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Ho provato una certa delusione nel non leggere sul mio sito preferito (!) neanche una parola sulla Festa dei Nonni. Pensavo che molti redattori e contributori del sito, essendo nonni, avrebbero espresso il meglio di sé per l’occasione. Ma così non è stato.
Ma la conoscevate tutti questa informazione (che per maggiore ufficialità ho tratto da Wikipedia)?
“La Festa dei Nonni è una ricorrenza civile diffusa in alcune aree del mondo, celebrata in onore della figura dei nonni e della loro influenza sociale. Tale ricorrenza non è festeggiata in tutto il mondo nello stesso giorno. In gran parte dei paesi l’evento è festeggiato nel mese di settembre o di ottobre. In Italia la festa dei nonni ricorre il 2 ottobre, a norma della legge n. 159 del 31 luglio 2005″.
Sarà vero – come dice il mio amico Sandro, compagno di scuola dei tempi del Liceo -, che “il sito siamo noi” (come la pubblicità della Coop), ma il sito questa volta mi ha tradito.
È anche vero che sono sentimenti così intimi e delicati – quelli dei nonni per i nipoti e dei nipoti per in nonni – che bisogna maneggiarli con estremo rispetto e c’è bisogno di uno scrittore vero o di un poeta, ma veramente bravi, per esprimerli.
E non posso essere io che nella vita ho fatto l’ingegnere… Sono abituato ai fatti e ai numeri, ma in grado di apprezzare il bello e i sentimenti intensi; ne sento la mancanza e mi mancano, anche se non sono bravo a maneggiare le parole.
A questo sono ridotto… che per compensare la mancanza, son dovuto andare su internet a cercare delle poesie sui nonni…
Ne ho trovato tante a questo link: – https://www.sololibri.net/Le-migliori-poesie-sui-nonni.html – anche di nomi famosi, D’Annunzio, Pascoli, Guido Gozzano…
Ho scelto per solennizzare in qualche modo la Festa mancata una poesia di Bruno Tognolini (Cagliari, 1951, scrittore e sceneggiatore italiano, autore a me sconosciuto) e una canzone di Guccini. Entrambe non mettono in gioco sentimenti troppo personali, ma palesano uno sguardo per così dire oggettivo, del rapporto tra nonni e nipoti.
Mi fa piacere condividere queste mie “esplorazioni” con i lettori di Ponzaracconta.
Filastrocca della nonna in altalena
Cara nonna in altalena, mi hanno detto
Che tu voli fra il presente ed il passato
Io lo so cos’è il presente, siamo noi
Non m’importa se sei prima o se sei poi
Se ti svegli di mattina
E mi vedi sorellina
Poi sei mamma a mezzogiorno
Con i tuoi bambini intorno
Poi sei nonna nella sera
E io nipotina vera
E di notte cosa sei
Quando è chiusa quella porta
Se sei prima o se sei poi non m’importa
Tu non sai cos’è il presente, ma io sì
Il presente siamo noi e siamo qui
Una mano vecchia tiene una manina
È tua figlia, è tua nipote
“Ma chi è questa bambina?”
Nonna persa in una fiaba di orologi e di altalene
Non mi importa quando sei
Ma che stai bene.
(Poesia di Bruno Tognolini)
E da YouTube una canzone di un giovane Guccini, con tanto di barba nera, come ai tempi di Auschwitz:
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Il vecchio e il bambino
Un vecchio e un bambino si presero per mano
e andarono insieme incontro alla sera,
la polvere rossa si alzava lontano
e il sole brillava di luce non vera;
l’immensa pianura sembrava arrivare
fin dove l’occhio di un uomo poteva guardare
e tutto d’intorno non c’era nessuno,
solo il tetro contorno di torri di fumo.
I due camminavano, il giorno cadeva,
il vecchio parlava e piano piangeva
con l’anima assente, con gli occhi bagnati
seguiva il ricordo di miti passati;
i vecchi subiscono l’ingiuria degli anni,
non sanno distinguere il vero dai sogni;
i vecchi non sanno nel loro pensiero
distinguere nei sogni il falso dal vero.
