di Guido Del Gizzo
.
Per quelli che, come me, hanno dovuto imparare le date storiche a memoria, con tanto di concorso in classe per vedere chi ne ricordava di più – devo dire, uno dei ricordi più divertenti che ho delle scuole medie – il 7 ottobre 1571 è il giorno in cui si svolse la battaglia di Lepanto: in breve, la Lega Santa organizzata da Filippo II (detto il Cattolico, ossessionato dall’obiettivo della restaurazione cattolica, al punto da costruire un mausoleo di famiglia, il Palazzo dell’Escorial, a forma di graticola per ricordare il supplizio di S. Lorenzo, arso vivo per ordine di Roma), attacca la flotta ottomana dopo la rottura degli accordi successivi alla presa di Famagosta.
Allegoria della battaglia di Lepanto, di Paolo Veronese (dipinto tra il 1572-’73). Venezia, Gallerie Accademia
Non datemi del saccente e perdiamo due minuti a ragionare sull’origine di quello che stiamo vivendo.
L’assedio di Famagosta si era concluso con una tregua, seguita da un accordo tra Bragadin e Lala Mustafa: poi però si era scoperto che, durante la tregua, i Veneziani avevano ucciso decine di prigionieri turchi.
Bragadin fu orrendamente torturato e i suoi resti issati sul pennone di una nave diretta a Costantinopoli.
La battaglia di Lepanto segnò la fine dell’espansione ottomana in Europa.
La vittoria di Filippo II coincide con il periodo più buio dell’Inquisizione e non sapremo mai quali nefandezze siano realmente accadute nel nome del Vero Dio: ma quel poco che ne sappiamo, basta a suscitare orrore, oggi, in tutte le persone civili.
Insomma, è da molto prima del 1571 che cattolici e mussulmani, arabi e cristiani si alternano nella barbarie.
Sarà una coincidenza, ma l’attacco di Hamas avviene proprio il 7 ottobre.
Le notizie che arrivano ci sconvolgono, si parla di bambini e neonati decapitati.
Neonati decapitati, si può concepire qualcosa di più terribile?
Certo che sì.
Ci siamo riusciti noi, neanche ottant’anni fa.
Gli ultimi a massacrare gli ebrei erano figli della grande cultura mitteleuropea, erano bianchi e cristiani “Gott Mit Uns” (Dio è con noi) inciso sulle baionette.
E’ giusto essere solidali con le vittime e siamo tutti inorriditi, ma poi, se approfondiamo la questione, scopriamo che non è una faccenda iniziata il 7 ottobre 2023: tra il 2008 e il 2020, sono morti, nel conflitto israeliano palestinese, 2854 persone, delle quali 251 sono israeliani e 2603 palestinesi (per dati più precisi, al link: https://www.truenumbers.it/conflitto-israele-palestina/).
Non ho trovato i dati degli ultimi tre anni.
Le vittime sono in larghissima maggioranza civili e la causa principale sono i bombardamenti aerei israeliani e la colonizzazione dei territori palestinesi da parte dei coloni israeliani, condannata dall’ONU, ma che nessuno ha impedito.
Insomma, cosa ci aspettavamo che accadesse?