le Forna (?)
    – riservare Cala Feola alla totale balneazione per cui il nuovo porto deve garantire posti e spazio attrezzato ai diportisti e noleggiatori da trasferire da Cala Feola(?)
    – risanare la zona ex-miniera e prevedere nuove strutture che completino l’offerta turistica locale (?)
    Fino a oggi nessun progetto ha soddisfatto queste tre opzioni.”


    È proprio perché c’è un progetto che affronta precisamente i tre temi che lui indica, che il Comune lo sta osteggiando…
    Ne riparleremo certamente
    Buona domenica

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