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I miracoli li facciamo noi

di Rosanna Conte

Come è ovvio che sia in ogni contesto democratico, ognuno della redazione di Ponzaracconta che si senta coinvolto da quanto scritto nella sua epicrisi da Franco De Luca, espone la sua posizione e, facendo parte della redazione, mi sembra doveroso esprimere la mia idea sul sito e sul suo futuro.

Intanto parto da un punto incontrovertibile: il nostro sito nei dodici anni della sua vita ha svolto il compito che si era prefisso, di raccogliere la memoria della nostra comunità, di esprimerla, di delinearne i tratti che la caratterizzano. Ovviamente non è un compito concluso. Ancora tante sono le memorie non riportate e se ci fermiamo ai tratti caratterizzanti che sono emersi si rischia di cristallizzarli mentre le identità sono in continua evoluzione, specie in una realtà fluida come è la società di oggi. Per lo stesso motivo è assurdo pensare che non ci sia altro che possa esprimerne lo spirito.

Ma non solo. In questi anni è stato in grado di intessere rapporti con persone diverse per origine, interessi e lavoro che si sono rivolte ad esso per avere informazioni sull’isola o per condurre studi sui suoi abitanti. E questo ha creato nuova memoria, oltre che portare Ponza in luoghi lontani che non fossero la piazzetta circoscritta di facebook.

A questa affermazione si può obiettare che ormai sul sito si parla di tutt’altro che di Ponza e dei ponzesi se non per vicende e occasioni particolari che costituiscono solo delle punte della vita quotidiana e non della nostra comunità.

Ora, al di là del fatto che il qui ed ora è un imperativo imposto dal nostro presente, non è detto che questo debba rientrare nel ruolo del nostro sito che ha caratteristiche ben diverse dai social come fb che tutti utilizzano con grande facilità e che risponde bene all’immediatezza ma, come testimonia la volatilità degli interventi, non “raccoglie memoria”.

E’ pur vero che i ponzesi non occupano tutto il nostro sito e così non potrebbe essere. Il locale ha grande valore, ma se diventa mero localismo ha ben poco da dire. La necessità del confronto con l’esterno è un elemento fondamentale per capire se stessi e per acquisire quella agilità mentale che può aiutare nel risolvere i problemi.

Caso mai, quindi, il problema è che tutto quanto nel sito non riguarda direttamente la nostra comunità, in alcuni momenti, sembra troppo preponderante. E’ un fatto legato alla non residenzialità dei redattori che abitano fuori dall’isola e che non possono per questo non tanto rincorrere il qui ed ora, quanto avvertire gli umori, le percezioni degli isolani e comprendere le dinamiche sottese ai loro comportamenti?

Può darsi, anzi è anche per questo, ma c’è dell’altro. Fin dall’inizio Ponzaracconta si è proposta come il sito dei ponzesi, cioè aperto a tutti coloro che vivendo sull’isola o comunque, amandola da lontano, volevano far sentire la loro voce. In questi anni diverse volte abbiamo chiesto apertamente gli interventi di tutti, ma non c’è stato un esito.

E’ chiaro che i ponzesi non lo avvertono come proprio, e perché?

Può darsi che ritengano più che sufficiente facebook per la veicolazione delle informazioni, per esprimere il proprio parere e dare giudizi. Del resto è meno impegnativo, più rapido, anche se più superficiale, ma questo non è importante perché è come incrociarsi per strada e fare delle battute restando fermo ognuno sulle sue posizioni.

Però sarebbe più giusto che fossero i ponzesi a dire perchè non amano intervenire su Ponzaracconta, mentre intervengono molto sui social.

Vorrei sottolineare che il sito, nella veste in cui è nato, può continuare a vivere solo con la loro partecipazione. Bisogna vedere se i ponzesi avvertono la necessità di impossessarsi di questo strumento e renderlo veicolo dei loro pensieri, dei loro problemi, della loro vita quotidiana in un dialogo costante con quanto accade fuori, per creare un dibattito vero in cui la loro voce lascia traccia connotando l’anima ponzese di oggi che costituisce la memoria di domani.

Non è difficile passare da fb a Ponzaracconta: la redazione è sempre disponibile a relazionarsi con chi ne abbia voglia, senza limiti di età o di scelta degli argomenti e della forma che gli si vuol dare. Unici obblighi per chi voglia servirsene è il rispetto delle persone e l’assenza di forme di violenza verbale.

Dopo aver perso tante occasioni vitali, i ponzesi perderanno anche quella di avere un sito con lettori sparsi dappertutto in cui parlare di se stessi?

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