di Francesco De Luca
Chiamato in causa da Arturo Gallia ( in commento a Considerazioni dopo la serata del 24 agosto ) dico la mia.
Ho fatto parte della commissione a cui l’ Amministrazione Ferraiuolo chiese di elaborare la nuova toponomastica per il Comune di Ponza. Il mio apporto consisté nel situare i nomi delle strade nella Storia dell’isola. Questa posizione prendeva le distanze anche dalla ‘vecchia’ toponomastica, che non aveva tenuto in nessun conto della ‘colonia’ borbonica. Anzitutto.
Gli unici riferimenti storici erano ( e rimangono ) Corso Umberto ( re d’ Italia dal 1878 al 1900 ), Carlo Pisacane ( eroe risorgimentale 1818-1857 ), via Roma.
Si decise perciò di situare nel territorio il re Carlo III° di Borbone ( da cui è nata la colonizzazione dell’arcipelago ), e poi Antonio Winspeare ( 1739-1820 ), Francesco Carpi. E poi Pasquale Mattej e Giuseppe Tricoli che hanno dato memoria storica a quella colonizzazione coi loro libri. Con Luigi Verneau, vittima della Repubblica Napoletana. Non dimenticando l’odiato Dragut, corsaro moro del 1500, vera spina nel fianco dei ponzesi di quel tempo.
Anche la piccola diga a Giancos, cimelio romano prezioso quanto dimenticato, fu messa in rilievo.
Poi si passò a individuare, nella massa degli antifascisti relegati a Ponza quelli che meritano ricordo perché hanno fatto brillare nella storia della loro vita la bellezza di Ponza e dei Ponzesi, nel loro confino politico. Sandro Pertini, Giorgio Amendola, Pietro Nenni, Carlo Fabbri, Mario Magri, e le donne eroiche ( della resistenza direbbero alcuni ) Maria Picicco, Rita Parisi, Maria Vitiello. E poi ancora don Luigi Dies cultore della ponzesità, don Gennaro Sandolo, Luigi Iacono.
La toponomastica di cui ho portato avanti le ragioni indicava alle generazioni dell’isola la via da cui si è partiti nel fondare la comunità isolana, per assisterla nel futuro. Nessuna rivalsa ideologica e nessuna boria. Con i difetti che hanno le cose umane specie quando i pareri sono plurimi e non tutti coincidenti.
Le vicende politiche per le quali non fu resa esecutiva quella proposta non le conosco, e non mi trovano coinvolto.
Sono d’accordo con Arturo Gallia che un paese prende fisionomia dai riconoscimenti che si dà. Sono convinto che la Storia saprà dare il giusto rilievo alle persone e ai loro comportamenti. Ci vorrà forse un po’ di tempo.