Racconti

Il glorioso giornalino del Mac Pi 100

di Sandro Russo

 Avevo promesso questa sorpresa agli Amici del Liceo – ora anche Gruppo whatsapp – ritrovati la gran parte dopo oltre cinquant’anni.
Il tempo necessario a cercare tra le carte accumulate in una vita e alfine… sono riuscito a ritrovarle, le gloriose pagine dattiloscritte e ciclostilate – il ciclostile, chi lo ricorda ancora? – del giornalino dell’ultimo anno del Liceo.
Di quell’avventura potrei scrivere a lungo: dell’organizzazione del ballo di fine anno; di come sembrò a tutti pacifico che del giornalino (due numeri di una decina di pagine ciascuno) mi sarei occupato io; della stampa delle copie da vendere classe per classe a cento lire l’una per finanziare le spese; dei disegnini di Giancarlo; del ‘corpo a corpo’ con le matrici del ciclostile e con la vecchia macchina che grazie a uno di noi che frequentava Montecassino (voleva farsi prete!) scovammo nella polverosa Biblioteca dell’Abbazia. Tante storie…


In classe siamo 16

Siamo 16 amici
Giancarlo è mio amico; è troppo grosso per non esserlo, e poi con i suoi 1,86 di altezza mi difende sempre quando c’è da litigare.
Aldo è mio amico; è amico di tutti. Se non lo fosse, non potremmo più rompergli la cinghia, farlo sedere sulle puntine da disegno, nascondergli i libri: si offenderebbe.
Anche Anna è mia amica: lei cerca un ragazzo serio per sistemarsi davvero ed io ho promesso di interessarmene; inoltre sa tante di quelle diete per dimagrire..!
Eugenio ‘deve’ essere mio amico: lui è un attivista, con lui non si scherza, ed è sempre bene avere amici in politica.
Tonino è mio amico: conosce tutti i professori della provincia ed ha dei parenti al Ministero della Pubblica Istruzione; lui sì che ci sa fare con i bigliettini!
Gianfranco è mio amico: con la sua forza di volontà, con il suo carattere fermo e deciso, mi sostiene e mi conforta nei momenti di scoraggiamento. E’ bello fare schifo in due.
Andrea è mio amico: ha la manina coriacea, ed è molto utile in classe a ribattere i chiodi che escono dai banchi.

Siamo 16 in classe e quando siamo insieme: chiacchieriamo, ridiamo, qualche volta studiamo, ogni tanto siamo attenti, ci divertiamo molto alle spalle di chi è interrogato. Ci passiamo le copie dei compiti ed i fumetti. Sempre solidali per protestare contro: i troppi compiti, le troppe ore di lezione, i troppi disegni, le poche vacanze…

Siamo 16 amici.
Giancarlo è finito in una clinica psichiatrica per il suo complesso d’inferiorità: era il più basso della famiglia.
Tonino è diventato un pezzo grosso, è deputato; ma nei ritagli di tempo segue “Non è mai troppo tardi” alla televisione.
Eugenio, già consigliere regionale per il Lazio, è stato liquidato dal partito a solo 51 anni, perché non ha saputo “aggiornarsi”.
Anna e Aldo hanno messo su famiglia (non insieme, s’intende). In fondo – dicono – in che consiste la vita se non nel far studiare i figli, assicurare loro una posizione, perché a loro volta possano far studiare i propri figli, assicurare loro una posizione, perché a loro volta… ?
E gli altri?

Siamo 16 amici, per ora stiamo insieme.
Ce ne andremo per vie diverse, ognuno con i suoi sogni,
Conosceremo altre persone e dimenticheremo forse qualcosa che ci aveva legati per cinque anni.
Dimenticheremo il trillo del campanello, i volti dei professori, i sogni dei nostri anni verdi.

[Aprile – maggio 1965 (!), mese più mese meno…]

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