di Sandro Vitiello
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A Ponza la giornata di ieri sarà ricordata come quella in cui mentre una parte importante dei nostri compaesani si godeva il piacere di una gita a Palmarola, ospiti all inclusive della Cooperativa Barcaioli, un’altra parte si dedicava alla nobile arte di parlare a posteriori.
Oggetto del contendere: un organo a pezzi proveniente dalla chiesa della Santissima Trinità -la chiesa di San Silverio al porto di Ponza- parcheggiato da almeno venti anni, se non di più, in un angolo della chiesa dell’Assunta a Le Forna.
Qualche giorno fa la chiesa dell’Assunta è stata oggetto di pulizia “di fino” da parte di un gruppo nutrito di persone che, insieme a padre Francesco, hanno convenuto che di quell’organo ci si poteva pure sbarazzare.
Da troppi anni era lì, nessuno si era mai soffermato a decantarne le origini o addirittura a proporsi di rimetterlo in funzione.
Era lì e sarebbe rimasto lì nei secoli dei secoli se la fine poco elegante del manufatto non fosse stata fotografata in un bidone della spazzatura lungo la via Montagnella.
Da lì in poi è stato un tiro al bersaglio, un cercare il colpevole e via discorrendo.
Sicuramente l’organo in questione avrà avuto un valore storico, ancora di più uno affettivo.
Era stato acquistato dalla buonanima di monsignor Dies, parroco del porto per tanti anni.
Quando è stato dismesso è passato per qualche anno alla chiesa di San Giuseppe a Santa Maria (dove qualcuno ancora lo ricorda), dopodiché è stato definitivamente parcheggiato nella chiesa di Le Forna.
In buona compagnia.
Perché in quella chiesa di organi ce n’erano già altri tre.
Attualmente nessuno funzionante.
C’era lo storico organo a canne, per tanti anni ricoperto di lenzuola bianche, fin quando padre Francesco non gli ha dato una bella ripulita e l’ha reso presentabile. Non funzionante.
E poi altri due, entrambi scassati.
Di uno dei due padre Francesco ha pensato bene di salvare il mobile appoggiandovi dentro una tastiera elettronica. Non sarà il massimo ma almeno adesso c’è uno strumento che suona. Che sta lì stabilmente e che assolve alla sua funzione. Accompagnare i momenti belli e quelli un po’ meno, le cerimonie o le prove di qualche iniziativa.
E, perché no, casomai far venire voglia a qualche ragazzino dell’isola di approcciarsi a strimpellare.
In sostanza ieri tanti e tanti hanno fatto sapere la loro rabbia per la triste fine dell’organo di don Luigi Dies. Io penso che questa rabbia possa essere trasformata in positivo chiedendo a tutti di farsi promotori di una raccolta fondi da destinare al restauro dell’organo a canne della chiesa di Le Forna.
Tutti ci teniamo a conservare i beni che hanno un valore storico o affettivo.
Ma come si dice dalle nostre parti ”senza soldi non si dice messa”.
Siamo pronti a farci carico di questo progetto?
Qualcuno ha voglia di invitare a Ponza un esperto che possa dirci se l’organo storico della chiesa di Le Forna possa ritornare in funzione?
Dopodiché si comincia, si organizza una raccolta fondi e si racconta giorno per giorno cosa si farà e come verranno spesi i soldi raccolti.
Si può fare.
Luigi Dies
9 Ottobre 2023 at 16:59
È la natura umana che vince ancora. Dei nostri nonni che irrimediabilmente ci lasciano, ci accorgiamo di quanto erano importanti un attimo dopo averli perduti. Un altro nonno ci ha lasciato per raggiungere il suo padre in cielo lasciando uno sgomento che arriva dopo decenni di noncuranza. Non abbiamo saputo fare i nipoti. Impariamo, per il futuro, almeno a fare i genitori e i nonni.
