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La consapevolezza della mancanza mi è arrivata all’improvviso, ad una curva della strada, mentre una delle notti scorse tornavo in macchina da Roma verso casa dove abito, nelle campagne di Lanuvio, Castelli romani: Le lucciole! Non ci sono più le lucciole!?
Da me, che io ricordi, ci sono sempre state, puntuali come le stagioni, come le fasi della luna, la ricorrenza di certe fioriture. Le lucciole, insetti come tanti altri, ma con tutti i significati simbolici che abbiamo dato loro, come specie umana ancora spaventata dal buio e nelle nostre vite personali… tutti i ricordi legati alle lucciole e a tante persone che non ci sono più.
Ora mi informerò meglio, chiederò in giro, magari riguarda solo questa zona. È grave lo stesso, come fenomeno locale; significa che da un anno all’altro è cambiato qualcosa nell’ambiente in cui esse si riproducevano. Ricordo il posto, un canneto vicino a un rigagnolo d’acqua tra le vigne, a neanche 500 metri dal casale. Una di queste notti vado a vedere.
Tra le tante cose collegate alle lucciole, ho ricordato anche il famoso articolo che Pasolini, analista lucidissimo di fenomeni politici e sociali, ma soprattutto poeta, dedicò ad esse, in un articolo del 1975 sul Corriere della Sera di cui era corsivista.
Le assunse a testimoni di un cambiamento dei tempi, tra quando a Roma c’erano ancora le lucciole rispetto alla loro scomparsa:
“Nei primi anni sessanta, a causa dell’inquinamento dell’aria, e, soprattutto, in campagna, a causa dell’inquinamento dell’acqua (gli azzurri fiumi e le rogge trasparenti) sono cominciate a scomparire le lucciole. Il fenomeno è stato fulmineo e folgorante. Dopo pochi anni le lucciole non c’erano più. Sono ora un ricordo, abbastanza straziante, del passato: e un uomo anziano che abbia un tale ricordo, non può riconoscere nei nuovi giovani se stesso giovane, e dunque non può più avere i bei rimpianti di una volta. (…)”.
L’articolo che è contenuto in “Scritti corsari” – il mio libro, una raccolta dei suoi scritti sul Corriere della Sera, è la 2^ ed. Garzanti del 1975 – è riportato in file .pdf in fondo a questo articolo. Parla di tante cose superate dal tempo, di persone e nomi dimenticati; mentre altre sono attuali e rappresentano l’evoluzione di un fenomeno – il “cambiamento antropologico” degli italiani che Pasolini fu il primo a identificare e a descrivere -. E insieme al cambiamento degli uomini quello, drammaticamente parallelo, della natura intorno.
Propongo alla lettura il vecchio articolo di Pasolini; delle lucciole scriverò ancora, dopo essermi informato meglio.
‘Pasolini. Il vuoto del potere’ ovvero ‘l’articolo delle lucciole’.pdf
Qualche informazione di base, sulle lucciole
Da YouTube. Le lucciole, le stelle dei prati; quando e perché si illuminano
Luisa Guarino
12 Luglio 2023 at 22:28
L’ultima volta che ho visto le lucciole a Ponza è stata molti anni fa, nel mese di giugno; pochi anni fa le ho viste invece a Roccagorga (Latina) da un amico che abita in campagna. Ho chiesto a Sandro se per caso questo non è il loro periodo, ma mi ha risposto sicuro che tra giugno e luglio dalle sue parti le lucciole ci sono sempre state. Ho verificato allora con il mio amico Pier Giulio che vive a Roccagorga: ne ha viste, e numerose, a giugno e finché è piovuto copiosamente; ora però sono totalmente assenti. Sarà il fortissimo caldo ad averle messe in fuga?