Editoriale

Epicrisi 427. Ponza a un bivio… come il sito

di Enzo Di Fazio

Gran caldo e finalmente bel tempo in questo primo long week-end di giugno. Era atteso dopo due mesi di piogge, incertezze, malumori ed un maggio da dimenticare.
A Ponza, partenza della stagione con il botto, ha detto qualcuno. Grande affluenza sia dal litorale laziale e Roma che dalla Toscana, con qualche nordico anche.

I pontili sono pieni come mostrano le foto di Rossano, così come la rada del porto dove impatta, sostando a debita distanza, l’enorme sagoma del Moby Fantasy, il traghetto più grande del mondo, recente acquisto di Vincenzo Onorato da destinare ai collegamenti con la Sardegna, di passaggio per Ponza sicuramente per omaggiare l’isola, come osserva Salvatore, tra i primi lettori ad inviarci una foto

Vederlo nel mare di Ponza accostato alla Ravia mi ha ricordato tanto le navi crociera quando passavano davanti San Marco attraversando il canale della Giudecca.
Per fortuna si è posto fine a quello scempio consumistico, ma c’è voluto un decreto legge per farlo.
Là dove non arrivano la sensibilità e la perspicacia locali è bene che intervenga lo Stato se si vuole preservare, tutelare un bene che, per le sue specificità e la sua bellezza, è patrimonio di tutti.

L’aggancio con Venezia non è casuale e penso di non dire corbellerie se paragono la peculiarità di Venezia a quella di Ponza. Al di là di quello che l’uomo, storicamente, ha fatto di bello nell’una come nell’altra realtà, c’è che entrambe sono state premiate dalla natura: Venezia dalla laguna, Ponza dalla varietà delle rocce, dagli anfratti, dalle falesie, dai colori, dai fondali che ne fanno un unicum nel suo genere e, come tale, un bene con un territorio da  tutelare, preservare, addirittura migliorare ove possibile.

E penso che non vada in quella direzione il consentire lo sbarco senza freni di auto, cicli e motocicli, in particolar modo nella stagione estiva.
Piuttosto sembra, leggendo la lettera ai cittadini (in pdf a fondo pagina) scritta dal sindaco, che la preoccupazione sia soprattutto quella di fare cassa in un momento di evidente dichiarato bisogno finanziario del Comune. Poco importa, poi, se il servizio che si fornisce non è all’altezza, per tutto quello che la presenza di un’auto di un turista, o comunque di un non residente, richiede. E non mancano i disagi per i residenti.
Dalla lettera trapela un certo imbarazzo quando il sindaco chiede comprensione alla comunità isolana. Probabilmente si rende conto delle difficoltà di applicazione di un’ordinanza variegata e complessa su un territorio, carente di spazi attrezzati e di strade, morfologicamente non adatto ad ospitare auto senza limiti.


Ciò che preoccupa è che per risolvere i problemi di capienza si pensa alla realizzazione di aree di parcheggi piuttosto che alla limitazione, se non al divieto in particolari periodi dell’anno, dello sbarco di auto di non residenti.
Fa specie che questa alternativa, in tutti questi mesi come nel passato, non sia stata mai presa in considerazione.

Eppure, vi ricorrono tante altre isole minori. Succede nell’arcipelago toscano, alle Tremiti come alle Egadi, ad Ustica, come alle Pelagie, a Capri, a Procida come perfino ad Ischia, in applicazione, peraltro, di leggi che stabiliscono limitazioni per quei territori insulari con reti stradali extraurbane non superiori ai 50 chilometri. E penso che Ponza sia lontana da questi valori ((segnalo da treghettiup.com I divieti di sbarco dei veicoli sulle isole minori)
Al riguardo registriamo la posizione di Guido Del Gizzo  che, nel segnalarci la lettera del sindaco, , esprime idee che riteniamo lungimiranti, al di là degli interessi legati alla realizzazione di un  porto turistico a Cala dell’Acqua. A proposito grande interesse ha suscitato, visto i contatti, l’articolo Regione Lazio, Ponza e la nautica da diporto  
L’inquinamento che può derivare dall’emissione di gas tossici e dai rumori certamente non va in direzione della tutela dell’ambiente