Salvatore Ciciotto
9 Ottobre 2023 at 18:20
Ricordo l’organo suonato a orecchio da Francisc’ ‘u suricillo e noi ragazzi di un tempo lontano a “tirare il “mantice”, strumento che serviva per produrre aria. Le ragazze di Azione Cattolica cantavano in coro e creavano emozioni con Don Gennaro, figura scolpita nella nostra memoria, semplice e bonaccione…
Fausto Balzano
9 Ottobre 2023 at 18:21
Salvatore Ciciotto, condivido in pieno il ragionamento di Sandro ed io stesso mi farò promotore per chiedere a Padre Francesco se sia il caso di cominciare ad interessarsi di quell’organo. Anni fa già presentai a Padre Salvatore un famoso riparatore di organi che rimase meravigliato delle pecularietà di quello strumento e voleva cominciare a metterci mano. Ci dovemmo fermare quando scoprimmo che essendo un “oggetto antico” bisognava interessare la Soprintendenza che già aveva autorizzato la rimozione per permettere la riparazione della chiesa salvo l’obbligo, non si capisce da parte di chi, ad essere interessata ogniqualvolta bisognava mettere mano a quello strumento.
Siccome in Italia nonostante le innumerevoli “semplificazioni” propinateci, tutte le volte che bisogna rivolgersi ad Enti cosiddetti “protezionisti” bisogna scalare l’Everest, tutto rimase immobile. Speriamo di ripartire.
Giovanni Conte di Silvano
9 Ottobre 2023 at 20:37
Faccio seguito alla richiesta di Sandro Vitiello inviando il contatto di Organariaromana , responsabile Tonino Di Giuseppe 06 2598168 oppure 328 4797896. Conosco personalmente il signor Di Giuseppe
Giovanni Conte di Silvano
10 Ottobre 2023 at 06:36
Giovanni Conte di Silvano
Innanzitutto ci tengo a precisare che nessuno ha voluto fare il tiro al bersaglio o parlare ‘a posteriori’, solo rabbia e delusione nel vedere uno strumento musicale storico distrutto e per molti ponzesi – e quando dico ponzesi intendo tutti gli abitanti dell’isola – ricco di ricordi. Per me poi quell’Armonium aveva un significato particolare per due motivi: “da piccolo”, sono stato seduto sulle gambe di monsignor Dies che con le sue mani mi mostrava i tasti da premere mentre suonava (presagio di quello che doveva succedere o semplice coincidenza?), da “grande” su quell’Armonium ho imparato a suonare, e nei pomeriggi e serate passati in chiesa a provare ho conosciuto mia moglie.
Non era parcheggiato perché rotto. Il primo gennaio di quest’anno, nell’accompagnare un sacerdote amico per un saluto a padre Francesco, l’ho suonato; era un po’ sfiatato ma il suono non era male. L’Armonium fu portato nella chiesa dell’Assunta nel 1997 per sostituire il piccolo Armonium (foto n° 2) che non funzionava più, poi nel 2002 una signora con il permesso di padre Salvatore Maiorana fece una raccolta di fondi e si comprò l’organo elettronico a due tastiere (foto n° 3). Di comune accordo i sacerdoti dell’epoca decisero di lasciare l’Armonium nella chiesa dell’Assunta. Per completezza di informazione l’organo elettronico è stato riparato due volte, l’ultima volta poco prima dell’arrivo di padre Francesco.
Purtroppo con la presunzione “dell’io so” oppure “dell’io capisco” si è arrivati alla distruzione dell’Armonium; forse chiedendo si poteva fare lo stesso lavoro utilizzando il mobile dell’organo elettronico, e forse si poteva anche utilizzare il circuito audio per amplificare la tastiera, oppure avendo la possibilità economica e rivolgendosi alle persone giuste nel giro di una settimana-dieci giorni si poteva avere un nuovo organo elettronico. Per quanto riguarda l’organo a canne, io in prima persona qualche tempo fa portai una persona per fare un preventivo per il restauro, ma non se ne fece nulla; so di sicuro che almeno altre due persone si sono interessate al restauro e ora ho letto che anche Fausto si è interessato della cosa. È errato dire che si è parlato ‘a posteriori’, se ne è parlato anche prima, ma forse non si è voluto ascoltare; è errato dire che la situazione degli organi della Parrocchia dell’Assunta non interessa a nessuno. Bastava chiedere o informarsi meglio e forse questa storia…
Saluti
Giovanni Conte di Silvano