di Francesco De Luca
Gli operai delle luminarie sovvertono la quiete del porto borbonico già ai primi caldi del sole mattutino che, in questo ultimo maggio, si insedia presto nel cielo. Si inerpicano sulle scale e fissano le arcate ai pali.
Un passero manda un cinguettio stizzito che si nota nel silenzio dei caseggiati… forse prevede pericoli per i suoi piccoli, raggomitolati in un foro nel muro.
San Silverio e la sua festa premono nell’animo dei Ponzesi. E i ‘buongiorno’ sono cordiali, e i visi sono disposti al sorriso. Sul piazzale al lato della banchina d’attracco, da alcuni camion si calano in acqua grossi natanti, mentre squadre di operai razionalizzano lo spazio segnandolo con divieti, parcheggi, panchine. Per dare concretezza alla volontà di mettere ordine nella circolazione stradale.
E intanto gli affitta-barche hanno già montato i tavolini per i biglietti, e nei bar si raggruppano persone. E parlano. Di cosa? Dell’estate, o meglio, della gente che dovrà venire. A supportare economicamente i punti di vendita di alimenti, i punti di vendita di ristoro, e i Bed and Breakfast, e le case in affitto e i barcaioli. Un mare indistinto e vario di attività che prendono forma, vendono oggetti, finalizzano la loro attività allo svago e allo star bene
Mi sa di miracolo. I muri, le porte, i palchetti, perfino le strade, colorati, di bianco, prevalentemente, ma anche di azzurro, di giallo e di bianco.
Le acque del porto sono immobili… e già gli spazi per gli attracchi si restringono. Nulla fa presagire il tramestio che porterà l’estate piena, in questo catino d’acqua in cui ora si specchiano i caseggiati e le banchine e le sagome dei natanti.
“Buon giorno… Fra’…” – mi apostrofano. Aguzzo gli occhi e rispondo: “Chi sei?” “Sono Maria… la sorella di Benito Costanzo… ricordi… stavo dalle orfanelle…”.
Un lampo illumina i ricordi: minuta, vestita nero, una delle più piccole, in ginocchio, in chiesa… e io che seguivo le movenze del parroco sull’altare.
“Ciao… come stai?” E’ una signora, piccola di statura, con un grande sorriso. “ Vivo a New York… e quando vengo a Ponza ho casa a Le Forna. Sono venuta per San Silverio. Ti ho riconosciuto…”.
“Adesso anche io a te” – rispondo – e le porgo il mio sorriso.
Così il presente si ri-collega col passato. E il futuro? Rivive in questo stupendo inizio di giornata. Calmo come predilige l’età, caldo come desidera il corpo.