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Per la presentazione e l’indice della cinque parti, leggi qui
Molti di noi pensano che è giunto il momento che l’amministrazione comunale debba decidersi nel fare la Scelta Giusta.
Scelta per cambiare il sistema economico-commerciale cogliendo la grande attenzione dell’opinione pubblica locale verso questa amministrazione e soprattutto le preoccupazioni degli operatori del settore nautico in vista dell’applicazione dei decreti concorrenza.
Questo momento storico è una opportunità affinché il Comune faccia due passi avanti e prenda in mano le sorti economiche dell’isola. Il Comune, alle prese anche con il suo “Piano di rientro”, da semplice mediatore di interessi tra privati può diventare imprenditore tra imprenditori. Si rende necessario quindi che l’Ente pubblico (il Comune) rimuova quella condizione che lo vede impegnato unicamente nella gestione ordinaria della cosa pubblica e diventi soggetto coordinatore, attuatore e gestore di un “piano economico generale e complessivo”, per indicare agli abitanti un prodotto lungimirante, di qualità e capace di riattivare maggiori e nuove opportunità di lavoro così necessarie al territorio.
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Un po’ di storia dello sviluppo nautico balneare: per non dimenticare da dove siamo partiti e dove siamo arrivati, credo che sia utile ricordare:
Negli anni le attività nautiche – a cominciare dalla locazione natanti per finire all’ormeggio imbarcazioni su pontili galleggianti – si sono concretizzate per iniziative partite dal basso non certo da una programmazione comunale.
Negli anni Sessanta ma ancora agli inizi degli anni ’70, nella piccola spiaggia della Caletta, in quella di Sant’Antonio, a Giancos e anche a Santa Maria c’erano i bagnanti che per la maggior parte erano ponzesi.
Chiaia di Luna era frequentata in massa dai bagnanti in tutte le ore del giorno e anche della notte. Frontone era piena di bagnanti portati dal mitico Onorato detto Giuànn’ ’a Scignia”. I ragazzi con un materassino andavano da Sant’Antonio a Frontone oppure a nuoto dalla Caletta alla Parata per dire che non c’era pericolo perché non c’era il flusso di barche che c’è oggi. Si attraversava il porto a nuoto da Sant’Antonio alla Caletta.
A Santa Maria da sempre ci sono stati i cantieri navali: ma tutto aveva altre dimensioni e tutto sembrava naturalmente inserito nel contesto ambientale e isolano.
Le Grotte di Pilato erano uno scrigno di tesori per amanti e cacciatori di emozioni profonde. Ma anche le Grotte azzurre – che per entrare con una barca si doveva abbassare la testa – dava emozioni formidabili. Le navi ormeggiavano al molo Musco.
Le isole erano sinonimo di libertà.
La locazione barche degli anni ’70 permetteva ai turisti di muoversi, da soli e liberamente per tutto il periplo dell’isole. Non c’era il Pai: per cui i turisti con i barchini noleggiati andavano a scoprire ogni angolo, ogni grotta, ogni faraglione.
Pian piano è aumentata la domanda turistica che proveniva dall’esterno e i ponzesi si sono inventati “operatori turistici”. per cui anche la nautica da diporto si è professionalizzata.
All’inizio degli anni ’80 si faceva anche l’ormeggio natanti: all’interno del porto rifugio, all’angolo tra lo scalo d’alaggio Mamozio e la banchina Di Fazio c’era un gruppo di giovani ponzesi; davanti allo scalo d’alaggio Santa Lucia c’era il gruppo Settemari; nello specchio acqueo davanti alla Banchina Nuova (che ancora non era stata costruita) c’era Ciccio Nero e a Sant’Antonio nella zona sotto Gennarino a Mare c’era il sottoscritto, Vincenzo Ambrosino.
La spiaggia di Sant’Antonio era completamente libera. Ma chiunque esercitava il noleggio barche, custodiva anche barche e gommoni dei propri clienti. I gommoni (di lunghezza 4/5 mt) erano quelli che si montavano e si trasportavano sulle auto o già montati su carrelli.
A Ponza non c’era l’erogazione di benzina a mare. Si facevano lunghe file per fare i rifornimenti con taniche a seguito, file che arrivavano a Sant’Antonio a volte.
Nei primi anni Ottanta si organizzò la prima Cooperativa Noleggiatori Barche. Questa cooperativa nel 1988 fu utile per proporre e ottenere il numero chiuso delle attività. A quei tempi la licenza veniva rilasciata dalla Capitaneria di Porto.
Perché si arrivò a questo?
a) perché il settore era già, a quei tempi, saturo!
b) per riconoscere un valore commerciale a quella attività.
Negli anni ’90 sono state vendute delle licenze di noleggio e comprate anche a caro prezzo.
In quei tempi il noleggio barche non aveva bisogno di uno specchio acqueo in concessione per essere esercitato.
Alla fine degli anni ’80 gli specchi acquei in concessione erano pochissimi.
Alla fine degli anni ’80 e all’inizio dei ’90 cominciarono a comparire i primi pontili galleggianti. I ponzesi capirono che c’era una domanda di ormeggio di imbarcazioni, per cui misero in mare i pontili.
Anche questa attività prese avvio da iniziative, anche temerarie dei “privati” e non certo dall’Amministrazione comunale. Nessuna programmazione economico-commerciale.
