di Francesco De Luca
per la prima parte (leggi qui)
“Aspetta aspetta – dico a Ntunino – mi stavi dicendo di Assuntina…”
“Ah sì, beh, sul Cimitero l’ho seguita e, quando è rimasta sola nel Cappellone, mi sono avvicinato e le ho chiesto chi era il defunto nel loculo. Poi mi sono dovuto fare tutte le fermate dei suoi parenti morti… Adesso dico così… ma quel giorno non ero scocciato, anzi. Abbiamo parlato, apparentemente di niente, e invece abbiamo buttato le basi del nostro matrimonio…”
“E le amiche?” – chiedo.
“Le amiche hanno capito e ci hanno lasciato soli. Beh… proprio soli no… con tutta la gente che entrava, leggeva i nomi sulle tombe…”
Intervengo: “c’è come un’ansia di ritrovarsi. Sono stato ieri sul Cimitero. Ho incontrato amici non visti da mesi, e tanti altri sorridenti da foto sui marmi… A proposito cosa t’hanno portato i Morti?”
E’ intervenuta subito Assuntina e mi ha spiegato che la famiglia loro vicina di casa ha un bambino, Gino. Lui pratica la loro casa non fosse che per il fatto di avere gli ingressi sulla stessa aia. Motivo di discordia perenne con i genitori della giovane coppia. Oggi non c’è alcun malanimo.
Gino dicevo. Ebbene Gino è di casa anche da Ntunino e Assuntina gli ha preparato la scarpa.
Il due novembre se lo è visto venire di buon mattino. Meno male che è subentrata l’ora solare !
Cosa c’era nella scarpa? Faccio finta di indovinare: “c’erano mostarde, fichi secchi, cioccolatini Kinder e…”
“Macché – mi stoppa Assuntina. Niente mostarde perché non le abbiamo fatte per la mancanza di mosto. Sui Conti la vendemmia è stata magra. I fichi secchi ? E chi li fa più?”
“E allora… cosa avete messo?”
Assuntina:“al Conad ho preso quella zucchetta di cartone piena di dolcetti fatti apposta…”
Ho ribattuto: per Halloween… hai preso la confezione di dolcetti realizzati per Halloween… ma la nostra è la Festa dei Morti non dei mostri… Va beh… l’importante è che Gino sa che sono stati i nonni defunti a ricordarsi di lui perché a sua volta lui non si dimentichi di loro”.
“Parli bene tu – dice Ntunino – ma qui c’è un pastrocchio che non finisce più. Ci sono interferenze culturali che generano confusione. Specie in un bambino”.
Halloween non si oppone alla Festa dei Morti. Se i genitori sono accorti nel bambino non si alimenta la confusione. Ma la chiarezza deve risiedere nei genitori. Halloween a noi può interessare per dare senso agli annunci pubblicitari non per altro. Nulla ha a che vedere con il rimando segreto che i Morti lanciano ai piccoli.
Vengono di notte e lasciano ricordi nelle scarpe di chi li vuole ricordare. Lasciano dolci, se sono contenti della condotta del possessore della scarpa, altrimenti sono pezzi di carbone, e se vogliono che sia soddisfatto un loro desiderio abbandonano un foglietto scritto.
Di solito sono nonni i silenziosi e generosi visitatori, in compagnia talvolta di zii, cugini o parenti venuti meno in un’età e in circostanze in cui la morte non dovrebbe colpire.
Ntunino si fa serio. Quest’anno non andrà sul Cimitero a rinnovare la continuità con chi ci ha preceduti. “Mi mancherà incontrarmi con tutti gli altri, fra le Cappelle, sulla punta del promontorio da dove ‘u scoglio Russo ti fa l’occhiolino o sul piazzale della Batteria da dove i faraglioni della Madonna catturano lo sguardo per vedere se da quella fessura negli scogli spunta la prua di una barca.
Il nostro Cimitero – sussurra Ntunino – è come un porto-rifugio, l’ultimo, quello da cui non ci si stacca. Il mare ribolle e lui lo guarda irridente. Chi vi approda non ha da temere più nulla”.
NdR: la foto di copertina, verso il Cimitero, scattata il 26 ottobre è di Enzo Di Fazio