di Giuseppe Mazzella
Dopo il bailamme estivo le nostre isole riacquistano una tranquillità che si protrarrà fino alla prossima primavera. Gli antichi prediligevano il silenzio perché favorisce la riflessione e le analisi, non condizionato dalle contingenze quotidiane. Questo vale anche per Ponza per mettere a fuoco i tanti problemi irrisolti.
L’autunno è anche lavoro dei campi, il rogo delle sterpaglie, il fumo che invade le campagne, come scrive Domenico Musco (leggi qui) che vede in questo impegno ormai residuale l’antico spirito degli isolani nati contadini. Un’attività che, contrariamente a quanto si possa pensare, potrebbe tornare agli antichi splendori, grazie anche ai contributi comunitari. L’agricoltura, infatti, se ben organizzata – e le esperienze dei rinnovati vigneti che hanno conquistato mercato ed apprezzamenti fa ben sperare – potrebbe costituire un’ importante voce nell’economia ponzese.
Va salutata come ottima l’iniziativa di gemellaggio (leggi qui) di Ponza con Procida. Una maggiore integrazione tra la nostra isola e quelle del golfo di Napoli, come da anni va ripetendo il mio omonimo “cugino” ischitano Giuseppe Mazzella di Rurillo, è uno dei passaggi necessari per la crescita economica e sociale. Gli antichi legami storici tra Ponza e le isole partenopee sono, infatti, in grado di contribuire ad allungare la stagione turistica. Un processo che può e deve essere aiutato dall’intensificazione dei collegamenti. Proprio il miglioramento di questi è un altro dei punti centrali per la crescita e lo sviluppo. Ci auguriamo che il prossimo rinnovo del contratto con Laziomar porti ad orari migliori e a mezzi più moderni e che vengano anche superate alcune, seppur piccole difficoltà, come quella rilevata da Silverio Lamonica (leggi qui) all’imbarco di Formia.
Tra le altre priorità isolane c’è il rafforzamento del servizio sanitario (leggi qui) che, al momento, secondo la relazione presentata dalla consigliera di minoranza Lucia Vitiello, e rimbalzata sulla stampa, mostrerebbe ancora diverse sfasature, a cominciare dalla strutturazione di un piccolo pronto soccorso ad una maggiore necessità di personale medico specializzato e al riconoscimento per lo stesso della indennità prevista per le isole minori.
Altra emergenza segnalata da Biagio Vitiello (leggi qui) che riguarda non solo Ponza, ma anche Palmarola Zannone, è rappresentata dall’abbandono e dalla mancata tutela della loro ricchezza naturalistica. Biagio, però, non si accontenta solo di stigmatizzare la situazione, ma offre utili suggerimenti pratici, che possano portare ad una migliore fruizione turistica organizzata.
Tra le notizie curiose della settimana e che fa ben sperare è la ricomparsa nel porto di Ponza dei delfini (leggi qui). Per la verità i rapporti tra questi e i pescatori isolani sono antichi e di grande collaborazione. Moltissime le storie tramandate in cui il più intelligente mammifero marino collaborava a individuare e a radunare i banchi di pesci, un tempo i famosi castaurielli, perché fossero facilmente accerchiati dalle reti. Ho raccolto dalla viva voce di Raffaele Romano, tra gli ultimi pescatori di Le Forna scomparso da una quindicina d’anni, che un delfino, una fera come si chiamava qui, aspettava la sua barca a Cala Feola per condurla verso Palmarola alla ricerca di pesci. Era la stessa fera, precisa, che, qualche anno prima, incappata per sbaglio nella sua rete, era stata da lui liberata.
Altra criticità per le nostre isole, sottolineata da un intervento allarmante di Tonino Impagliazzo (leggi qui) documenta la “liberalizzazione” senza controlli degli impianti di desalinizzazione che deriverebbe dal così detto Decreto Siccità (la Legge n. 68 del 13 giugno 2023). Una cosa gravissima, scrive Tonino, che potrebbe creare danni notevoli agli ecosistemi marini, in barba a norme nazionali e comunitarie in difesa e tutela dell’ambiente. Una legge che andrebbe assolutamente modificata e che riguarda direttamente anche l’annosa questione dell’impianto di Cala dell’Acqua.