In quegli stessi anni il Piano Regolatore Portuale veniva presentato ai ponzesi.
Il sindaco era Francesco Ferraiuolo, ma quel progetto in una riunione pubblica – anche se aveva superato le prove in vasca a Copenaghen – ebbe molte critiche, per cui il progettista comprese che doveva essere ancora migliorato e adeguato alle richieste dei ponzesi.
Ma intanto per cercare di legalizzare i pontili, il sindaco Ferraiuolo si recò a Gaeta con tutti i rappresentanti dei pontili a parlare con il comandante della Capitaneria. I pontili vennero legalizzati e regolamentati.
A quei tempi un’ordinanza della Capitaneria permetteva di ormeggiare le imbarcazione ai pontili a spina di pesce e anche in testata. Ogni pontile ormeggiava il doppio delle imbarcazioni che ormeggia oggi.
Chiaia di Luna era aperta e su quella spiaggia molto frequentata si svolgevano varie attività di noleggio pedalò e ombrelloni e anche di ristorazione. Il mitico Franchino aveva un’attività di ristorazione e anche di discoteca notturna. Scassettiello aveva lo storico ristorante.
A Frontone c’erano due importanti attività di ristoro e noleggio ombrelloni. C’era il famosissimo Fronton Village che organizzava feste musicali notturne e diurne.
A Cala Feola e alle Piscine naturali si noleggiavano natanti, si faceva ormeggio barche e c’erano diverse attività di bar e ristoro.
Tutto il periplo dell’isola veniva frequentato dai turisti. Le visite alle grotte erano un’altra risorsa.
Palmarola aveva i suoi ristoranti e quotidianamente veniva frequentata da una moltitudine di turisti.
Zannone rimaneva in un limbo.
A metà degli anni ’90 vennero rilasciate diverse concessioni demaniali (specchi acquei) per locazione natanti, ma anche a diportisti (uno in zona Mamozio e uno a Sant’Antonio)
Ancora negli anni ’90 non era necessario avere un specchio acqueo in concessione per svolgere l’attività di locazione/noleggio.
Nel 2003 Rosario Pompeo Porzio (vice sindaco e reggente dell’Amministrazione) adotta il Piano Regolatore Portuale.
Il 17.02. 2003 una Conferenza dei Servizi tenutasi a Latina ha come oggetto: “Esame progetto preliminare relativo alla realizzazione del porto turistico in località Santa Maria presentato dalla So. FIM”.
Eccone un estratto:
“Il vice sindaco svolge un’ampia relazione in ordine alle problematiche oggetto della presente Conferenza dei Servizi, rileva che identica progettazione preliminare nella medesima area era stata presentata dalla Società Pon.Fi service Srl ed era stata esaminata in data 10.10.00 con esito negativo.
Prende la parola il comandante in seconda Mario Valente il quale fa presente che l’Amministrazione marittima ha adottato d’intesa con l’Amministrazione Infrastrutture e Trasporti dell’Uff. Genio Civile OO.MM. una variante al Piano Regolatore al P. R. P. dell’isola di Ponza che interessa l’area di S. Maria e per la cui realizzazione non è previsto alcun titolo di concessione a terzi intendendosi fare ricorso all’istituto della consegna ad altra amm.ne pubblica. Il rapporto del Genio Civile OO.MM. di Roma precisa che trattandosi di attuazione di P. R le opere previste verranno realizzate dall’amministrazione dello Statale.
Il vice sindaco riprende la parola per comunicare che con deliberazione n. 1 del 2003 il Consiglio Comunale ha approvato il progetto di variante di P.R.G del Porto di Ponza così come redatto dal Genio Civile OO. MM. Di Roma.
Prende la parola il dott. Colasanto il quale illustra la nota Regione Lazio del 14.02.03 che produce rilievo altresì che il progetto della So.FIM. è improbabile perché tale facoltà è attribuita in via esclusiva alle PP.AA.
Il vice sindaco, prima di passare alle operazioni di voto ed espressioni di parere, rilevate la inammissibilità ed improponibilità del progetto preliminare della So FIM e delle relative istanze, dichiara chiusi i lavori della presente Conferenza dei Servizi”.
Nel 2006 il decreto Bersani liberalizza tutte le attività commerciali.
Salta il blocco delle attività che la Cooperativa aveva ottenuto nel 1988.
[Portualità e demanio marittimo (1) – Continua]
Tonino Impagliazzo
18 Novembre 2023 at 18:33
Vincenzo,
ottimo lavoro per aver allargato la trattazione della questione portualità e demanio verso un pubblico più ampio attraverso una descrizione fatta di progetti e di proposte cui, nel corso degli anni, la Pubblica Amministrazione ha riservato poca attenzione nonostante le accresciute necessità della popolazione e del territorio.
Ho molto apprezzato il tuo tentativo di condurre l’argomento sui binari di una scelta necessaria ed opportuna per promuovere un maggiore equilibrio economico-commerciale e finanziario tra il privato ed il pubblico, troppo orientato verso il privato e poco attento alle necessità dell’Ente Pubblico che, al momento, vive anche qualche difficoltà finanziaria con erogazione di servizi non sempre adeguati al ruolo e alla qualità cui un comune come Ponza con vocazione turistica dovrebbe tendere.