Che Ponza sia un unicum nel panorama della biodiversità e della configurazione geomorfologica lo confermano tutti quegli articoli che spesso pubblichiamo su alcune iniziative di studio, come l’uscita didattica a Punta Incenso o la segnalazione dell’encomiabile lavoro fatto da Biagio con la realizzazione di un giardino botanico, ove risulta costituito un vero e proprio serbatoio biogenetico grazie al recupero di piante rare e/o in via di estinzione. Altro esempio: la passeggiata, meno impegnativa da punto di vista didattico ma altrettanto interessante dal punto di vista ambientale, che fa Franco, sempre sul promontorio di punta Incenso, in compagnia di una naturalista

Ed è ancora Franco a mettere in evidenza il valore aggiunto della contrada di Le Forna per la pace che vi regna e che la differenzia da Ponza centro, pace che potrebbe essere compromessa da un maggiore arrivo di auto. “Nella frazione di Le Forna c’è ancora la necessità di avere vacanzieri con auto al seguito” c’è scritto al punto 2 nella lettera del sindaco.
Mi chiedo perché mai esistano i taxi e i mezzi pubblici

E’ che si vorrebbe vedere un’isola meno caotica e più orientata al soddisfacimento e al piacere di chi vi arriva per la prima volta o di chi vi ritorna. Un’isola, come meta di un viaggio, che sappia emozionare mostrandosi oltre il porto attraverso i vicoli, i sentieri, gli scorci naturali, la ricchezza della sua storia, i frammenti di alcune vecchie abitudini depositate in chi ha ancora un forte legame con il territorio.

Leggendo gli articoli della settimana fa specie – devo dire – che sia una giornalista tedesca, Ingrid Brunner su Internazionale, a proporre l’isola in una maniera alternativa, da vivere e godersi by-passando la stressante stagione estiva.


E’ chiaro che questo ragionamento presuppone un modo di fare turismo diverso da quello concentrato solo intorno ai due/tre mesi estivi. E ciò ha bisogno di lungimiranza, programmazione e coinvolgimento della comunità isolana

Di esempi di come possano emozionare i viaggi e di quali sensazioni è alla ricerca spesso il viaggiatore se ne trovano tanti negli articoli della settimana

A volte c’è la voglia di raccontare il viaggio non solo come una partenza ed un arrivo, una semplice vacanza, ma come un’esperienza a tutto tondo, un cammino. Un viaggio che vuole essere anche pura esperienza di vita, un fermarsi ad assaporare profumi e luoghi diversi.
Lo dice Stefano Sogne di Si, Viaggiare oltre l’immaginazione

Viaggiare come forza, per ricaricarsi e prendere energia in attesa di qualcosa… lo dice Sandro in Ripensando alla storia di grandi viaggi

E tanti, tanti altri, sono gli spunti di riflessione che possono venire fuori leggendo gli articoli che hanno come tema il viaggio
Il viaggio della domenica. Isole…  opposte alle nostre ma quanto belle! dove è la bellezza a meravigliare e sconvolgere e Ponza ce n’ha di bellezze con cui poter sconvolgere e meravigliare
Lettura che risveglia in Pasquale il ricordo dell’esperienza di un viaggio fatto da quelle parti (Ponzesi che viaggiano. Le  mie Lofeten) e che lo portano a fare dei paragoni con alcune tradizioni ponzesi.

Viaggiare per documentare, come fanno tanti che vengono a Ponza per scoprire e raccontare ma che fanno i ponzesi in giro per il mondo, come Ciro Colonna (figlio di Gildo e della mai dimenticata Teresa) con i suoi documentari che vengono trasmessi su Rai-Radio Tre sotto il titolo Fazard ed io”

Viaggiare per necessità e fermarsi, perché quel luogo diventa la nuova patria per essere luogo di accoglienza
Succede ai migranti oggi ma è successo, nel passato, a tanti nostri compaesani emigrati verso la Sardegna. Da Ponza a Santa Teresa di Gallura: il viaggio dei pescatori
Oggi c’è un Archivio Storico che custodisce, racconta e raccorda il passato con il presente (Complimenti a Santa Teresa di Gallura!)

