Esteri

Gran Bretagna. Il ritorno di David Cameron

di Giuseppe Mazzella di Rurillo

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Credo sia un fatto positivo il ritorno di David Cameron, l’ex primo ministro inglese conservatore che nel 2016 lasciò l’incarico per la sconfitta al referendum sulla uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.
É la prima differenza di stile tra un politico inglese e uno italiano.
Renzi che aveva annunciato il ritiro dalla vita politica se perdeva il referendum sulle riforme istituzionali nel 2016 non l’ha fatto.
Cameron era assolutamente certo di vincere il suo referendum. La certezza gli derivava dalle clausole speciali che aveva ottenuto dai vertici dell’Unione: la Gran Bretagna non avrebbe mai rinunciato alla sterlina. Non avrebbe partecipato ad una unione politica con gli altri Stati europei. Erano punti forti per rimarcare che gli inglesi non avrebbero mai abbandonato i legami speciali con gli Usa e con l’ex-impero, soprattutto con i “Dominion” dell’Australia, Nuova Zelanda, Canada, perfino col Sudafrica.
La sconfitta fu cocente e Cameron ritenne che sarebbe stata esiziale da ogni punto per la Gran Bretagna che non poteva più vivere i fasti dello splendido isolamento della potenza mondiale dell’intero Ottocento e di metà del Novecento.

Non c’è molta differenza tra il pensiero e l’azione politica di Cameron, conservatore, e quelli di Tony Blair, laburista, che per dieci anni è stato Primo Ministro, quasi per rimarcare che di fronte alla rivoluzione industriale dell’informatica e i nuovi scenari geopolitici bisogna rivedere tutto.
Cameron è stato richiamato all’incarico più prestigioso del governo come Ministro degli Esteri e dell’ex-Impero. Re Carlo in 24 ore lo ha nominato Lord, perché un ministro nel Regno Unito deve essere membro di un ramo del Parlamento.
Quasi come fece il nostro presidente Napolitano nel 2008 per la crisi finanziaria, facendo senatore a vita Mario Monti e affidando a lui la guida del governo, anche se nel nostro ordinamento costituzionale non è obbligatorio essere parlamentare per fare il primo ministro e lo abbiamo visto circa dieci anni fa con il prof Mario Draghi al quale Mattarella affidò l’incarico in un altro momento drammatico.

Basterebbe un poco di storia per gettare nel cestino la proposta di riforma del premierato della presidente Giorgia Meloni che non ha mai studiato per un esame di diritto pubblico in una facoltà di Economia o di Diritto.
Cameron rientra in politica per una svolta nel Regno Unito e per riportare la Gran Bretagna in Europa.
Comunque gli inglesi hanno bisogno dell’Europa e l’Europa degli inglesi.

Immagine di copertina. David Cameron con l’attuale primo ministro britannico Rishi Sunak (da la Repubblica)

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