Rubrica dei Lettori

La posta di lettori. I ringraziamenti del comandante Aureliano Mazzella

a cura della Redazione

 

Il 5 aprile del 2023, attraverso l’articolo di Martina Carannante (leggi qui), abbiamo fatto conoscenza con Aureliano Mazzella, uno di quei giovani ponzesi che, cresciuto con la passione per il mare, al mare si è legato e ora lo sta solcando in lungo e in largo per motivi di lavoro. Aureliano ha studiato, ha fatto carriera e a soli 37 anni è diventato Comandante della Queen Elizabeth, una delle navi crociere più belle al mondo. Ci arriva ora sulla posta del sito – probabilmente scritta in un momento di passaggio per le nostre coste – una lettera di ringraziamenti con qualche consiglio per chi vuol intraprendere l’attività di andare per mare.
Eccola

 

Alla redazione di “Ponzaracconta”

Desidero, prima di tutto, ringraziare la redazione di Ponzaracconta, e particolarmente Martina, per aver pubblicato la notizia riguardante la promozione a Comandante, visto che nulla mi era dovuto (senza la quale io sarei tranquillamente vissuto in pace, da persona fondamentalmente timida).
A scanso di ipocrisie, nessuno nega che essere sotto i riflettori anche se per un momento (e con moderazione) faccia piacere. Ribadisco quindi un onesto e maiuscolo Grazie per aver prestato attenzione e per le care parole spese a riguardo.
Va anche specificato come i dettagli fossero sorprendentemente accurati.

Il ringraziamento – è fuori dubbio – è la ragione madre per questo messaggio, ma se non disturba, vorrei cogliere l’occasione per citare pochi concetti che ho imparato negli ultimi vent’anni di mare su questa professione fantastica.

In un mondo in costante evoluzione questo rimane un mestiere che ancora ripaga i sacrifici con molta generosità, se ci si investe onestamente e seriamente.

Lungi da me il voler impartire lezioni o dare suggerimenti… ma in particolare ai giovani ponzesi, che magari fanno anche un lontano pensiero di intraprendere una carriera per mare, vorrei poter dire che, nonostante le difficoltà e le sfide iniziali, queste non finiscono mai fino a che uno non “lascia il Timone”, ma ragazzi… e’ proprio questo il bello di questa professione e della vita stessa!
Non si smette mai di imparare, il che impone umiltà. Chi non lo fa è perduto! Si impara che contro il Mare non si vince mai e quindi bisogna lavorarci assieme. Poche cose sono facili come sembrano e si apprende da tutti, anche da coloro che involontariamente ti dimostrano come “non fare le cose”.

“Anche nello stesso porto una manovra non è mai uguale alla precedente” quindi adattabilità” è un’ altra parola chiave. In un ambiente raccolto come quello che esiste tra l’equipaggio di una nave (grande o piccola che sia) bisogna presto imparare a saper leggere le persone, ancora prima che parlino, per potervi tirar fuori il meglio e quindi fare quello che è meglio per loro. Sono sicuro che i miei colleghi possono solo rafforzare questi concetti.

Concludo dicendo che anche con la galoppante avanzata delle tecnologie c’è sempre spazio per la perizia marinara che fa da padrona in questo mestiere (dico fortunatamente), non importa la stazza dell’imbarcazione.
Questa dote, sopracitata, purtroppo non si apprende (tranne che in minima parte) tra i banchi dell’Istituto Nautico o all’ Accademia del mare (in tanti hanno provato a metterla in un libro ma con risultati parziali visto l’alto grado di soggettività). A mio avviso questo aspetto affascinante e fondamentale si apprende nelle ore di lavoro in più passate ad osservare “gli altri”, quelli con più capelli bianchi e con più rughe di te, già con il “mal di ferro” addosso.
La si acquisisce gradualmente con testardaggine e sguardo attento (al giorno d’oggi nessuna intelligenza artificiale per quanto accurata è riuscita ad eguagliarla interamente). La si continua a tramandare tra le generazioni di naviganti (anche se sempre più di rado), ma per la quale Ponza rimane un’ ottima palestra!

Aureliano Mazzella

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