Di tono allusivo è l’intervento di Franco De Luca (leggi qui) in riferimento al tempo che passa e modifica la sua mobilità e le sue abitudini. Un’analisi che potremmo spalmare, purtroppo, su gran parte della popolazione isolana. Sulla stessa linea di ricordi di un tempo, la sua Filastrocca (leggi qui) che rimanda ad antiche cadenze popolari.
Altro punto essenziale delle tante problematiche isolane irrisolte vi è quella della portualità. Sull’argomento interviene il “forestiero” Guido Del Gizzo (leggi qui) con osservazioni utili e da ponderare.
Va preliminarmente riconosciuto che Ponza ha necessità di un altro scalo marittimo, così da liberare il porto da un traffico ormai insostenibile anche per la stessa sicurezza. Gli incidenti degli ultimi anni ne sono un’ avvisaglia. Il porto di Cala dell’Acqua potrebbe essere la soluzione ideale, sia per bonificare un’area abbandonata da troppi decenni, quella del comparto 13, di proprietà del Comune, sia per offrire un approdo su un versante alternativo a quello del porto di Ponza. Io resto convinto che la soluzione ottimale, per realizzare il nuovo scalo sia quella di una collaborazione tra pubblico e privato, sotto il controllo maggioritario del primo. Il porto è una struttura troppo importante, è la porta d’ingresso dell’isola come ho ripetuto tante volte, per essere lasciato esclusivamente in mano ai privati, anche sotto l’aspetto della sicurezza. Una struttura così concepita soddisferebbe la fruizione di molti isolani, già impegnati nella pesca, nelle attività turistiche e di affitta-barche, dando nuova linfa all’economia in particolare di quella della frazione di Le Forna. Sul punto del Living Lab citato nello stesso articolo, che non ha connotazione politica, ma un grande “senso” politico, ho qualche perplessità. Sulla base di tante esperienze, ormai sono avanti negli anni, non dovrebbe essere peccato pensare che laboratori, comitati, convegni, sottoscrizioni, promozioni e quant’altro, benché condiviso con apporti delle amministrazioni locali e di altri Enti, si prefiggano a volte di “indirizzare” verso certe soluzioni che hanno il timbro, a volte opinabile, della scientificità.
Credo, infatti, che il diritto di autodeterminazione spetti alle amministrazioni comunali, sia perché conoscono meglio i bisogni, le necessità e gli interessi della popolazione che sono chiamate a governare, sia perché ne rappresentano legalmente, attraverso libere elezioni democratiche, la volontà della maggioranza. E infine, ma non ultimo, la possibilità per i cittadini di individuare il- o i- responsabili di scelte utili o nocive per il paese e di poterle liberamente criticare e contestare. Del resto già Focilide, l’epigrammista greco, vissuto a Mileto tra il VI e V secolo a. C. scriveva: “Una città sopra uno scoglio secondo l’ordine governata (benché) piccola è più grande dell’insensata Ninive”. E per chi è chiamato a dirigere la nostra isola è sicuramente un impegno gravoso, ma anche un onore non da poco.
Guido Del Gizzo
22 Ottobre 2023 at 16:24
“Non dovrebbe essere peccato pensare…” – scrive Giuseppe Mazzella nella sua epicrisi.
Nessun peccato, solo una stupidaggine.
In un primo momento avevo deciso di passarci sopra, ma ci ho ripensato.
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È perfettamente legittimo e, per quanto mi riguarda, anche logico, immaginare una soluzione pubblico/privata per il nuovo porto; ma non farò alcun commento, perché ho fatto un fioretto e lo manterrò.
Invece, accomunare il Laboratorio di Innovazione a “comitati, convegni, sottoscrizioni, promozioni e quant’altro, benché condiviso con apporti delle amministrazioni locali e di altri Enti, si prefiggano a volte di “indirizzare” verso certe soluzioni che hanno il timbro, a volte opinabile, della scientificità”, è qualcosa che va oltre la sana polemica tra opinioni diverse.
