Ambiente e Natura

Lo spettacolo-saggio di danza e musica alla Caletta

riceviamo in redazione da Emanuela Siciliani e pubblichiamo

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Lo spettacolo-saggio di danza e musica 31 maggio ore 22 dietro la Caletta
di Emanuela Siciliani

Un messaggio whats up ci avvisa: – Il saggio di danza di Greta è oggi, dietro La Caletta. –
Arriviamo lavati e profumati come tutti i nonni, genitori e fratelli che hanno discendenza sul palco.

L’inizio dello spettacolo si fa attendere e gli astanti, molto numerosi, fremono dietro una barricata di contenimento prima di potersi sedere nella platea di sedie impilabili, c’è aria di festa, contentezza.
È la vigilia  del fatidico “ponte del 2 giugno”, quando tutti verremo trasformati in macchine da guerra, accogliendo le frotte di turisti che scelgono Ponza per il primo ponte della stagione. Diciamo che si aprono le danze.

Giulia Galante, la maestra di ballo, è un’esile, bellissima, altera, ragazza di Latina. Ha curato personalmente le coreografie, le musiche, i costumi dello spettacolo e dev’essere stata una fatica enorme. Si è trasferita a Ponza a diciotto anni – ci spiega il presentatore Gianluca, disinvolto e molto bravo nell’ introdurre le varie fasi dello spettacolo, basato sulla favola di Aladino e la lampada magica –  e, a giudicare da quello che abbiamo visto ieri sul palco, svolge il suo lavoro con grande passione e ci mette l’anima, riuscendo a coinvolgere mamme e bambini in un’attività che risveglia i sensi, che insegna la grazia, che impone la disciplina ed il lavoro, necessari in ogni ambito della vita ma più che mai se ci si cimenta in un’Arte come quella della Danza.

Le musiche, gli effetti speciali fatti di luci e nuvole di fumo, i costumi, i cambi degli stessi, effettuati a tempo di record per una frotta di bambini – molti piccolissimi, come la piccola Anna di soli tre anni, folletto che ha intrattenuto gli spettatori con le sue mossette buffe, il gruppo delle bambine più grandi, quasi ragazze, che hanno eseguito i numeri più complessi con grazia e bravura, le bambine del gruppo della nostra Greta – che era talmente emozionata e sorridente che sembrava fosse uscita lei dalla lampada di Aladino – già capaci di muoversi bene sul palco e gestire la coreografia ed i passi loro assegnati con una incertezza che donava solo fascino al numero eseguito -, e per finire le piccoline, capitanate da Aladin/Lorenzo, altra star dello spettacolo, che è stato, suo malgrado, il personaggio più nominato, vuoi per il ruolo vuoi per essere l’unico bambino tra tante splendide femmine…

È stata un’emozione esserci, non un momento di noia – chi di noi non si è mai detto, assistendo ad un saggio del proprio bambino, sì ok  ma quando finisce..! – un’atmosfera magica, anche le barche ormeggiate dietro La Caletta si sono godute lo spettacolo, assecondando la musica e i movimenti ancora incerti delle danzatrici con la danza perenne dello sciabordio del mare sotto di loro, quando finalmente si è arrivati alla conclusione dello spettacolo, è arrivata Giulia, fasciata in un abito color oro, emozionatissima, senza voce, felice per essere riuscita in un’impresa così ardua, così ambiziosa. Per avercela fatta.

Quando ha proposto di assegnare una borsa di studio per uno stage di danza ad alcune delle ballerine più meritevoli – non necessariamente per bravura ma – e lo ha ben spiegato –  per costanza nello studio, per rigore nel partecipare alle lezioni, ed anche, perché no, perché hanno dimostrato maggiori doti o predisposizione nel danzare, è successo, dietro le quinte, mentre le bambine si rivestivano, il finimondo…

Mi ci sono trovata per caso, volendo vedere se Greta si fosse rivestita, era quasi mezzanotte e l’aria umida si faceva sentire, e desiderando ringraziare l’artefice della serata, ho trovato la mamma di Giulia quasi in lacrime e Giulia sparita, insieme al suo splendido vestito color oro…
Cosa era successo? Qualcuno deve non aveva gradito la selezione fatta per assegnare le borse di studio, sono bambini, ci rimangono male, o a tutti o a nessuno, immagino avranno detto i protestatari…
Ho assistito in diretta a questa doccia fredda, dopo tanta gioia, colore, musica, vita, si è ripiombati nella banalità del quotidiano, nella critica mossa a chiunque osi fare qualcosa che non sia stare a guardare, magari lo schermo di un cellulare, che imprigiona noi e i nostri bambini, asservendoci/li ad una schiavitù fatta di appartenenza al gruppo dei non pensanti, all’arte di apparire e non di essere, alla omologazione della schiavitù della bellezza corretta da Photoshop, alla deriva della cultura e del desiderio di emergere, se ci si riesce, se ci si prova, se se ne ha il desiderio.
Giulia Galante ci è riuscita.
Complimenti Giulia.
Grazie per quello che fai, che hai fatto e che farai.

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