E il vecchio diceva, guardando lontano,
“Immagina questo coperto di grano,
immagina i frutti, immagina i fiori,
e pensa alle voci e pensa ai colori,
e in questa pianura, fin dove si perde,
crescevano gli alberi e tutto era verde,
cadeva la pioggia, segnavano i soli,
il ritmo dell’uomo e delle stagioni”.
Il bimbo ristette, lo sguardo era triste
e gli occhi guardavano cose mai viste,
e poi disse al vecchio, con voce sognante
“Mi piacciono le fiabe, raccontane altre”.
Note
Un’altra delle mie scoperte è stata che il fiore ufficiale della festa dei nonni è il non-ti-scordar-di-me. Il suo nome scientifico è myosotis, una parola greca che significa “orecchie di topo” (sul sito, leggi qui).
Sul sito sempre sul tema “Nonni e nipoti”, leggi qui:
https://www.ponzaracconta.it/2023/08/27/i-figli-dei-nostri-figli/
Aldo Cavalieri
4 Ottobre 2023 at 19:25
Non sono molto d’accordo con Guccini. C’è un’atmosfera che non mi piace e non mi appartiene, fortunatamente. Il vecchio descritto da Guccini è troppo di maniera e non è al passo con i tempi. Almeno io non mi sento così. Anche “la nonna in altalena” non mi affascina per niente.
Secondo me essere nonni è una sensazione che non può essere descritta se non in minima parte. Sei tutt’uno con i nipoti e li senti, per estensione, anche figli, al punto che alcune volte li chiami con i nomi dei loro padri.
Inoltre festeggiare o no i nonni non mi importa granché che lo si faccia o no, l’importante è esserlo, a prescindere dai festeggiamenti.
Anna Lovato
4 Ottobre 2023 at 19:30
Hai ragione Antonio, noi nonni lo sappiamo che il bene che vogliamo ai nipoti supera, a volte, anche quello per i figli. Perciò dovremmo festeggiare. Sono il prolungamento di noi stessi; in un certo modo, rappresentano la sconfitta della morte.
Quando i genitori hanno problemi di lavoro o altro e ce li lasciano in custodia, siamo felicissimi così ce li possiamo godere noi. Ne scrutriamo il carattere per sapere se hanno preso qualcosa di positivo – si spera -,da noi…
Io ne ho uno soltanto, ma si può dire che vivo solo pensando a lui e al suo futuro.
Flora Bianchini
5 Ottobre 2023 at 07:27
Ho visto da più parti in questi giorni fare gli auguri ai nonni… ricorrenza che non è presente nei miei ricordi; festa recente quindi, di cui forse si sentiva la mancanza…
Ho letto anche che la data non è la stessa per tutti i paesi dove la Festa dei Nonni è stata istituita…
Ma perché in Italia si è scelto proprio il 2 ottobre? La mia idea – non l’ho letto da nessuna parte – è che qualcuno ‘illuminato’ abbia scelto quella data perché da noi coincide con la ricorrenza degli Angeli custodi.
È stata la Chiesa cattolica a istituire questa ricorrenza (papa Pio V nel 1570, l’ha fissata una volta e per sempre al 2 ottobre), ma molti pontefici l’hanno sostenuta. Papa Francesco ha spiegato: “Nessuno cammina da solo e nessuno di noi può pensare che è solo perché c’è sempre questo compagno. Questa non è una dottrina sugli angeli un po’ fantasiosa no, è realtà. – Io, oggi, farei la domanda: com’è il rapporto con il mio angelo custode? Lo ascolto? Gli dico buongiorno, al mattino? Gli dico: ‘Custodiscimi durante il sonno?’. Parlo con lui? Gli chiedo consiglio? È al mio fianco. Questa domanda possiamo risponderla oggi, ognuno di noi: com’è il rapporto con quest’angelo che il Signore ha mandato per custodirmi e accompagnarmi nel cammino (…)”.
Bene, per i laici questo è esattamente il ruolo dei nonni. Quello di Angeli custodi