È falsificazione dei fatti e delle affermazioni altrui, con un atteggiamento qualunquista e francamente offensivo, che non mi sarei aspettato dall’avv. Mazzella.
Guido Del Gizzo
Giuseppe Mazzella
22 Ottobre 2023 at 17:37
Gentile Del Gizzo,
credo che le sue considerazioni siano legittime, ma ho visto troppe cose per continuare a farmi incantare da nuove sigle, specie in inglese che fa fino. Vorrei solo ricordare che, per tenerci a Ponza l’inceneritore, quando fu realizzato a Monte Pagliaro, unanime fu la vulgata che avrebbe risolto una volta per tutte, per la nostra isola e per tante altre località, la questione rifiuti. Non passarono che pochi anni e si scoprì che produceva diossina. E questo per dire che non tutto ciò che è innovazione risponde a criteri certi di bontà. Voglio aggiungere solo due piccole cose. Un mio grande maestro, lo scrittore e pittore Cristoforo Sparagna, affermava che la bontà dei colori ad olio usati dagli artisti del Cinquecento era confermata dalla loro durata e permanenza nel tempo, bontà che i nuovi colori acrilici o quant’altro non possono al momento confermare. Anche Umberto Eco, che non penso sia stato uno sprovveduto, a proposito dei supporti magnetici legati al mondo del computer, ha affermato che non possono dare certezze. Accade che la nostra epoca, che va troppo di corsa, nella fretta di realizzare non permette di verificare quanto prodotto.
Per quanto riguarda l’accostamento fatto del Laboratorio di Innovazione, le sarò grato se mi e ci spiegasse quando e dove nasce, da chi è composto e quali sono i fini che persegue. Non credo, dopo una ormai lunga vita vissuta a favore della mia isola – le voglio solo dire che per undici anni ho assolto all’incarico, totalmente gratuito, di Giudice Conciliatore – di poter essere considerato un qualunquista. Sono solo preoccupato, proprio perché tengo a Ponza, che non diventi terra di facili conquiste. Basti ricordare le innumerevoli iniziative prodotte negli ultimi cinquant’anni “Pro Ponza”!
Con cordialità, Giuseppe Mazzella
Guido Del Gizzo
22 Ottobre 2023 at 20:02
Gentile Avvocato,
al riguardo della sua richiesta di chiarimento, potrà verificare come tutto sia già sul sito di Ponza Racconta.
Lo scorso 15 ottobre (“considerazioni di un forestiero”) ho pubblicato un link che troverà facilmente e le fornirà tutte le informazioni che desidera, oltre agli esempi già operativi in Italia e in Europa al 2020, mi pare.
Per chiudere la polemica, mi consenta di citare il mio commento del successivo 17 ottobre, in risposta a Vincenzo Ambrosino:
“Un Laboratorio d’Innovazione non è un “portatore di interesse esterno”, al contrario: è governato dall’Ente Locale, fino a prova contraria eletto dai cittadini, da un’istituzione scientifica pubblica e territorialmente competente, e, infine, da un’agenzia di promozione territoriale, anch’essa pubblica e territorialmente competente: ed è aperto a tutti.
E’ uno strumento amministrativo che espande e rafforza le competenze dell’Ente Locale, mettendogli a disposizione, ove necessario, le professionalità di cui non dispone.
Come vede, le sue considerazioni sono proprio quelle da cui partivo io.
Infine, sul sito troverà anche la delibera adottata, sul tema, dalla precedente Amministrazione Comunale.
Cordialmente
Guido Del Gizzo
Giuseppe Mazzella
23 Ottobre 2023 at 06:11
Gentile Del Gizzo,
grazie per le informazioni di cui cercherò di far tesoro. Seguirò con attenzione gli sviluppi, augurandomi che possano tornare utili ai ponzesi. Se son rose, dice l’antico proverbio, fioriranno.
Con cordialità, Giuseppe Mazzella