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12 agosto, ore 6.30, a Ponza è in partenza il mezzo veloce per Formia. Persone col trolley si dirigono verso l’attracco al Molo Musco. Non c’è folla. I bar stanno aprendo, il tempo è propizio.
La settimana di ferragosto si presenta godibile, non intasata. Quest’anno si costaterà la conseguenza dell’inflazione e la preferenza di mete turistiche più economiche. Sono alle spalle gli anni di vacche grasse dovute al Covid. Sarà un anno di minor guadagno e ciò dovrebbe avvertire gli operatori turistici e gli Uffici preposti ad analizzare il fenomeno, per anticipare soluzioni commerciali migliorative. Da fare subito, a settembre, a caldo, magari col supporto degli Enti turistici provinciali e regionali.
A mio vedere è dannoso proprio sottrarsi al confronto, all’analisi. Perché questo atteggiamento induce ciascuno a trovare il suo toccasana, il proprio espediente risolutivo. Che non c’è (né ci sarà). Il fenomeno è collettivo, è sociale, e va affrontato con spirito sociale e non individualistico.
Sono considerazioni che urtano contro la sensazione più ovvia e cioè che l’isola manifesta, oggi, un volto sereno, dove c’è posto per tutti, dove non c’è ressa e non c’è stress. La qual cosa dovrebbe essere giudicata positiva, ma non lo è, a causa della concorrenza accesa, che la diminuzione di turisti comporta.
Si finisce col trovare spazio nelle cronache giornalistiche per le risse fra paesani in cerca di clienti.
Ponza (Le Forna e il Porto) dipendono economicamente dal turismo. Quale? Quello giornaliero, quello che pernotta, quello sportivo, quello nautico, quello giovanile e quello dei pensionati. Riflettere e trarre conclusioni dal confronto fra i vari settori sarebbe auspicabile. Specie da parte dell’Autorità locale che potrebbe diventare il fulcro che autorizza, vigila, sanziona e promuove.
Penso sia sbagliato considerare problematica soltanto la permanenza invernale. Penso invece che essa debba essere collegata al problema della gestione del turismo.
Non appaia questa posizione estranea al problema del magro bilancio comunale. Sono settori diversi che vanno affrontati con una visione politica d’insieme. Cosicché ogni settore suggerisce decisioni graduali, temporanee o strutturali e soprattutto in sintonia con la popolazione. Non in contrasto e nemmeno in combutta, bensì in sintonia, così che ciascun settore sa quale è l’obiettivo e quale la strategia d’impiego.
Aumentare i costi è una soluzione individualistica; non pagare le tasse lo è altrettanto, così come rifiutarsi di seguire i comportamenti suggeriti dall’Amministrazione.
Ponza (Le Forna e il Porto) presentano attrattive che sono scelte e apprezzate da un largo pubblico. Occorrerebbe che noi isolani prendessimo coscienza di esse. Per curarle, salvaguardarle e migliorarle. Non soltanto trarne profitto.