segnalato dalla Redazione
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Il nome di Ipazia di Alessandra ricorre, nelle pagine di questo sito, come emblema della condizione femminile in epoche oscure (è vissuta ad Alessandria d’Egitto nel V secolo d.C.), così come quello di Dacia Maraini, scrittrice e testimone del nostro tempo (leggi qui, ma è citata spesso: Cerca nel Sito). Nei giorni scorsi ha presentato a Roma il suo nuovo libro.
Presentato a Roma nella libreria “Nuova Europa” l’ultimo libro di Dacia Maraini
di Patrizia Vosa – In condivisione con Redazioneculturanews di settembre 2023
“In nome di Ipàzia: riflessioni sul destino femminile” (Ed. Solferino, 283 pag. 18,00 euro), è questo il titolo che Dacia Maraini ha voluto per il libro che raccoglie approfondimenti giornalistici, inchieste e testimonianze sulla condizione femminile, pubblicati a partire dalla fine degli anni sessanta e fino ai nostri giorni per denunciare le violenze che ancora oggi le donne subiscono anche nelle società più evolute.
Ipàzia, astronoma e filosofa pagana vissuta ad Alessandria d’Egitto nel V secolo d.C. viene ricordata ancora oggi come simbolo della libertà di pensiero e dell’indipendenza delle donne per la sua uccisione per mano di fanatici religiosi dopo aver teorizzato e divulgato, in un clima di ripudio della cultura e della scienza in nome della crescente religione cristiana, i suoi studi scientifici che superavano la teoria tolemaica secondo la quale la terra era al centro dell’universo.
La Maraini, presentata e intervistata da Laura Fortini, docente di Letteratura italiana nell’Università di Roma Tre, ha spiegato che nel libro non si sofferma su Ipazia in particolare ma analizza la condizione femminile nelle varie culture e nelle varie epoche storiche. Nella narrazione dei profili femminili l’autrice è partita da sua madre, Topazia Alliata, donna coraggiosa e fiera, che ai tempi della Seconda guerra Mondiale si trovava con la famiglia in Giappone, nazione che nel 1943 si era alleata con la Germania nazista e con la Repubblica di Salò. A tutti gli Italiani presenti nel territorio fu chiesto di firmare l’adesione alla Repubblica di Salò, ma i genitori della Maraini si rifiutarono e, considerati traditori, furono portati insieme alla figlia di appena sei anni nei campi di concentramento. Nel libro sono raccolti articoli che risalgono agli anni delle battaglie civili, che a partire dagli anni ’60 porteranno alle leggi sul diritto di famiglia, l’aborto, il divorzio. Diritti conquistati con impegno e fatica dalla società, ma per i quali – ha affermato la scrittrice – bisogna sempre continuare a lottare, in quanto la storia ci insegna che molti passi in avanti raggiunti dopo dure battaglie possono essere cancellati in un solo momento. La Maraini denuncia le storie di violenza e schiavitù in cui sono costrette a vivere le donne in molte parti del mondo e le minacce e le violenze domestiche che molte donne subiscono anche nel nostro Paese, sollecitando un forte e concreto impegno di tutta la società sul destino femminile contro ogni forma di sopraffazione e violenza.