Libri

Attualità di un “Manifesto”

di Giuseppe Mazzella di Rurillo

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Ho davanti a me un libro dimenticato. Un libro che non si trova più in libreria. Un libro di 59 anni fa – 1964 – dell’editore Laterza di Bari di 537 pagine e che si intitola: I nostri quattrini. É scritto da Ernesto Rossi (1897-1967), il più grande polemista italiano che avviò il giornalismo economico in Italia prima ancora di Eugenio Scalfari.
Rossi – dalla pagine de Il Mondo – faceva una critica contenutistico al capitalismo italiano ed alla organizzazione dello Stato nella Repubblica che vedeva nell’utopia degli Stati Uniti d’Europa fin dal 1941 a Ventotene dove era confinato da fiero antifascista e dove scrisse con Altiero Spinelli ed Eugenio Colorni Il Manifesto per una Europa Unita.

Il Manifesto di Ventotene (1941; pubbl. 1944); la prima edizione People e la più recente del giugno 2023 

Rossi racchiude quarant’anni articoli di politica economica e li commenta tutti con puntuali riferimenti. Dovrebbe essere adottato nelle scuole superiori per lo stile ed i contenuti.
Rossi è un repubblicano ma non è un comunista ed è per tutta la vita un liberale di sinistra ma critico nei confronti della sinistra.
Non aderirà mai al PSI ma punta sul PSI per la sua sinistra dove vede i liberali ed i reduci del partito d’azione.
Nella prefazione di questo corposo libro ricco di dati e di richiami di leggi ed azioni concrete rossi afferma chiudendola: “Non si deve pretendere subito dopo aver seminato. Se siamo convinti che una soluzione è buona non dobbiamo stancarci di battere e ribattere sulla stessa finché non sia entrata anche nelle teste più dure. L’avvenire dipende anche da quello che ognuno di noi è capace di fare”.

Rossi scriveva sessant’anni fa. Credo che dobbiamo adottare il suo metodo. Ispirarci alla sua vita.
Abbiamo lanciato un appello per Il manifesto per Casamicciola che” è ‘Ischia’ contenuto nel n. 1/2023 della rivista Il Continente sottoscritto da 40 cittadini i cui nomi vengono riportati con il testo da pag. 11 a pag. 13.
Il Continente dopo 7 numeri in 5 anni non sarà più stampato. Il massimo che poteva fare lo ha fatto. Il manifesto avrebbe meritato una mobilitazione civile nel caos legislativo esistente incrementato da una enorme regolamentazione di 24 ordinanze del commissario Giovanni Legnini che affida ad almeno 50 anni la futura “ricostruzione” con una fallimentare tutela rappresentata dalla Regione Campania del “Governatore sceriffo” Vincenzo De Luca con il suo “proconsole” Fulvio Bonavitacola accompagnato, qualche volta nelle sue passeggiate ischitane, dall’inutile assessore all’urbanistica Bruno Discepolo nell’eterna promessa del “piano di ricostruzione”.

Il cuore del Manifesto è la richiesta di una legge speciale per un “Ente Autonomo di diritto pubblico per la ricostruzione” di durata ventennale come la Repubblica fece nel 1952 per l’Ente per la Valorizzazione di Ischia (EVI).
In una situazioni diverse si pone oggi per Ischia una gestione unitaria della politica economica con estremo rigore ed estrema concretezza in una estrema chiarezza giuridica pur nel labirinto legislativo italiano.
É un labirinto ancora più complesso che Ernesto Rossi esaminava, criticava, di cui scriveva. Ma oggi come allora, come diceva Ernesto, le polemiche si fanno “per dare occhiali alla democrazia non per accecarla”.
Ci sentiamo di ripeterlo aggiungendo che con l’ottundimento della coscienza di ogni cittadino la democrazia muore.

Alcuni libri di Ernesto Rossi, in gran parte ristampati dalla benemerita Casa Editrice Kaos:


 

1 Comment

1 Comments

  1. La Redazione

    2 Ottobre 2023 at 20:30

    Il Manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi (con la preziosa introduzione di Eugenio Colorni) menzionato nell’articolo di Giuseppe Mazzella – è, da parecchi anni a questa parte, il libro politico più citato e al contempo meno letto e approfondito. Lo si evoca per parlare di Europa, senza conoscere quel progetto di Europa, il superamento dei nazionalismi e insieme un grande disegno di riforma sociale complessivo. E, mentre l’Europa è di nuovo in guerra, il suo messaggio di pace.
    La vicenda della sua redazione e della sua diffusione è una delle avventure politiche più affascinanti della nostra storia recente: gli oppositori del fascismo, confinati dal regime in una piccola isola del Tirreno, immaginano il futuro e il mondo che verrà, dopo la dittatura e dopo la guerra.
    È ancora più significativo leggerlo ora, occhi aperti, spalancati sul mondo, e però confinati nell’individualismo di ciascuno.

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