Viaggiare attraverso i libri, un sogno che rincorriamo da anni nell’attesa di avere anche noi a Ponza una biblioteca.
Emozioni e sensazioni che possono trasmettere le raccolte di libri, che diventano spesso per quei luoghi volano di forme di turismo alternativo, ce li racconta Giuseppe Mazzella di Rurillo in La Biblioteca (1). Emozioni di un ragazzino e La Biblioteca (2). L’incontro con Maria Lenci

Insomma, si vorrebbe che chi viene a Ponza e poi riparte se ne vada arricchito e con la voglia di ritornare in tutte le stagioni

Ricchezza di notizie e piacevoli letture rappresentano la materia prima del sito
C’è la Ponza delle tradizioni nella gara delle bagnarole, ritornata con tanta partecipazione di grandi e  piccoli dopo la pausa causata dal Covid
C’è la Ponza dei giovani impegnati nella danza e nella musica nello spettacolo-saggio di danza e musica alla Caletta, raccontato con passione e qualche amarezza da Emanuela


C’è la Ponza antropologica che rivive negli incontri di Franco (‘Nu fattariello e Sguardo intenso)
C’è la Ponza di alcune vecchie usanze, come quella di cercare e poi consumare le maruzze, che emerge nitida dai racconti ricchi di particolari di Pasquale

Agli appassionati di letture impegnate e zoologia segnalo
Gli animali nell’Antropocene, dove per antropocene s’intende l’era geologica in cui abbiamo scoperto di essere,  avendo la capacità/responsabilità di cambiare gli equilibri del pianeta.
La costa delle meraviglie, una zona di mare nello stretto di Messina ove è possibile rinvenire sulle spiagge, per la particolare conformazione del fondale, dei pesci abissali, di forma e struttura particolari
e I miei compagni gatti di Sandro Russo, interessante e piacevole racconto del rapporto che Sandro ha con i gatti.  Ne ha avuti tanti e ne ha, come “compagni” di vita. Divertente la spiegazione dei nomi attribuiti, legati come sono ad abitudini, caratteristiche fisiche, comportamenti dei felini… Una piacevole lettura che porta ad amare i gatti anche chi, inconsapevolmente, non lo sa

Un pensiero affettuoso a chi nella settimana ci ha lasciato:
–  l’ingegnere Maurizio Pouchain, un forte legame con Ponza attraverso l’Associazione musicale “Isola di Ponza” che ha sempre sostenuto
Miranda Silvestri, donna discreta che ci piace ricordare sorridente e vivace come sempre era.

E chiudo questa lunga epicrisi dedicando un po’ di spazio ai fatti di casa nostra che, appartengono, a noi sì ma anche a tutti i lettori, con un particolare riguardo ai ponzesi.
Parlo ovviamente del sito e di quanto è stato scritto nella settimana appena trascorsa, tra articoli (quattro, compreso l’epicrisi di domenica di Franco De Luca) e commenti

Ne ha parlato in maniera accorata Sandro, prospettando i possibili cambiamenti che nel corso del tempo si potranno verificare considerata l’insufficiente mano d’opera disponibile
Ne ha parlato Rosanna mettendo in evidenza il valore della memoria che il sito ha recuperato, la sua evoluzione nel tempo per l’ampliamento degli interessi e la necessità di conoscere cosa pensano i ponzesi di Ponzarcconta
Ne ha parlato in maniera partecipativa Pasquale dimostrando comprensione e sostegno
Il sasso nello stagno l’aveva buttato Franco. Un po’ ha fatto male per qualche incomprensione che c’è stata. Lunga vita a Ponzaracconta! ha detto poi in un commento successivo. Voleva essere uno sprone

Penso sia innegabile il patrimonio culturale prodotto in oltre dodici anni di vita dal sito. E tanto potrà fare ancora. Tutto dipende dalla partecipazione di chi ci tiene e ci crede, ma non mi riferisco tanto e solo ai redattori quanto piuttosto ai sostenitori che speriamo di avere ancora.
Vorremmo poter trasferire questo mondo vivo, che nel bene e nel male è una presenza attiva e vigile per l’isola, a chi ha energie, ai giovani ovviamente. Intendo dire che è necessario un passaggio generazionale fatto di contenuti e di valori.

