Ambiente e Natura

Un documentario sulle farfalle monarca, presentato da Will Smith

segnalato alla Redazione da Iole Pomponi

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Facciamo nostro e partecipiamo ai nostri lettori questo bel documentario sulle farfalle Monarca e sulle loro trasmigrazioni dallo Iowa al Messico, in coincidenza con la locale Festa dei MortiDias de Muertos: un mito dell’entomologia e dell’ecologia.
Il documentario è tra l’inglese e lo spagnolo, ma visionandolo più volte si riesce a capire: proviamo a trasformare una difficoltà in uno stimolo!
Qualche informazione sulle farfalle Monarca (sintesi da Wikipedia a cura della Redazione).

La farfalla monarca (Danaus plexippus), o semplicemente monarca, è una farfalla danainae impollinatrice della famiglia Nymphalidae,  originaria dell’America settentrionale.
La monarca venne originariamente descritta da Carlo Linneo nella decima edizione del Systema Naturae (1758) e venne collocata nel genere Papilio.
Si pensa che il nome “monarca” le sia assegnato in onore di Guglielmo III d’Inghilterra (dato che il colore principale della farfalla è identico a quello dello stemma del Principe d’Orange, un titolo secondario di Guglielmo III).

Le Monarca si suddividono in tre specie e in sei sottospecie, a seconda della morfologia, l’habitat e le abitudini migratorie.
Come tutti i lepidotteri, anche le monarca vanno incontro a una metamorfosi completa; il loro ciclo vitale ha quattro fasi: uovo, larva, pupa e adulto.
Le larve si sviluppano su piante del genere Asclepias e su altre Asclepiadaceae. Lo sviluppo, dall’uovo all’adulto, si completa in circa 30 giorni.
Il numero delle generazioni annue varia a seconda delle condizioni climatiche.

Quelle del Canada meridionale e degli Stati Uniti centrali e orientali raggiungono una piccola valle situata in Messico – del documentario qui presentato,ndr – a 3000 m s.l.m. di altitudine, dove durante l’inverno si concentrano oltre 14 milioni di farfalle in un ettaro e mezzo di superficie. Nella primavera successiva, dopo gli accoppiamenti, gli individui di entrambi i sessi iniziano il viaggio di ritorno, durante il quale alcune femmine si fermano a deporre le uova; in alcuni casi è la generazione successiva a completare il viaggio ri-colonizzando le regioni più settentrionali. Le migrazioni a Nord verso il Canada, avvengono in 3 generazioni, il ritorno in Messico avviene invece in un’unica generazione: questo è un raro caso di migrazione in più generazioni.

Sia le larve che gli adulti presentano vivaci colorazioni aposematiche, che li difendono dai predatori vertebrati, avvertendoli della presenza di sostanze tossiche (cardenolidi) che li rendono inappetibili. Queste sostanze vengono assimilate durante lo sviluppo larvale dalle specie di Asclepias di cui il bruco si nutre.

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1 Comment

1 Comments

  1. Sandro Russo

    6 Novembre 2023 at 17:00

    Poiché la memoria e la fantasia si nutrono di rimandi, mi fa piacere citare qui le altre cose pubblicate sul sito che la visione del bel video proposto da Iole mi ha ricordato…
    Innanzitutto il rinvenimento di una Monarca “Africo” a Frontone, fotografata da Silveria Aroma e identificata da Gaia De Luca.
    Poi le tante volte che abbiamo parlato della tradizione messicana de El dias de los Muertos.

    E infine i tageti, il fiore tradizionale messicano dei morti (come da noi i crisantemi).
    Tagetes L. è un genere di piante della famiglia delle Asteracee, originarie degli Stati Uniti d’America sud-occidentali, del Messico e del Sud America. Fu descritta come genere da Linneo nel 1753. Conosciuti a Ponza come i “garofani americani”

    https://www.ponzaracconta.it/2013/10/30/la-ricorrenza-dei-morti-tradizioni-diverse-aspetti-comuni/

    https://www.ponzaracconta.it/2018/01/09/coco-giocare-con-la-morte-si-puo/

    https://www.ponzaracconta.it/2020/10/26/una-monarca-a-frontone/

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