Non conosciamo quale sia l’opinione della gente. Una sola persona, Daniela Sialbani (penso una lettrice non ponzese) ha postato un commento all’articolo di Sandro. Ha detto che forse potremmo impegnarci di più ma anche una cosa molto bella e cioè che il mondo chiuso dell’isola ha trovato luce da questo sito. Fate di tutto per salvarlo perché in un mondo “di naviganti, pescatori, contadini e poeti” c’è ancora molto da scoprire!
Ecco vorremo che anche tanti ponzesi esprimessero un’opinione, non necessariamente di sostegno. Meglio critiche (non offese) che il silenzio

Chiudo definitivamente con questa immagine arrivata all’imbrunire da Ponza

La rada di Frontone piena di barche, da far invidia al miglior Ferragosto. Per la gioia dei ponzesi ed, in particolare, degli operatori turistici… Ma anche nostra, a dire il vero, perché sono barche e non auto

Buona domenica a tutti

 

all. 1 in f.to pdf Parcheggi e ZTL – Lettera del Sindaco del 2 giugno 2023

1 Comment

1 Comments

  1. Pasquale Scarpati

    4 Giugno 2023 at 12:39

    Corollario all’epicrisi di Enzo
    In due miei vecchi pezzi intitolati “Fantasticherie. Maior e Minor. (1)” e “(2)” immaginavo un modo differente di fare turismo. Non per il turismo in sé, quanto per salvaguardare le località “preziose” che abbiamo.
    Per fare ciò ci vuole una rigorosa e sostanziale partecipazione perché nel tutelare il patrimonio che abbiamo, tutti devono essere coinvolti. Non voglio girarci intorno. Penso che l’unico a cui convenga il trasporto delle auto sia Laziomar. Se si pensa che le strade a Ponza sono veramente poche e strette-strette, che ci vanno a fare tutte quelle macchine?
    A me le distanze che una volta mi sembravano enormi, come ad esempio dal Porto ai Conti, ora, abituato ad ampi spazi, mi sembrano irrisorie. In poco tempo con una macchina elettrica sono arrivato alla Calacaparra.
    Ma nel contempo si deve pensare di fare cassa, come dice Enzo e, con i tempi che corrono, non è cosa da poco (…si è aumentata pure la tassa di sbarco!). Una delle soluzioni potrebbe essere l’ampliamento della stagione turistica. In tal modo si potrebbe contingentare anche lo sbarco delle auto. Così anche Laziomar sarebbe soddisfatta.
    Ma la nota dolente è, per l’appunto, l’ampliamento di tale stagione. Penso che, se si addivenisse a questo, tutto diverrebbe molto più sostenibile e si potrebbe attuare anche quel “turismo lento” di cui oggi si parla tanto e di cui si ha forse bisogno. E l’Isola, per nella sua esiguità territoriale, offre molte alternative in tal senso.
    Ad esempio chi, nella calura estiva va a farsi una passeggiata a Punta Incenso? Chi va sulla Guardia? Chi va a scrutare gli angoli, soffermandosi, della Panoramica o i faraglioni visti dall’alto? Chi ammira la macchia mediterranea a Ponza o nelle isole vicine? Nessuno o quasi.
    Tutti si affollano su barche e barconi i quali, volendo, in quel frangente potrebbero anche far ammirare, dal mare, altri spettacoli insieme a quelli visti via terra. Per non parlare dei reperti archeologici.
    Ma per fare questo ci vuole sinergia di forze e d’intenti.
    Non avviene rapidamente e tutto insieme, la strada è accidentata e tortuosa. Ma con la pazienza, il dialogo e la buona volontà si potrebbe ottenere qualche risultato, altrimenti, come quando si ha una malattia e non si cura, è del tutto inutile lamentarsi.

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